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5 serie di fantascienza del 2019 da recuperare

Con un numero di uscite sempre più alto è difficile tenere dietro alle novità. Ecco cinque serie di fantascienza che vale la pena recuperare durante le fredde serate invernali

Nel mondo dello showbiz seriale, il 2019 verrà probabilmente ricordato per la conclusione di Game of Thrones. La serie fantasy basata sulle opere di George R. R. Martin si chiude dopo otto stagioni. Nove anni che sono stati di grande trasformazione per il mondo dell’intrattenimento televisivo. Il mercato è cambiato profondamente con l’arrivo di servizi di streaming che hanno stravolto il modo di intendere la televisione e, in questo, Games of Thrones appartiene – forse – al mondo del passato. Oltre alla polemiche sulla qualità della serie finale, la discussione più interessante attorno a Game of Thrones riguarda la domanda se nel mondo dello streaming frammentato possano ancora esistere fenomeni di massa.

Dal nostro piccolo osservatorio di Stranimondi, il 2019 verrà probabilmente ricordato per altro. A cominciare dalla delusione dell’ultima serie di Black Mirror, il continuo successo della nostalgia di Stranger Things e il racconto storico del disastro di Chernobyl. Accanto a conferme, delusioni e serialità mainstream c’è stato lo spazio anche per qualche esperimento più originale, a cominciare da quel gioiellino che è Undone.

Qui vi proponiamo cinque serie tv di fantascienza che sono uscite nel 2019 e che vale la pena recuperare, per motivi diversi.

For All Mankind (Apple TV+)

La Apple TV+ è sbarcata anche nei computer nostrani solo da qualche mese. Tra le proposte originali c’è questa serie di storia alternativa ideata da Ronald D. Moore, il papà del reboot di Battlestar Galactica di una decina di anni fa. L’idea alla base di questa serie è: cosa sarebbe successo se la corsa allo spazio fosse stata vinta dai sovietici e non dagli americani? Non una domanda tanto peregrina. Pare che in fondo, oltre la coltre di segretezza del programma spaziale di Mosca, i sovietici fossero davvero a una incollatura di distanza dalla NASA per raggiungere la Luna.

Oltre al fascino del what if…, l’aspetto più interessante della serie è probabilmente l’uso di materiale originale dell’epoca (foto, filmati d’archivio, ecc.) che ricostruiscono e fanno agire i personaggi realmente esistiti in un contesto geopolitico alternativo, ma credibilissimo. Se volete saperne di più, potete anche ascoltarvi l’intervista a Moore nel podcast Imaginary Worlds, in cui si parla anche della difficoltà di trovare schermi televisivi con il tubo catodico da usare in scena…

Weird City (YouTube Originals)

Di questa serie antologica surreale e grottesca prodotta da Mountain View avevamo già accennato un anno fa, all’epoca del suo annuncio. Ora che l’abbiamo vista non possiamo che confermare la nostra idea: se cercate qualcosa di originale, bisogna guardare al di fuori del catalogo di Netflix, che invece ci pare sempre più appiattito su di un mainstream (almeno per quanto riguarda la fantascienza e il fantasy) che vuole soddisfare un pubblico molto ampio.

Qui lo humor nero, condito da una critica sociale molto forte (con la città divisa tra ricchi e poveri, separati da check-point armati) e una analisi spregiudicata delle conseguenze sociali dell’uso massiccio della tecnologia, creano un mix esplosivo. Come in tutte le serie antologiche non tutto è allo stesso livello, ma i sei episodi che la compongono sono una boccata d’aria fresca.

The Boys (Amazon PrimeVideo)

Abbiamo sempre preferito lasciare i supereroi fuori da Stranimondi, per vari motivi, a cominciare dal fatto che – vista la quantità – avrebbero occupato gran parte della rubrica. Facciamo un’eccezione per The Boys, serie originale di Amazon ispirata all’omonimo fumetto scritto da Garth Ennis e uscito qualche anno fa. Lo facciamo perché è una serie solidissima, migliore del fumetto (che è invecchiato non benissimo) e perché è recitata molto bene.

La storia è una sorta di storia alternativa del mondo supereroistico di casa DC: cosa succederebbe se gli esseri umani dotati di superpoteri non fossero esattamente buoni? In un mondo molto simile al nostro, in cui i social e le narrative pubbliche sono più importanti della sostanza, un gruppo di personaggi marginali – i ragazzi del titolo – vuole far capire al mondo che i supereroi non sono quello che sembrano.

Caratterizzato da humor nero e un tono molto crudo, senza sconti di alcun tipo, The Boys è una serie che si consuma in gran velocità e rimane impressa per le sue trovate – a volte – geniali (come per esempio il filmato a luci rosse che a un certo punto viene usato per ricattare uno dei personaggi secondari della serie). Non è perfetta (ci sono alcuni buchi clamorosi di trama), ma le trovate e la solidità del cast sopravanzano abbondantemente i difetti.

Dark Crystal – The Resistance (Netflix)

Il primo film del franchise uscì nel 1982, ma non ottenne il successo immediato che avrebbe garantito l’immediato sfruttamento dei personaggi e dell’ambientazione. Il film era un fantasy piuttosto cupo, non adatto necessariamente ai bambini, e dal costo spropositato. Soprattutto a causa della tecnica di realizzazione: niente attori, ma marionette manovrate da diversi animatori professionisti.

Nel tempo, però, Dark Crystal ha raccolto attorno a sé una fanbase molto nutrita, che ha portato all’uscita di libri, giochi e una crescente richiesta di far ritornare a vivere i personaggi originali. Non è il caso di questa serie prodotta da Netflix e che vede ancora parte della crew originale. La scelta, infatti, è stata quella di raccontare i fatti che hanno portato alla storia del film originale. Un prequel, insomma.

La trama è forse il tallone d’Achille: racconta di un mondo in cui una specie di mostri, gli Skeksis, che dominano i Gelflings, una specie più “semplice” che ricorda gli hobbit tolkieniani. La forza sta nella resa visiva incantevole: più di una volta vi fermerete a chiedervi come sia stato possibile girare quello che si vede sullo schermo facendo ricorso solo alle marionette. E funziona molto anche l’ambientazione fantastica, piena di trovate ingegnose (come l’uso di una specie di armadillo per fare da ruota animata al carro degli Skeksis), accoppiata a una fiaba che vede il contrasto tra chi vuole tenere la conoscenza per sé e chi invece vuole condividerla in un modo più democratico.

Good Omens (Amazon PrimeVideo)

Le attese erano altissime. Perché Neil Gaiman è Neil Gaiman, e le serie fantastiche con David Tennant sono sempre sopra la media. Qui, in più, c’è stata una casa di produzione che ha lasciato ampia libertà agli sceneggiatori. Così – ed è il motivo principale per cui la includiamo in questa lista – ne è venuta fuori una serie che esce dagli schemi del mainstream e scoppia letteralmente di idee geniali. A cominciare dal rapporto tra angelo Aziraphale (interpretato da Michael Sheen) e il diavolo Crowley (David Tennant): un’amicizia che per alcuni fan va oltre e sfocerebbe nell’amore. Oppure alle ripetute prese per i fondelli dalla religione e delle credenze popolari, al punto che c’è stata una addirittura una petizione cristiana che chiedeva di chiudere la serie. Peccato che lo chiedesse a Netflix, e non a PrimeVideo…!

Per queste ragioni, oltre al fatto che sia divertentissima e che prenda abbondantemente in giro anche la nostra fiducia nella scienza (vedi le figuracce che fanno in tutto l’arco narrativo le tecnologie moderne), sono motivi sufficienti per recuperarla.


Leggi anche: Come si è concluso The Man in the High Castle?

Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

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Marco Boscolo
Science writer, datajournalist, music lover e divoratore di libri e fumetti datajournalism.it