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Perù, i lauti pasti degli invertebrati

Nelle foreste pluviali del Perù ragni e centipedi banchettano con lucertole, serpenti e un occasionale opossum molto più spesso di quanto pensassimo.

Foto: Mark Cowan, Amphibian & Reptile Conservation

La novità principale è la prima osservazione documentata di una grossa tarantola che preda un opossum per nutrirsene, ma è il contesto intero ad aver sorpreso i naturalisti: nelle foreste pluviali del Perù, habitat dall’enorme biodiversità, gli invertebrati come ragni e centipedi si nutrono di vertebrati molto più spesso del previsto. Un nuovo studio su Amphibian & Reptile Conservation riporta 15 osservazioni di queste interazioni, che comprendono scolopendre intente a predare un serpente corallo, rettile appariscente quanto pericoloso per via del potente veleno neurotossico che inocula nelle sue prede.

Le osservazioni sono state fatte nella regione di Madre de Dios, un’area remota del Perù Sud-orientale dove ha sede la stazione di ricerca Los Amigos Biological Station. Qui vivono circa 85 specie di anfibi e 90 di rettili oltre a centinaia di specie di invertebrati; una o due volte l’anno, un gruppo di ricercatori si avventura per studiarli in una spedizione lunga un mese. Tra loro, nell’ultima spedizione, i naturalisti e divulgatori italiani Emanuele Biggi e Francesco Tomasinelli.

La predazione da parte di invertebrati “è una causa di mortalità tra i vertebrati che non riceve la giusta considerazione” commenta in una dichiarazione Daniel Rabosky, biologo dell’evoluzione alla University of Michigan e leader della spedizione. “In Amazzonia una porzione sorprendente di morti tra i piccoli vertebrati è probabilmente causata da artropodi come grossi ragni e centipedi”. L’obiettivo del team di ricerca è, in genere, osservare e studiare le interazioni tra rettili e anfibi oltre alla loro ecologia. Nel corso degli anni, tuttavia, gli scienziati hanno visto sempre più predazioni di vertebrati da parte degli invertebrati.

Non così rare

Dal 2008 in poi le osservazioni sono aumentate al punto che i ricercatori avevano materiale a sufficienza da pubblicarle in un paper, dove hanno unito i dati raccolti a Los Amigos a quelli di altre due stazioni di ricerca, la Villa Carmen Biological Station (sempre a Madre de Dios) e la Madre Selva Research Station, nella regione di Loreto del Peru settentrionale.

“Questi eventi ci regalano un’istantanea delle molte connessioni che danno forma alle reti trofiche e un punto di vista su una fonte di mortalità per i vertebrati che fuori dai tropici non è altrettanto comune”, prosegue Rudolf von May, primo autore dello studio e ricercatore postdoc nel laboratorio di Rabosky. La maggior parte delle osservazioni sono state fatte nelle ore notturne con l’ausilio di torce, quando gli artropodi sono più attivi.

Tra questi ci sono gli ctenidi, o ragni vagabondi, che si appostano di notte per cacciare servendosi di peli specializzati sulle zampe che li aiutano a individuare la presenza di potenziali prede e a localizzarle. Una delle interazioni più sorprendenti, documentata per la prima volta dai ricercatori, è quella che vede protagonisti una tarantola grossa come un piatto e un piccolo opossum che ha decisamente avuto la peggio.

Foto: Maggie Grundler, Amphibian & Reptile Conservation

Sentendo dei rumori tra le foglie, sul terreno, Michael Grundler e due altri ricercatori hanno controllato meglio e visto la strana scena. “L’opossum era già stato afferrato dalla tarantola e si stava dibattendo debolmente, ma nel giro di 30 secondi ha smesso di agitarsi”, dice Grundler. “Eravamo entusiasti e scioccati, non potevamo credere ai nostri occhi. Sapevamo che stavamo assistendo a qualcosa di decisamente speciale ma solo in seguito abbiamo saputo che era la prima osservazione [della predazione di un opossum da parte di una tarantola]”.

Una delle cose più affascinanti del lavoro in Perù è proprio l’incredibile numero di specie che incontri tutti i giorni “semplicemente camminando nella foresta”, conclude in un comunicato Joanna Larson, co-autrice della pubblicazione, che studia l’evoluzione della dieta delle rane. “Ogni giorno vedi qualcosa di nuovo ed eccitante!”


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Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".