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L'”amicizia” dei pipistrelli: come si formano i legami sociali stabili

La creazione e il mantenimento dei legami sociali ha avuto una forte influenza sull'evoluzione delle abilità cognitive e sulla cooperazione di diverse specie.

Gli studi in questo campo si sono concentrati soprattutto sui primati. Ora una nuova ricerca indaga la formazione dei legami sociali in un mammifero ben diverso, il vampiro vero di Azara (Desmodus rotondus), un pipistrello noto per la sua socialità e i comportamenti cooperativi. Lo studio voleva capire quanto delle “relazioni d’amicizia” dipenda da fattori estrinseci e quanto invece dalla storia intrinseca condivisa dai due individui. È stato così scoperto che gli individui che hanno stretto dei legami sociali in cattività hanno più probabilità di mantenerli anche una volta rilasciati in natura: nascono da un insieme di preferenze sociali (un po’ come quando ci troviamo istintivamente a nostro agio con una persona) e fattori estrinseci, ambientali e sociali.

Dalla natura al laboratorio, e ritorno

Il vampiro vero di Azara è un pipistrello affascinante. Diffuso in Messico e in America Centrale e Meridionale è, come dice il nome, un ematofago. È stato a lungo studiato per i suoi comportamenti cooperativi, che vedono ad esempio il rigurgito, da parte delle femmine di questa specie, del sangue ingerito a favore di un altro individuo.

Per indagarne i legami sociali, gli autori del nuovo studio, pubblicato su Current Biology, hanno catturato 23 femmine e le hanno tenute in cattività per 22 mesi, durante i quali hanno osservato i comportamenti di condivisione del cibo (il rigurgito) e di grooming, la pulizia reciproca del corpo. Quindi, grazie all’impiego di sensori piccoli e leggeri che potevano essere applicati sui pipistrelli, hanno seguito i legami sociali che si erano formati in cattività negli individui rilasciati in natura. In questo modo, i ricercatori hanno cercato di stabilire se tali legami si rompessero nel momento in cui i pipistrelli erano liberi di andare dove volevano, oppure si mantenessero.

Restare amici

I dati raccolti hanno permesso scoprire che i pipistrelli che avevano condiviso il tempo in laboratorio tendevano, una volta liberi, a restare con i compagni con i quali avevano condiviso il periodo di cattività. «Le relazioni sociali che abbiamo osservato nei pipistrelli in laboratorio erano piuttosto resistenti ai cambiamenti dell’ambiente fisico e sociale, perfino quando i gruppi in cattività erano costituiti da campioni abbastanza casuali della colonia selvatica», spiega in un comunicato Simon Ripperger, del Museum für Narukunde di Berlino, primo autore dello studio. E più i pipistrelli avevano cooperato in laboratorio, più vicini restavano in natura.

Uno degli aspetti più interessanti del lavoro è che dimostra come le relazioni sociali osservate non siano un mero effetto della cattività, e quindi di un fattore estrinseco. Infatti, non tutti i legami venivano mantenuti in natura. Ci deve quindi essere un connubio di fattori estrinseci, come la circostanza del trovarsi insieme in cattività, e di preferenze sociali intrinseche affinché il legame si formi e si riesca anche a mantenere al cambio di scenario.

«I nostri risultati si vanno ad aggiungere al crescente numero di prove che indicano come i legami sociali formati dai vampiri veri di Azara siano simili a quelli osservati nei primati», spiega Gerald Carter, ricercatore dell’Ohio State University e co-autore dello studio. «Studiare le relazioni tra gli animali non umani può essere una fonte d’ispirazione e può offrire degli spunti per lo studio dell’amicizia nella nostra specie».


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Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Immagine: Wikimedia Commons

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Anna Romano
Biologa molecolare e comunicatrice della scienza, amo scrivere (ma anche parlare) di tutto ciò che riguarda il mondo della ricerca.