SPAZIO

Spazio 2019, le 10 più importanti scoperte dell’anno dall’universo

La prima foto di un buco nero, la caccia ai mondi alieni e le visite di oggetti interstellari: le scoperte più importanti del 2019 dallo spazio

Per l’astronomia e l’astrofisica il 2019 è stato anno ricco di scoperte importanti e di obiettivi raggiunti. Tra la prima osservazione di oggetti trans-nettuniani come Arrokoth, meglio noto come Ultima Thule, che proviene da un altro sistema solare, alle immagini dal lato nascosto della Luna grazie alla sonda cinese Chang’e-4.

Dalla prima immagina del buco nero regalataci ad aprile dal telescopio spaziale New Horizons, fino alla scoperta di nuovi mondi terrestri e non. Scoperte di esopianeti, sia simili che molto diversi dalla Terra, che è stata celebrata anche dal premio Nobel per la fisica 2019, assegnato proprio ai “cacciatori” di mondi alieni.

E poi ancora collisioni tra buchi neri e stelle di neutroni, che squarciano il tessuto dello spazio-tempo con onde gravitazionali osservate da Ligo e Virgo, mentre la sonda Mars InSight registra i primi terremoti marziani e svela la sismologia del pianeta rosso, che rivela molto più diversa da quella terrestre di quanto ipotizzato fino ad oggi. E ancora rarissime supernovae, raggi gamma ad altissima energia e “crisi cosmologiche” hanno caratterizzato questo 2019 ricco e denso di scoperte astronomiche, aprendo a quello che il 2020 in arrivo tra nuove sonde e nuove tecnologie è pronto a offrirci.

Ecco le scoperte più importanti dallo spazio del 2019.

1 – Ultima Thule, l’oggetto trans-nettuniano più lontano mai fotografato

Il 2019 si è aperto con la foto dell’oggetto interstellare più lontano dalla Terra. La sonda New Horizons della NASA il 1° gennaio è stata protagonista di un fly-by ravvicinato che ha permesso di scattare una foto di Ultima Thule, o 486958 Arrokoth come è stato nominato dalla NASA a novembre 2019. Si tratta dell’oggetto trans-nettuniano che viaggia nella cintura di Kuiper, ai confini del nostro sistema solare, celebre anche per la sua particolare forma: quasi a sembrare un pancake gigante o una nocciolina “ammaccata”.

2 – Chang’e-4, un salto sul lato nascosto della Luna

Il 3 gennaio la sonda Chang’e-4, lanciata dall’agenzia spaziale cinese CNSA, ha raggiunto il lato nascosto del nostro satellite, quello che non siamo in grado di osservare dalla Terra. Un allunaggio che cu ha regalato nel 2019 le prime immagini della superficie lunare dal lato nascosto alla nostra vista.

3 – Messier 87, la prima immagine di un buco nero

La prima immagine del buco nero M87 del centro della galassia Messier 87 a 55 milioni di anni luce dalla Terra. Credit: Event Horizon Telescope Collaboration

Il 10 aprile tutto il mondo è rimasto col fiato sospeso per la prima immagine di un buco nero elaborata dai dati del telescopio Event Horizon della NASA. Un team internazionale di scienziati ha mostrato il buco nero M87 situato nel centro della galassia Messier 87, che ha una massa pari a 6,5 miliardi di volte quella del Sole e si trova a circa 55 milioni di anni luce dalla Terra.

Un obiettivo senza pari per gli astronomi, che per decenni hanno tentato di osservare questi oscuri oggetti. I buchi neri esercitano un’attrazione gravitazionale così potente da non lasciar sfuggire nemmeno la luce, una volta che ha superato il limite detto “orizzonte degli eventi”. L’immagine diffusa quindi ricorda proprio questa descrizione: una nera ombra centrale e perfettamente circolare circondata da un’aura di luce.

4 – Mars InSight, terremoti dal pianeta rosso

Credit NASA

La sonda Mars InSight ha registrato il suo primo terremoto sul pianeta rosso e l’annuncio è arrivato ad aprile 2019. La sonda arrivata su Marte per studiarne la sismologia e i segreti del sottosuolo ha registrato dal suo approdo circa 100 eventi, di cui 21 classificati come potenziali terremoti.

Gli eventi sismici marziani però non sono come gli scienziati li avevano immaginati e dati in arrivo dalla sonda della NASA suggeriscono che la crosta marziana sia più simile a quella della Luna piuttosto che a quella della Terra, come gli scienziati avevano ipotizzato. I meccanismi e gli eventi sismici quindi sarebbero diversi da quanto atteso.

5 – Hubble Legacy Field, la mappa più completa dell’universo profondo

Credits: NASA, ESA, G. Illingworth and D. Magee (University of California, Santa Cruz), K. Whitaker (University of Connecticut), R. Bouwens (Leiden University), P. Oesch (University of Geneva) and the Hubble Legacy Field team

Sedici anni di osservazioni e 7500 foto: il lavoro del telescopio spaziale Hubble della NASA è stato “riassunto” in una delle mappe più dettagliate del profondo universo. La mappa Hubble Legacy Field è stata rilasciata a maggio 2019 e contiene circa 265mila galassie, quelle visibili in una regione di cielo che è inferiore alla dimensione apparente della Luna che osserviamo ogni sera. La luce di alcune di queste galassie arriva da 13,3 miliardi di anni luce da noi, mostrandoci quindi l’universo quando aveva appena 500 milioni di anni dopo il Big Bang.

6 – Onde gravitazionali, la mostruosa collisione tra buco nero e stella di neutroni

L’evento S190814bv osservato dal Keck Observatory (Credit: Uscs Transients)

Nell’agosto 2019 l’eco di un evento violento e catastrofico è giunto agi interferometri Ligo e Virgo sulla Terra. Si tratta dell’onda gravitazionale S190814bv emessa dalla collisione tra un buco nero e una stella di neutroni, cioè i resti superdensi di una stella ormai morta.

Dalla scoperta delle onde gravitazionali, per la prima volta gli astronomi hanno osservato l’increspatura dello spazio-tempo prodotta da questi due oggetti supermassivi. Nel 2015 infatti i ricercatori hanno osservato la collisione di due buchi neri, poi nel 2017 le onde gravitazionali prodotte dalla fusione di due stelle di neutroni.

7 – La cometa “aliena” 2I/Borisov

Credit NASA, ESA, J. Olmsted, F. Summers (STScI), CC BY 4.0

Dopo l’avvistamento di Oumuamua  nel 2017, un altro oggetto interstellare è arrivato a far visita alla Terra da un sistema stellare diverso dal nostro. A fine agosto 2019, un astrofilo ha avvistato la cometa “aliena” 2I/Borisov, il cui corpo è nascosto alle osservazioni dalla sua chioma. Questo oggetto celeste raggiunto il massimo punto di avvicinamento alla Terra proprio il 24 dicembre, diventando una cometa di Natale, anche se visibile solo attraverso telescopi e non a occhio nudo.

8 – Mattoni della vita su Encelado

Credit Credit Cassini Imaging Team/SSI/JPL/NASA/ESA

A ottobre 2019 invece una nuova scoperta arriva dall’interno del sistema solare, in particolare dal Encelado, una delle 82 lune di Saturno. Studiando l’atmosfera di questo satellite, i ricercatori della NASA hanno trovato azoto e ossigeno, due elementi che giocano un ruolo chiave nella produzione degli amminoacidi, cioè le molecole che costituiscono le proteine e sono i mattoni della vita come la conosciamo sulla Terra.

9 – Esopianeti e superterre: Nobel Fisica 2019 alla caccia dei mondi alieni

Credits: NASA, ESA, and L. Hustak, J. Olmsted, D. Player and F. Summers (STScI)

Il 2019 è stato sicuramente l’anno della caccia ai mondi alieni, tanto da meritare anche parte del Nobel per la Fisica. Ad oggi sono oltre 4mila gli esopianeti scoperti che differiscono tra loro per forme, dimensioni, orbite e caratteristiche. Ci sono mondi rocciosi molto simili alla Terra, tanto da sembrare quasi gemelli.

Ci sono giganti di ghiaccio, simili al nostro Nettuno, e ancora pianeti giganti gassosi come il nostro Giove. Un nuovo tipo di pianeta “soffice” è stato poi identificato dai ricercatori della NASA: si tratta di una classe di pianeti dall’atmosfera ricca di elio e idrogeno, che hanno una dell’ordine di cento volte inferiore a quella dei pianeti gioviani, ma dimensioni simili.

10 – Ghiaccio su Marte: verso il pianeta rosso

Credits: NASA/JPL-Caltech

Da tempo si discute della presenza di acqua sul pianeta rosso. Sicuramente tracce della sua presenza nel passato sono state più volte accertate negli anni, ma nel 2019 la conferma della presenza di acqua sotto forma di ghiaccio sul pianeta rosso è stata confermata.

Gli scienziati della NASA hanno individuato delle riserve di ghiaccio proprio sotto alla superficie marziana nell’emisfero settentrionale del pianeta, nella regione Arcadia Planitia. Una scoperta importante perché permette di individuare il posto perfetto per le future missioni umane su Marte, dato che la presenza del ghiaccio non solo permetterà agli astronauti di accedere a riserve di acqua potabile, ma anche di avere la materia prima per produrre il carburante necessario a un eventuale viaggio di ritorno sulla Terra.


Leggi anche: Gli eventi legati all’ambiente più rilevanti del 2019

Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Condividi su
Veronica Nicosia
Aspirante astronauta, astrofisica per formazione, giornalista scientifica per passione. Laureata in Fisica e Astrofisica all'Università La Sapienza, vincitrice del Premio giornalistico Riccardo Tomassetti 2012 con una inchiesta sull'Hiv e del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica Giancarlo Dosi 2019 nella sezione Under 35. Content manager SEO di Cultur-e, scrive di scienza, tecnologia, salute, ambiente ed energia. Tra le sue collaborazioni giornalistiche Blitz Quotidiano, Oggiscienza, 'O Magazine e Il Giornale.