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Trieste e la scienza, storia e personaggi

70 storie per raccontare le radici scientifiche di Trieste nel libro "Trieste e la scienza" di Davide Ludovisi e Federica Sgorbissa, edito da MGS Press.

LIBRI – Dal 4 al 10 luglio 2020 Trieste ospiterà ESOF, l’Euroscience Open Forum, e potrà fregiarsi del titolo di Capitale Europea della Scienza. L’assegnazione di questo prestigioso ruolo ha dato formale riconoscimento al profondo legame esistente tra il capoluogo giuliano e la scienza, una connessione profonda e simbiotica che affonda le radici nel diciottesimo secolo.

Nell’Ottocento, poi, Trieste diventa una città capace di attrarre scienziati di prim’ordine, come Humphry Davy, chimico britannico citato anche da Mary Shelley in Frankenstein che a Trieste ultima le sue ricerche sull’elettricità animale. La storia di Davy è solo una delle 70 che i giornalisti e comunicatori scientifici triestini Davide Ludovisi e Federica Sgorbissa – che è stata anche direttrice di OggiScienza – hanno raccolto nel volume Trieste e la scienza. Storie e personaggi (2018) edito dalla casa editrice MGS Press (*nota).

Il libro mostra come scienziati e medici, italiani e internazionali, di prim’ordine (ne citiamo solo alcuni: Sigmund Freud, Ludwig Boltzmann, Giacomo Ciamician, Erwin Schrödinger, Franco Basaglia, Margherita Hack, Dennis Sciama, Rita Levi-Montalcini) siano passati o abbiano comunque stretto un legame intellettuale e di vita con Trieste, i suoi moli, i suoi saliscendi e la sua inconfondibile personalità.

Il libro di Ludovisi e Sgorbissa è però qualcosa di più di un insieme di storie. La seconda parte del volume è infatti una sorta di guida turistico-scientifica ragionata che porta il lettore a scoprire tutti i luoghi triestini legati alla conoscenza scientifica, dai musei ai centri di ricerca passando per i luoghi naturalistici, gli ospedali e i giardini.

Budinich e Salam: la scienza oltre la guerra fredda

Volendo indicare una storia simbolica che racchiuda tutte le altre – una sorta di ideale title track in questo album di 70 tracce – per noi è impossibile non fare riferimento alle storie incrociate di Paolo Budinich e Abdus Salam. L’incontro fra questi due grandi scienziati ha di fatto lanciato la lunga volata che si è conclusa con la nomina del capoluogo giuliano a Capitale europea della Scienza 2020.

Salam, Premio Nobel per la Fisica nel 1979, figura scientifica di primissimo piano, approda a Miramare per una conferenza nel 1960. In quegli anni Salam è convinto che serva l’istituzione di un centro internazionale di ricerca sulla fisica atomica, al fine di superare le divisioni geopolitiche della Guerra Fredda che nei fatti tagliano fuori i ricercatori di molti paesi emergenti.

Dopo un lungo e faticoso lavoro di cooperazione politica e scientifica – che vede la partecipazione anche di altre figure di primissimo piano come Edoardo Amaldi e Robert Oppenheimer – nel 1964 nasce l’ICTP, International Center of Theoretical Physics. Nonostante le resistenze di USA e Unione Sovietica il sogno di Budinich e di Salam – a cui oggi è intitolato l’ICTP – si concretizza e non potrebbe non farlo a Trieste, terreno di confine, crocevia di dialogo tra Occidente e Oriente.

Trieste multiculturale

Il libro non si limita a parlare delle storie dei personaggi, ma si occupa anche di Storia, quella con la S maiuscola. Lo fa tra le righe nelle varie biografie, ma anche in alcuni saggi che anticipano i racconti. Quali sono i motivi storici che rendono Trieste una città così vicina alla scienza? La scienza è confronto, scambio di idee, comunicazione, lavoro di squadra: per questo, una città multiculturale dove diversi saperi vengono a contatto parte avvantaggiata.

Trieste è una città multiculturale sin dal Settecento, come scrivono gli autori e anche il giornalista scientifico Pietro Greco nell’introduzione. Trieste è un epicentro di cultura, ospita comunità diverse e questa vitalità culturale è tuttora un patrimonio della città, erede della grande tradizione di altre capitali storiche del sapere umano: tra queste, Alessandria d’Egitto nell’antichità, Baghdad nel Medioevo, Firenze nel Quattrocento, oggi San Francisco, Ginevra e sicuramente anche Trieste.

Inizia tutto nel Settecento

Le radici di Trieste capitale della scienza risalgono al XVIII secolo. Non a caso, i personaggi raccontati nel libro si collocano temporalmente proprio a partire da questo secolo. Dal Settecento in poi la città, che faceva parte dell’Austria, inizia a prosperare economicamente. Diventa città aperta, tollerante, ricca, anche alla moda.

Nell’Ottocento un giovane Karl Marx scrive un articolo nel quale racconta i grandi commerci di Trieste, protagonista di un vero boom economico. Trieste rimane un nodo della storia anche nel Ventesimo secolo. Nel 1946 Winston Churchill la cita come uno dei punti attraverso il quale passa la “cortina di ferro” che lacera l’Europa: Trieste è un territorio periferico sia dell’Italia sia del mondo occidentale nel suo complesso, una sorta di ultimo approdo prima dell’Europa comunista, in particolare della Jugoslavia del Maresciallo Tito.

Una collocazione che come abbiamo visto ha avuto un ruolo di prim’ordine nella nascita dell’ICTP, primo tassello sul quale si è poi costruito quel Sistema Trieste che ha portato la città a diventare la Capitale Europea della Scienza 2020.

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Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

* Nota: il libro è stato pubblicato da MGS Press in collaborazione con SISSA Medialab, editore di OggiScienza

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Enrico Bergianti
Giornalista pubblicista. Scrive di scienza, sport e serie televisive. Adora l'estate e la bicicletta.