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Quante facce ricorda il cervello?

Se aumenta la densità di popolazione, aumenta il numero di volti che è bene ricordarsi. A quanti siamo arrivati? Gli psicologi dell'Università di York hanno deciso di scoprirlo.

RICERCA – Ogni persona può ricordare, in media, 5.000 visi di altri individui incontrati nel corso della vita, che si fissano nella memoria. Un conto, questo, che non era mai stato effettuato fino ad ora e che oggi è disponibile grazie a uno studio effettuato dagli psicologi dell’Università di York, e pubblicato su Royal Society Proceedings B.

Crediti immagine: Pixabay

Nel corso della nostra storia, l’essere umano ha tipicamente vissuto in piccoli gruppi di meno di un centinaio di persone. Un panorama che oggi è cambiato drasticamente. L’incremento rapido nella densità di popolazione ha implicato la nascita di nuove necessità nella nostra abilità di identificare persone che conosciamo (e quindi facce familiari) e persone che non conosciamo (facce non familiari) ed oggi il nostro cervello pare sia equipaggiato per riconoscere migliaia di volti.

La società moderna permette accesso a un grande numero di facce, ma fino a questo momento non era mai stato trovato un metodo che ci permettesse di quantificare i volti che il cervello conosce, stimandone il numero. Una ricerca quantitativa di questo genere può, invece, essere rilevante in studi sul linguaggio, ma ancora di più come termine di confronto per lo sviluppo di sistemi automatici di riconoscimento facciale attraverso la creazione di una sorta di “dizionario dei visi”, ottima risorsa nella sicurezza pubblica, ad esempio, degli aeroporti o nelle indagini di polizia.

Secondo Rob Jenkins, primo autore dello studio, “l’abilità di distinguere individui differenti è particolarmente importante perché ci consente di tenere traccia del comportamento delle persone e modificare il nostro di conseguenza”. Ma ecco come si è svolto l’esperimento.

Facce famose e non

I partecipanti, di un’età media di 24 anni, hanno speso un’ora del loro tempo compilando un elenco quanto più preciso possibile di tutti i visi di cui avevano memoria: amici, familiari, colleghi, vecchi compagni di scuola, ma anche personaggi famosi: attori, politici, figure pubbliche ecc.
Hanno poi visionato foto di VIP proposte dagli sperimentatori.

È così che i dati raccolti hanno indicato un numero medio di 5.000 volti ricordati, ma più precisamente tra i tra 1000 e 10.000. “Questa enorme variabilità – ha chiarito Jenkins in una nota – potrebbe essere spiegata con il fatto che esistono forti differenze nel grado di attenzione che le persone prestano ai volti e nell’efficienza con cui il cervello di diversi soggetti elabora le informazioni. In alternativa, potrebbe riflettere i differenti ambienti in cui alcuni partecipanti sono cresciuti: ci sono zone più densamente popolate di altre, con un maggior numero di input sociali”.

C’è chi ha, quindi, un’attitudine naturale nel ricordare i volti e, in più, potrebbe esserci il dato dell’età: i partecipanti all’esperimento avevano tutti più o meno la stessa età. Ecco quindi, secondo gli autori dello studio, una variabile particolarmente interessante. Sarà questo il prossimo passo per il prosieguo della ricerca.

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Sara Stulle
Libera professionista dal 2000, sono scrittrice, copywriter, esperta di scrittura per i social media, content manager e giornalista. Seriamente. Progettista grafica, meno seriamente, e progettista di allestimenti per esposizioni, solo se un po' sopra le righe. Scrivo sempre. Scrivo di tutto. Amo la scrittura di mente aperta. Pratico il refuso come stile di vita (ma solo nel tempo libero). Oggi, insieme a mio marito, gestisco Sblab, il nostro strambo studio di comunicazione, progettazione architettonica e visual design. Vivo felicemente con Beppe, otto gatti, due cani, quattro tartarughe, due conigli e la gallina Moira.