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Gli antichi coccodrilli a dieta erbivora

Guardando un moderno coccodrillo o gaviale può essere difficile immaginarli, ma alcuni antenati delle specie carnivore che possiamo ammirare oggi si nutrivano soprattutto di piante.

A guardarli oggi, è difficile immaginare i coccodrilli (Crocodylia), enormi rettili noti per la potenza del loro morso, basare la loro alimentazione su una dieta erbivora. Coccodrilli, alligatori e gaviali sono grandi predatori, capaci di attaccare e uccidere animali di dimensioni notevoli, e alcune specie sono note anche per i loro attacchi all’essere umano (secondo la IUCN, sono otto sulle 23 specie di coccodrilli note). Eppure, uno studio appena pubblicato sulla rivista Current Biology, basato sull’analisi dei resti fossili dei denti di alcuni antenati dei coccodrilli attuali, rivela che molti avevano un’alimentazione basata sul consumo di piante. La dieta erbivora di questi antichi e ormai estinti parenti dei coccodrilli sarebbe comparsa in modo indipendente almeno tre volte in gruppi distinti, diffusi in aree diverse del pianeta.

 Per sapere cosa mangia, guarda i denti

I crocodiloformi rappresentano un clade di specie apparse oltre 200 milioni di anni fa; tra di esse vi sono gli antenati dei coccodrilli che conosciamo, apparsi però in tempi più recenti, durante il Cretaceo inferiore. Per comprendere di cosa si nutrissero questi antichi rettili, il geobiologo Keegan Melstrom e il geologo Randall Irmis, dell’Università dello Utah, si sono basati sull’analisi dei resti fossilizzati di 146 denti appartenuti a 16 diverse specie di crocodilomorfi e li hanno confrontati con quelli delle specie ancora in vita. L’analisi della dentatura, infatti, può rivelare molto della dieta di un animale: gli erbivori, ad esempio, hanno molari forti e piatti adatti a triturare le piante, mentre la dentatura dei carnivori è caratterizzata dalla presenza dei canini, usati per afferrare le prede.

«I denti degli erbivori sono più complessi rispetto a quelli dei carnivori; quelli degli onnivori, che possono nutrirsi sia di vegetali che di carne, cade un po’ a metà tra i due tipi di dentatura», spiega in un comunicato Melstrom, che in lavoro precedente aveva mostrato come questo pattern, tipico dei mammiferi, si mantenga anche nei lepidosauri (il gruppo di rettili che comprende lucertole e serpenti) e nei coccodrilli.

Coccodrilli, alligatori e gaviali condividono una serie di caratteristiche che li rendono adatti alla vita di predatori semi-acquatici, tra cui la forma del corpo, la coda schiacciata lateralmente adatta al nuoto e l’apertura di naso, occhi e orecchie posta sulla sommità del capo, così da poter sporgere dalla superficie dell’acqua quando l’animale è immerso. Sono predatori la cui dieta, a seconda della specie, va dai pesci e invertebrati ad animali di dimensioni cospicue: il coccodrillo del Nilo adulto, ad esempio, può predare zebre e bovidi come le gazzelle, ma anche animali più grandi (sebbene alcune specie non disdegnino un po’ di frutta).

La loro dentatura è relativamente semplice, caratterizzata da denti conici. Gli autori dello studio hanno usato una combinazione di misurazione quantitativa dei denti e di altre caratteristiche morfologiche per ricostruire la dieta degli antichi crocodiloformi, confrontandoli con i coccodrilli attuali. Ciò che emerge dai loro risultati è che gli antenati dei coccodrilli presentano la condizione di eterodonzia, nella quale la forma e l’organizzazione dei denti sono più varie e si trovano in zone specializzate all’interno della bocca, suggerendo che la loro dieta fosse più varia rispetto a quella dei coccodrilli che conosciamo. «Alcuni, come i coccodrilli attuali, erano principalmente carnivori, altri erano onnivori e altri ancora prevalentemente erbivori. Questi ultimi hanno vissuto in diversi continenti e in tempi differenti, per cui sembra che abbiano avuto successo in una varietà di ambienti», spiega Melstrom.

Parenti erbivori

I crocodiloformi in grado di nutrirsi di piante sarebbero apparsi in tempi remoti della storia evolutiva del clade, poco dopo l’estinzione di massa avvenuta alla fine del Trassico, circa 250 milioni di anni fa, e sarebbero sopravvissuti fino alla successiva estinzione di massa, quella avvenuta alla fine del Cretaceo e che portò alla scomparsa dei grandi sauri. I dati raccolti da Melstrom e Irmis suggeriscono che le specie erbivore dei crocodiloformi siano apparse almeno tre volte: «Il nostro studio indica che le forme complesse dei denti, dalle quali possiamo dedurre la dieta erbivora, sono apparse tra i parenti estinti dei coccodrilli tre volte in modo indipendente, e forse addirittura sei», racconta Melstrom.

Ora i ricercatori continueranno il loro lavoro per capire meglio di cosa si nutrissero questi animali, studiando anche le specie per le quali mancano i resti fossili dei denti. Gli studi mirano anche a comprendere quali siano i fattori che hanno portato all’evoluzione di specie a dieta prevalentemente erbivora. Nell’alligatore americano (Alligator mississippiensis) è stato osservato che gli individui nutriti per alcuni mesi con proteine d’origine vegetale non risentivano effetti negativi della dieta: la flessibilità che consente loro di digerire i vegetali, se fosse stata presente anche nelle specie estinte, potrebbe spiegare la diversità di forme che esistevano un tempo.


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Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.    Illustrazione di Pakasuchus kapilimai, Smokeybjb, CC BY-SA 3.0

 

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Anna Romano
Biologa molecolare e comunicatrice della scienza, amo scrivere (ma anche parlare) di tutto ciò che riguarda il mondo della ricerca.