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Concepción Aleixandre, la ginecologa che ha lottato per le donne spagnole

Concepción Aleixandre ha declinato i suoi molteplici interessi scientifici e culturali in chiave sociale, lavorando ininterrottamente alla tutela e alla crescita della condizione femminile.

Ripercorrendo la storia di ogni nazione è possibile incontrare donne che, avvolte per decenni in una spirale di silenzio e disinteresse collettivo, hanno contribuito in modo sostanziale al progresso e alla crescita culturale della società in cui hanno avuto la sorte di nascere e vivere. Per la Spagna, una di queste pioniere invisibili è stata di certo Concepción Aleixandre. Ginecologa, scienziata, inventrice, attivista e femminista, è oggi – decenni dopo la sua morte – una delle figure più conosciute e amate in patria. Meglio tardi che mai.

I primi anni

María de la Concepción Aleixandre, il cui nome per esteso è Maria de la Concepción Isidra Faustina Stephanie Vicenta, nasce a Valencia nel 1862. Cresce in una famiglia benestante e di ampie vedute, tanto che quando decide di studiare, cosa non comune per una ragazza spagnola alla fine del XIX secolo, è incoraggiata e supportata dai genitori. Concepción ha possibilità di iscriversi a una scuola per sole donne, dove nel 1883 consegue un diploma da insegnante. Non eserciterà mai questa professione, ma deciderà di iscriversi all’Università di Valencia, dove sarà una delle prime donne a studiare medicina. Su oltre cinquecento iscritti all’università valenciana, solo tre sono di sesso femminile: Concepción Aleixandre e Manuela Solís Clarás, che riusciranno a laurearsi, e Sinesia Pujalte Martínez, che invece abbandonerà gli studi dopo alcuni anni.

Essendo una ragazza, per poter frequentare le lezioni Aleixadre deve chiedere un permesso speciale al governo. L’accesso alle facoltà universitarie non è infatti consentito alle donne e sarà concesso solo nel 1910, con un editto reale di Alfonso XIII; fino a quella data, le donne potranno laurearsi in medicina grazie a una concessione governativa, ma non avranno la possibilità di esercitare la loro professione. Studenti e professori non vedono di buon occhio l’ingresso delle donne all’università, tanto che una volta Aleixandre, all’ingresso della facoltà di medicina, subisce un attacco violento da parte dei suoi compagni.

Dopo la laurea, conseguita nel 1889, la donna decide di specializzarsi in ginecologia. Si reca a Madrid, presso l’Instituto Rubio, dove due anni dopo discute una tesi sul cordone ombelicale, ottenendo il massimo dei voti. Oggi appare incredibile, ma subito dopo essere diventata ginecologa Aleixandre non può entrare a far parte della Sociedad Española de Ginecología y Obstetricia (Società spagnola di ginecologia e ostetricia); la situazione si sbloccherà nel 1892, anno in cui diventerà la prima donna a essere ammessa ufficialmente al consesso dei ginecologi spagnoli. Per ripagarla del torto subito all’inizio, nel 1904 la società la inviterà a tenere il discorso di apertura dell’anno accademico.

Ginecologa e inventrice

La sua carriera scientifica come ginecologa è brillante. Pubblica diversi articoli su riviste specializzate e partecipa a conferenze e convegni organizzati da importanti enti nazionali e internazionali. Nel 1892 inizia a lavorare come ginecologa in un ospedale di Madrid e come medico volontario presso un centro che ospita orfani e ragazze madri. Apre inoltre uno studio privato a casa sua, dove riceve le donne indigenti.

Nel 1910 brevetta due sistemi per correggere il prolasso dell’utero in seguito al parto. Secondo quanto scritto dalla scienziata nel documento che accompagna uno dei due brevetti, il dispositivo consiste in un pessario metallico, ovvero “un anello dotato di un corpo in alluminio e molle in acciaio nichelato in grado di fornire abbastanza elasticità per un facile inserimento nella vagina”. Il brevetto non supera la procedura di approvazione e non viene realizzato, ma si rivelerà fondamentale per la creazione di strumenti analoghi realizzati successivamente.

Il connubio tra scienza, divulgazione e femminismo

Una costante che attraversa la carriera di Concepción Aleixandre e la sua intera esistenza è il suo forte e appassionato interesse per la condizione femminile. Nel corso degli anni entra a far parte e contribuisce a far crescere diverse istituzioni che portano avanti iniziative a favore delle donne. Nel suo intervento al primo congresso internazionale delle donne, tenutosi a Buenos Aires nel 1910 , denuncia la scarsa presenza in Spagna di donne che praticano la medicina, all’epoca appena dodici.

Presiede l’istituzione privata Protección Médica, fondata nel 1913, nata con l’obiettivo di proteggere i figli dei medici venuti a mancare e le loro vedove, nonché le dottoresse e i dottori impossibilitati a lavorare per ragioni di salute. Nel 1914 firma il manifesto per l’inserimento nella Real Academia Española della scrittrice femminista Emilia Pardo Bazán e cinque anni dopo diventa membro del Consejo Nacional de Mujeres (Consiglio nazionale delle donne) e del Comité Femenino de Higiene Popular (Comitato per l’igiene delle donne), di cui successivamente viene eletta presidente.

Nel corso della carriera di Aleixandre, attività scientifiche e iniziative di matrice femminista non solo vanno di pari passo, ma spesso si fondono in un unico impegno che vede al centro la donna, a partire dalla divulgazione di temi medico-scientifici, con ricadute importanti in ambito sociale. Nel 1912, partecipa al primo congresso spagnolo contro la tubercolosi con un intervento dal titolo “Istituzioni che potrebbero essere fondate in Spagna per favorire l’igiene delle donne incinte, delle madri e dei bambini sotto i sette anni”. Tra il 1916 e il 1920, la ginecologa si occupa di gestire la sezione dedicata alla divulgazione dei precetti igienici per le donne della rivista “La Medicina Social Española”.

L’idea, per l’epoca rivoluzionaria, è quella di dare direttamente alle donne tutti gli strumenti per conoscere e prendersi cura del proprio corpo. Nel 1928, assieme alle dottoresse Trinidad Arroyo ed Elisa Soriano Fisher, fonda la Asociación Nacional de mujeres médicas (Associazione nazionale delle donne medico), di cui diventa presidente onoraria. L’associazione promuove molte iniziative scientifiche e prende parte a vari convegni organizzati dalla Medical Women’s International Association. Per diffondere il più possibile le loro idee e dar voce alle donne che vogliono ottenere piena parità di diritti nella professione medica, Aleixandre e le due colleghe fondano anche la rivista Las médicas.

Concepción Aleixandre muore nel 1952, nella sua Valencia, all’età di 90 anni. Sebbene il suo lavoro sia stato fondamentale per le donne spagnole, sia dal punto di vista scientifico che sociale, per molto tempo è stata una figura sconosciuta non solo nel resto del mondo, ma anche in patria.

Come spesso accade, a distanza di molti anni la Spagna ha fatto ammenda e in più di un’occasione ha ricordato questa donna eccezionale. Nel 2001, nell’ambito di un importante evento organizzato a Madrid, Concepción Aleixandre è stata inserita fra “le 100 donne del XX secolo che hanno aperto il cammino all’uguaglianza di genere del XXI secolo”.


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Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.    Fotografia di Manuel Alviach – Public Domain

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Simone Petralia
Giornalista freelance. Amo attraversare generi, discipline e ambiti del pensiero – dalla scienza alla fantascienza, dalla paleontologia ai gender studies, dalla cartografia all’ermeneutica – alla ricerca di punti di contatto e contaminazioni. Ho scritto e scrivo per Vice Italia, Scienza in Rete, Micron e altre testate. Per OggiScienza curo Ipazia, rubrica in cui affronto il tema dell'uguaglianza di genere in ambito scientifico attraverso le storie di scienziate del passato e del presente.