SCOPERTE

Un gigantesco cratere nascosto sotto i ghiacci della Groenlandia

Uno dei 25 crateri più grandi sulla Terra, prodotto dall'impatto di un meteorite, è stato scoperto sotto il ghiacciaio di Hiawatha.

SCOPERTE – Un cratere che si estende per oltre 31 chilometri è stato scoperto proprio sotto ai ghiacci della Groenlandia. A generarlo l’impatto di un grande meteorite, che ne fa uno dei 25 crateri da impatto più grandi sulla Terra. La scoperta si deve al team di ricercatori del Museo di Storia Naturale della Danimarca dell’Università di Copenhagen e della Kansas University.

Gli scienziati hanno studiato le immagini radar e individuato una insolita depressione dalla forma circolare sotto il ghiacciaio di Hiawatha, nella zona a nord-ovest della Groenlandia, scoprendo che si trattava del segno dell’impatto di un meteorite dalle dimensioni di circa un chilometro o superiori avvenuto probabilmente nel Pleistocene, circa 12mila anni fa, anche se sulla datazione restano incertezze. Quel che è certo è che un impatto del genere avrebbe avuto conseguenze significative non solo sull’ambiente circostante nell’emisfero settentrionale, ma anche a livello globale.

Crediti immagine: Credit NASA

La ricerca

A guidare lo studio pubblicato sulla rivista Science Advances è stato Kurt H. Kjaer, dell’Università di Copenhagen, che si è avvalso dei dati raccolti grazie a un sistema di radar a banda ultra larga sviluppato dal Center for the Remote Sensing of Ice Sheets (CReSIS) dell’University of Kansas. I dati hanno permesso di individuare sotto a uno strato di ghiaccio più giovane e spesso circa un chilometro, uno strato decisamente più vecchio, ricco di detriti e fortemente disturbato.

Il cratere era stato individuato dai ricercatori americani analizzando i dati raccolti in precedenza dal Multichannel Coherent Radar Depth Sounder (MCoRDS) tra il 1997 e il 2014 che fa parte del Program for Arctic Regional Climate.

John Paden, professore della Kansas University e scienziato associato di CReSIS ha spiegato che in 20 anni di raccolta dati con i radar i glaciologi sono stati in grado di produrre una mappa dettagliata di cosa si nasconde sotto i ghiacci della Groenlandia. Proprio da questa mappa i ricercatori danesi hanno notato la depressione e nel 2016 è iniziata una indagine radar dettagliata della zona attraverso gli strumenti sviluppati dall’università americana per l’Alfred Wegener Institute in Germania, che ha preso parte allo studio.

La presa dati ha incluso anche dei voli a bassa quota sul cratere per studiarne in dettaglio le dimensioni e le caratteristiche, come sottolineato da Paden:

“Volando abbastanza alti è possibile vedere la struttura circolare sul bordo dello strato di ghiaccio, ma la maggior parte del cratere non è visibile guardando fuori dal finestrino dell’aereo. Pensare che nessuno fino ad oggi si sia chiesto cosa fosse quella forma semicircolare è divertente, ma anche dall’alto sarebbe difficile da individuare se non sai già che si trova lì. Utilizzando le immagini satellitari prese dall’angolo solare più basso, che accentua la presenza di colline e valli nello strato di terreno ghiacciato, si riesce così a vedere chiaramente l’intero cratere”.

Non solo radar

Oltre alle immagini radar, il team ha eseguito anche degli studi a terra concentrandosi sui sedimenti glaciofluviali del più grande fiume che ha prosciugato il cratere. Gli scienziati hanno trovato tracce di quarzo “scioccato”, cioè che presenta segni di shock da impatto, e di altri grani costituiti da materiali carboniosi e vetro, che potrebbero derivare proprio dalla fusione con lo strato roccioso del sottosuolo. Kjaer e gli altri hanno analizzato anche i sottocampioni dal sedimento nel fiume e trovato elevate concentrazioni di cobalto, nichel, cromo e oro, che fanno pensare che l’oggetto che ha impattato fosse un raro meteorite ferrico.

A destare però le maggiori incertezze è la datazione della nascita del cratere. Secondo gli autori dello studio, potrebbe essersi formato durante il Pleistocene, quindi circa 12mila anni fa. Nella parte sud-ovest del cratere però i ricercatori hanno trovato una regione ricca di detriti, probabilmente espulsi nell’impatto, che potrebbero aiutare a restringere l’intervallo della datazione. Paden ha spiegato:

“L’impatto ha sicuramente provocato dei detriti proiettati nell’atmosfera in grado di influenzare il clima e sciogliere grandi quantità di ghiaccio. Quello che possiamo cercare sono le tracce di un improvviso e abbondante afflusso di acqua nello stretto di Nares, tra il Canada e la Groenlandia, che ha influenzato le correnti oceaniche. Fino ad ora le prove sembrano indicare che l’impatto sia avvenuto poco dopo la formazione dello strato di ghiaccio della Groenlandia, ma ancora non possiamo stabilirlo con certezza”.

Il prossimo passo da fare per gli scienziati sarà datare con precisione la sua formazione e identificare al meglio il meteorite che lo ha creato. Anche se ben nascosto nel ghiaccio, il cratere è stato svelato e i ricercatori continueranno a studiarlo per definire nel dettaglio le sue caratteristiche.

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Veronica Nicosia
Aspirante astronauta, astrofisica per formazione, giornalista scientifica per passione. Laureata in Fisica e Astrofisica all'Università La Sapienza, vincitrice del Premio giornalistico Riccardo Tomassetti 2012 con una inchiesta sull'Hiv e del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica Giancarlo Dosi 2019 nella sezione Under 35. Content manager SEO di Cultur-e, scrive di scienza, tecnologia, salute, ambiente ed energia. Tra le sue collaborazioni giornalistiche Blitz Quotidiano, Oggiscienza, 'O Magazine e Il Giornale.