WHAAAT?

Come i farmaci umani cambiano l’indole del grillo

Non solo i grilli mostrano di avere una propria personalità, ma questa può anche essere modificata dai nostri medicinali

WHAAAT? Il venerdì casual della scienza – Vi sarebbe mai venuto in mente di drogare dei grilli? Ai ricercatori della Linköping University in Svezia sì. O meglio: hanno provato a somministrare loro alcuni farmaci per uso umano che alterano i livelli di serotonina, sostanza organica con la funzione di mediatore chimico nella trasmissione degli impulsi nervosi. I grilli che avevano preso le medicine erano meno attivi e meno aggressivi di quelli “allo stato naturale”, risultato che è stato pubblicato su Scientific Reports.

Crediti immagine: Pixabay

In molte specie animali gli individui mostrano diversi tipi di personalità: alcuni sono molto più audaci di altri. “In ogni caso, in biologia, non abbiamo ancora pienamente compreso cosa faccia sì che persone e animali mostrino differenze di personalità. Negli esseri umani, le persone con diversi livelli di sostanze chimiche nel cervello, come la serotonina e la dopamina, spesso si comportano in modo diverso. Comunque, non sappiamo se queste sostanze chimiche possano spiegare le differenze di personalità anche nelle altre specie, e se le sostanze chimiche causino le diversità osservate o se le differenze di comportamento e dei livelli chimici siano dovute a un altro fattore di fondo”, ha spiegato Robin Abbey-Lee, ricercatore postdoc presso il Dipartimento di Fisica, Chimica e Biologia (IFM), e primo autore dello studio.

Il team, perciò, ha iniziato a modificare in maniera sperimentale i livelli di serotonina e dopamina nel cervello dei grilli. Per fare questo si sono serviti proprio di farmaci per uso umano che agiscono su quei due sistemi e che sono utilizzati per trattare la depressione e il Parkinson. Dal momento che i sistemi di serotonina e dopamina sono simili per tutte le specie, prevedevano che queste sostanze chimiche avrebbero influenzato anche il comportamento dei grilli.

I ricercatori hanno misurato tre diversi tipi di comportamento. “Prima abbiamo preso nota del comportamento dei grilli in un ambiente familiare. Questo è simile a quanto una persona si muove all’interno della propria casa. Come secondo aspetto abbiamo valutato il comportamento esplorativo del grillo in un ambiente sconosciuto, simile a come una persona si muoverebbe durante un viaggio in una nuova città. Infine, abbiamo misurato l’atteggiamento combattivo per determinare quanto fossero aggressivi gli individui”, ha illustrato Robin Abbey-Lee. Cambiare i livelli di serotonina rendeva i grilli meno attivi e combattivi, mentre modificare quelli di dopamina non ne alterava il comportamento.

“Da questo emerge che la serotonina ha un ruolo più chiaro alla base di questi comportamenti”, ha sottolineato Hanne Løvlie, professoressa associata presso l’IFM. Questo risultato non solo aggiunge un altro tassello alla nostra comprensione sul perché gli animali abbiano una personalità, ma solleva anche un importante problema: quali effetti possono avere i nostri farmaci una volta che vengono rilasciati nell’ambiente? Si tratta di un diverso tipo di inquinamento al quale forse non pensiamo, ma che può influenzare gli animali in modi che non abbiamo ancora completamente chiari.

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Giulia Negri
Comunicatrice della scienza, grande appassionata di animali e mangiatrice di libri. Nata sotto il segno dell'atomo, dopo gli studi in fisica ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza “Franco Prattico” della SISSA di Trieste. Ama le videointerviste e cura il blog di recensioni di libri e divulgazione scientifica “La rana che russa” dal 2014. Ha lavorato al CERN, in editoria scolastica e nell'organizzazione di eventi scientifici; gioca con la creatività per raccontare la scienza e renderla un piatto per tutti.