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‘Oumuamua, astronave aliena? No, un misterioso oggetto interstellare

Uno studio ha analizzato tutti i dati disponibili su 'Oumuamua: l'origine è puramente naturale, ma resta un oggetto misterioso.

oumuamua
Credit foto: ESO/M. Kornmesser

‘Oumuamua ha sfrecciato a una velocità di 315.400 km/h ad appena 0.25 unità astronomiche dal Sole. È arrivato da un mondo alieno, per transitare nel nostro sistema solare per appena due settimane prima di proseguire il suo viaggio interstellare. Un oggetto tanto inusuale quanto misterioso per gli astronomi, avvistato per la prima volta nell’ottobre 2017 dal telescopio Panoramic Survey Telescope and Rapid Response System 1 (PanSTARRS1), situato nell’osservatorio Haleakala dell’Università delle Hawaii.

Il suo nome è 1I/2017 U1 ma è stato ribattezzato ‘Oumuamua, parola hawaiiana che significa “messaggero che arriva da lontano”. Un oggetto con caratteristiche a metà tra quelle di una cometa e un asteroide, tanto che sulla sua natura sono state fatte anche altre affascinanti ipotesi, come quella che si trattasse di un’astronave aliena.

A smentire questa ipotesi è lo studio pubblicato sulla rivista Nature Astronomy da un gruppo di 14 ricercatori internazionali guidati da Matthew Knight, del dipartimento di Astronomia della University of Maryland, e da Alan Fitzsimmons, astronomo della Queen’s University Belfast in Irlanda del Nord. I ricercatori provenienti da Stati Uniti ed Europa hanno fatto base virtuale presso l’Istituto internazionale di scienza spaziale di Berna, in Svizzera, e assicurano che le origini di questo oggetto interstellare sono del tutto naturali.

‘Oumuamua: asteroide, cometa o astronave aliena?

Dopo il primo avvistamento, nel 2017, ‘Oumuamua si è allontanato velocemente dal nostro sistema solare sfuggendo alla gravità esercitata dalla nostra stella. Per sole due settimane gli astronomi sono riusciti a raccogliere dati su questo oggetto interstellare, stimando un diametro tra i 100 e i 150 metri e una lunghezza di almeno 600 metri. Ma non è solo la sua forma allungata, simile a quella di un sigaro, ad aver incuriosito gli scienziati. L’oggetto, piatto e di colore rosso, ha una rotazione su sé stesso con un periodo di circa otto ore.

Proprio queste sue caratteristiche hanno fatto pensare che potesse trattarsi prima di un asteroide, poi di una cometa. Ma, come ribadisce Knight, il suo moto nel sistema solare è particolarmente sorprendente. ‘Oumuamua segue un’orbita iperbolica e sembra accelerarla lungo la sua traiettoria, una caratteristica tipica delle comete, ma allo stesso tempo gli astronomi non hanno trovato tracce delle emissioni gassose che produce questo tipo di accelerazione.

Il ricercatore ha spiegato che “Il moto di ‘Oumuamua non segue semplicemente la gravità lungo un’orbita parabolica, come ci aspetteremmo nel caso di un asteroide. Allo stesso tempo, non ha mai mostrato nessuna delle caratteristiche visive tipiche di una cometa. Non c’è una chioma percepibile, quella nuvola di ghiaccio, polvere e gas che circonda le comete attive, né una coda di polvere o getti di gas”. Proprio la difficoltà nel classificare questo oggetto in qualcosa di conosciuto ha portato a numerose quanto originali teorie, tra cui quelle che ‘Oumuamua sia davvero un “messaggero di un mondo lontano”, magari un’astronave aliena mandata a esplorare il nostro sistema solare.

Inusuale, ma non è un’astronave aliena

Lo studio condotto da Knight e colleghi ha evidenziato come l’ipotesi dell’astronave aliena sia decisamente da confutare. Nonostante la sua origine resti un mistero, il colore rossastro dell’oggetto interstellare simile a molti altri piccoli corpi nel nostro sistema solare indica per i ricercatori che la sua origine è puramente naturale.

Knight ha spiegato: “Non abbiamo mai visto nulla come ‘Oumuamua nel nostro sistema solare, rappresenta per noi ancora un mistero, ma preferiamo attenerci a casi analoghi che conosciamo, a meno che o finché non troviamo qualcosa di unico. L’ipotesi dell’astronave aliena è divertente, ma le nostre analisi suggeriscono che ci sia un’intera serie di fenomeni naturali che sono in grado di spiegarne l’esistenza”. Il team di 14 ricercatori internazionali ha così analizzato tutti i dati raccolti nelle due settimane di intensa osservazione, oltre ad aver tenuto conto di tutti gli studi precedenti sulla caratteristica forma e sulla rotazione dell’oggetto interstellare.

L’autore dello studio ha raccontato che “Abbiamo messo insieme un forte team di esperti in differenti aree di lavoro su ‘Oumuamua. Questa indagine incrociata ci ha permesso di ottenere la prima analisi comprensiva e il miglior riassunto delle immagini di tutto ciò che sappiamo dell’oggetto. Per questo motivo riteniamo che i processi fisici che abbiamo osservato qui, proprio vicino alla Terra, siano in realtà universali. Non abbiamo ancora visto niente di simile a questo oggetto nel nostro sistema solare, ma per quanto strano e difficile da spiegare, non possiamo escludere che altri fenomeni naturali possano fornire una spiegazione sulle sue origini”.

Secondo i ricercatori, sono molti i meccanismi con cui ‘Oumuamua potrebbe essere sfuggito dal suo sistema madre. Ad esempio, potrebbe essere stato espulso dalla spinta del gas di un pianeta gigante che orbita in un altro sistema stellare. Una ipotesi che si basa sulla teoria che il pianeta gigante gassoso Giove possa aver creato la nube di Oort, il massivo involucro di piccoli oggetti celesti che si trova ai confini del nostro sistema solare, proprio in questo modo. Se alcuni degli oggetti spinti nella nube di Oort riuscissero a sfuggire all’attrazione gravitazionale esercitata dal nostro Sole, diventerebbero a loro volta viaggiatori interstellari proprio come l’oggetto avvistato nel nostro sistema.

LSST a caccia di altri oggetti interstellari

Le origini di ‘Oumuamua restano quindi un mistero, ma i ricercatori guidati da Knight ritengono che questo “messaggero” sia solo il primo di molti visitatori interstellari pronti ad attraversare il nostro sistema solare. Per dare la caccia a questi oggetti, il team di Knight attende l’entrata in funzione del Large Synoptic Survey Telescope (LSST), che dovrebbe diventare operativo dal 2022.

Per ora dunque non c’è una spiegazione sulla natura di questo oggetto, ma Knight è fiducioso che entro 10 anni potrebbe arrivare grazie all’osservazione di altri oggetti simili a questo: “Nei prossimi anni ci aspettiamo di vedere molti più oggetti simili a ‘Oumuamua. Il telescopio LSST ci fa sperare in passi da gigante nell’osservazione dei piccoli visitatori interstellari. Potremmo anche iniziare ad avvistare un nuovo oggetto ogni anno e così scopriremo se è davvero così inusuale, oppure se è più comune di quanto ora pensiamo. Se troveremo altri 10 o 20 oggetti di questo tipo, e ‘Oumuamua mostrerà ancora caratteristiche così uniche, allora saremo costretti a riesaminare la nostra spiegazione”.


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Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.    

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Veronica Nicosia
Aspirante astronauta, astrofisica per formazione, giornalista scientifica per passione. Laureata in Fisica e Astrofisica all'Università La Sapienza, vincitrice del Premio giornalistico Riccardo Tomassetti 2012 con una inchiesta sull'Hiv e del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica Giancarlo Dosi 2019 nella sezione Under 35. Content manager SEO di Cultur-e, scrive di scienza, tecnologia, salute, ambiente ed energia. Tra le sue collaborazioni giornalistiche Blitz Quotidiano, Oggiscienza, 'O Magazine e Il Giornale.