RICERCANDO ALL'ESTERO

Una dieta mima digiuno per contrastare invecchiamento e patologie

Ridotto apporto calorico e cambiamenti nella composizione della dieta possono ritardare l'invecchiamento e migliorare i trattamenti di diverse patologie.

La composizione e il valore energetico degli alimenti che assumiamo con la nostra dieta sono fattori strettamente legati all’invecchiamento, alle patologie dovute all’età e a tutta una serie di altre malattie, come quelle cardiache, il diabete, il cancro. Una strategia che si sta dimostrando efficace per proteggere organi e cellule da danni ossidativi, infiammatori e perfino dalla loro morte è attenersi a un regime dietetico più restrittivo e controllato.

Novella Guidi è alla University of Southern California (Stati Uniti) per studiare gli effetti di una dieta che mima il digiuno e i meccanismi molecolari che si innescano quando il corpo riceve un apporto calorico ridotto.


Nome: Novella Guidi
Età: 34 anni
Nata a: Milano
Vivo a: Los Angeles (Stati Uniti)
Dottorato in: medicina molecolare (Ulm, Germania)
Ricerca: I meccanismi molecolari della dieta mima digiuno
Istituto: Department of Gerontology, University of Southern California (Stati Uniti)
Interessi: yoga, cucinare, arrampicare, viaggiare
Di Los Angeles mi piace: le spiagge, la multietnicità e la diversità
Di Los Angeles non mi piace: il traffico, le distanze
Pensiero: Non aver paura del domani. Perché in fondo oggi è il giorno che ti faceva paura ieri. (Bob Marley)


In cosa consiste una dieta mima digiuno?

È una dieta che combina un basso apporto di calorie con una specifica composizione di nutrienti tale per cui non si attivano i classici meccanismi molecolari di quando stiamo mangiando. In pratica è come se il nostro corpo pensasse che stiamo digiunando, mente in realtà un po’ di proteine, carboidrati e grassi li stiamo assumendo lo stesso.
Le caratteristiche principali sono un basso contenuto in proteine, tra 7-10%, alta composizione di grassi e bassi carboidrati. Il tutto deve essere di origine vegetale, quindi vanno esclusi carne, pesce, uova, latte, …

La dieta mima digiuno (DMD) che studiamo noi va mantenuta per cinque giorni consecutivi, al termine dei quali si può riprendere a mangiare normalmente. Si è visto che un simile ciclo di DMD ha effetti positivi su diverse patologie ed è indicato per detossificare l’organismo e prevenire l’invecchiamento.

Quanto frequenti devono essere i cicli di dieta?

Dipende dal regime alimentare che normalmente si segue e, eventualmente, dal tipo di patologia che si considera. Gli italiani sono abituati a mangiare bene e sano grazie alla dieta mediterranea, non hanno un apporto calorico giornaliero elevato come gli americani. Quindi un soggetto sano che vuole semplicemente eliminare le tossine accumulate nel corpo può fare la DMD 2-3 volte all’anno. Noi in laboratorio la facciamo ogni tanto, è molto flessibile.

In caso di patologia, invece, è consigliato seguirla indicativamente una volta al mese; per esempio, per determinati tumori si è visto che fare la DMD in concomitanza con la chemioterapia, porta le cellule tumorali a essere più sensibili al trattamento farmacologico. Ci sono effetti positivi anche con patologie legate all’invecchiamento, come la sindrome metabolica, il Parkinson, l’Alzheilmer, alcune immunodeficienze, disturbi cardiovascolari, … In generale, gli studi mostrano che la dieta mima digiuno è in grado di rigenerare in modo massivo il tessuto danneggiato, eliminando le cellule che hanno accumulato danni al DNA. I meccanismi molecolari alla base di questo miglioramento tissutale non sono ancora ben compresi, in alcuni casi (per esempio nel sistema sanguigno) sembra siano coinvolte le cellule staminali, che si attivano e ripristinano la popolazione danneggiata.

Su quali patologie vi state concentrando?

In questo momento mi occupo di 2 progetti, uno legato alla malattia cardiovascolare in seguito a sindrome metabolica e l’altro al sistema immunitario.

Per quanto riguarda il cuore, induciamo la sindrome metabolica nei topi somministrando alimenti molto grassi e poi iniziamo i cicli di dieta mima digiuno per stimolare un cambiamento. I risultati ottenuti sono molto buoni, soprattutto a livello di rigenerazione cardiaca e miglioramento della funzione del cuore, ma non sappiamo ancora quali meccanismi sono coinvolti.

Ci sono però dei trial clinici: negli Stati Uniti è più facile ottenerne l’approvazione poiché non stiamo lavorando con un farmaco ma con una dieta e non abbiamo bisogno dell’autorizzazione della FDA; in Italia è più difficile. Oltre a quello sulla sindrome metabolica, ci sono trial clinici per il cancro al seno, l’Alzheimer, su pazienti sani anziani per ridurre stati infiammatori.

E per quanto riguarda il sistema immunitario?

Abbiamo visto che dando cicli di dieta mima digiuno a topi anziani si attivano le cellule staminali del sangue e si ha rigenerazione di tutte le cellule del sistema sanguigno. Ora dobbiamo capire cosa succede a livello molecolare, sia per quanto riguarda l’epigenetica sia i meccanismi di de-differenzamento cellulare. È come se le cellule staminali adulte del sangue avessero ripreso a essere pluripotenti e quindi capaci di dare origine ai diversi tipi cellulari. Finora abbiamo visto che sono coinvolti fattori embrionali come NANOG e NODAL, geni normalmente spenti in fase adulta ma riattivati dalla DMD.

Quali sono le prospettive future del tuo lavoro?

La dieta mima digiuno ha una serie di effetti positivi su un sacco di malattie: l’importante adesso è capire come questo avviene e, a lungo termine, cercare di applicarlo all’uomo. L’obiettivo ultimo è poter affiancare la dieta alle terapie farmacologiche: per i tumori i risultati sono davvero buoni, si è visto che la chemioterapia è più selettiva ed efficace se avviene dopo un ciclo di DMD. Gli studi si sono già allargati anche ad altre patologie, ma mancano i dettagli delle pathway e dei processi coinvolti.


Leggi anche: Dieta e predisposizione genetica all’obesità

Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

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Luisa Alessio
Biotecnologa di formazione, ho lasciato la ricerca quando mi sono innamorata della comunicazione e divulgazione scientifica. Ho un master in comunicazione della scienza e sono convinta che la conoscenza passi attraverso la sperimentazione in prima persona. Scrivo articoli, intervisto ricercatori, mi occupo della dissemination di progetti europei, metto a punto attività hands-on, faccio formazione nelle scuole. E adoro perdermi nei musei scientifici.