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Karkhana, il modo migliore di prevedere il futuro è inventarlo

Reportage: a Kathmandu c'è un centro per l'educazione, la creatività e la tecnologia. Tra gli obiettivi, promuovere il pensiero scientifico, la collaborazione, il pensiero critico.

Prendendo la direzione che da Tamel, il quartiere turistico di Kathmandu, si dirige verso il famoso tempio indu Pashupatinah, si arriva a Pashupati road: una grande via trafficata, costeggiata da centri commerciali, uffici, banche, negozi di frutta, e percorsa – come tutte le strade di Kathmandu – da ogni sorta di veicolo a motore e non. Per una pausa dal turbinio del traffico nepalese, facciamo una sosta al parco Kamal Pokhari dove c’è anche un laghetto molto popolato da incredibili e famelici pesci gatto.

In un cortile appena riparato dalla strada principale e segnalato da un cartello rosso troviamo Karkhana: un centro per l’educazione, la creatività, la scienza e la tecnologia dedicato a bambine e bambini che hanno voglia di sperimentare cose che a scuola non si possono fare. Il motto di Karkhana è “Il modo migliore di prevedere il futuro è inventarlo”.

L’edificio è di quelli tradizionali, in mattoni e legno, molto belli. Completamente ristrutturato dopo il terremoto del 2015 mantenendo lo stile originale e l’originale disposizione degli spazi con la luce che filtra attraverso grandi finestre, disegna ombre nette e fa risaltare dettagli, angoli nascosti, venature del legno. È qui la meta della nostra piccola escursione in una domenica soleggiata: la domenica in Nepal è giorno di lavoro, solo il sabato si riposa.

Quando arriviamo Sunoj Shresta, il responsabile del centro, non è ancora arrivato. Ma i suoi giovani collaboratori e collaboratrici sono pronte ad accoglierci con il sorriso e una tazza di tè al limone. Non ci lasciano soli, non sembra bello lasciare le persone ad aspettare, così Monica e gli altri giovani presenti ci mostrano il centro, ci raccontano con passione e professionalità le attività che svolgono e la loro missione, e i loro prossimi progetti. Sunoj arriva in moto: lui si definisce ingegnere per formazione, educatore per professione e maker per amore. Ci sediamo a un grande tavolo senza gambe, sostenuto da possenti corde appese al soffitto, inventato e costruito da loro. E ci mettiamo subito a chiacchierare.

Che cosa significa Karkhana?

Karkhana in sanscrito significa letteralmente fabbrica, ed è usato sia in nepalese che in molte altre lingue del Sud-Est Asiatico. La nostra Karkhana è una società che si occupa di educazione e offre uno spazio per i maker, con un approccio unico all’apprendimento. Crediamo che il mondo sia plastico e malleabile e che le persone possano trasformarlo, purché abbiano le capacità giuste: questa è la prospettiva che vorremmo che i nostri studenti acquisissero.

Qual è la vostra missione?

Noi vogliamo trasformare il sistema educativo ispirando i discenti (learner), le famiglie e le scuole ad adottare un approccio hands-on alle esperienze di apprendimento. E con questo vorremmo catalizzare una cultura della sperimentazione che supporti le comunità a inventare il loro futuro. Naturalmente i nostri valori sono coerenti con questa visione: mettiamo al centro le persone, ci basiamo molto sul potere delle emozioni, cerchiamo di superare i nostri limiti andando sempre oltre e ci occupiamo anche della vita dei nostri studenti e delle loro famiglie.

Vedo solo facce giovani, qui.

Il gruppo iniziale di Karkhana era composto da cinque persone, un gruppetto di ingegneri che amavano costruire, riparare, trafficare con varie cose… il termine inglese per tutto ciò è tinker che significa più o meno “pasticciare”. Inizialmente volevamo sviluppare prodotti, poi invece ci siamo spostati verso l’educazione e il nostro gruppo si è rapidamente ingrandito accogliendo persone con interessi e professionalità molto diverse. Abbiamo ingegneri, designer, artisti, scienziati e programmatori, donne e uomini molto appassionati, capaci di trasformare la classe in un laboratorio per la scoperta!

Ci alziamo per esplorare i vari spazi. Al piano di sopra c’è una grande sala dedicata al laboratorio per il tinkering con oggetti di ogni genere disposti su un grande tavolo a disposizione di tutti. Armadi con attrezzi, strumenti, materiali vari che ispirano la creatività e l’invenzione. Non ci sono uffici ma ognuno quotidianamente trova il suo luogo per lavorare, a seconda che voglia starsene in pace a pensare, discutere con altri, progettare. Ci sono spazi per la meditazione, una piccola biblioteca, la cucina e una chitarra. Viene voglia di lavorare qua! Con questo video potete farvi un’idea.

Quali sono i vostri progetti principali?

Noi lavoriamo direttamente con i discenti, tra gli 8 e I 14 anni principalmente attraverso due programmi: BeeCreative (programmi svolti dentro le scuole) e Karkhana Innovators’ Club (programma dopo scuola). BeeCreative è il nostro programma per le scuole basato sui programmi ministeriali del Governo Nepalese, che raggiunge circa 4000 studenti di oltre 40 scuole nella valle di Kathmandu. Karkhana Innovators’ Club si svolge dopo l’orario di scuola ed è progettato per stimolare la creatività, il pensiero critico, la collaborazione, la capacità di affrontare i rischi e lo sviluppo delle capacità necessarie all’innovazione.

Quali sono le idee per il vostro futuro?

Speriamo di raggiungere molti più bambini e bambine attraverso le attività hands-on per sviluppare il pensiero scientifico e le capacità del ventesimo secolo cioè collaborazione, comunicazione, creatività e pensiero critico. Stiamo ampliando i nostri servizi in altre città, oltre alla capitale, e vogliamo aprire un centro fuori dal Nepal, probabilmente in Bangladesh. Entro I prossimi cinque anni, speriamo di diventare I leader dell’educazione STEAM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Arte, Matematica) nel Sud-Est asiatico.

Stiamo progettando un kit da dare a ogni studente che lo accompagni nel percorso scolastico nazionale dal primo anno di scuola fino all’ottavo.  E contemporaneamente stiamo progettando una piattaforma per insegnanti che metta a disposizione video didattici su come usare i kit in classe. La piattaforma potrà essere usata anche per seguire l’apprendimento dei singoli studenti e creare una relazione con le famiglie.

Proviamo a usare i kit per bambini e bambine dedicati alla luce e all’elettricità: ci appassioniamo subito. “Mi sa che dovremo tornare a trovarti, Sunoj!”, dico. Lui risponde con un sorriso. Ovvio. 


Per saperne di più: la presentazione di Karkhana a “Art of Education”, Monaco nel 2017; un’intervista video a Sunoj.

Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   Immagini: Simona Cerrato, Amrit Beran

 

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