IPAZIA

Kathleen Lonsdale: una vita tra fede, cristallografia e pacifismo

Pioniera nell’uso dei raggi X per lo studio dei cristalli ma anche quacchera, obiettrice di coscienza, convinta pacifista, attivista, riformatrice carceraria: è stata una scienziata e una persona straordinaria

Nel corso della sua carriera scientifica, la cristallografa Kathleen Lonsdale ha ottenuto diversi primati. Nota per aver dimostrato per la prima volta la struttura dell’esametilbenzene, è stata anche, insieme alla biochimica Marjory Stephenson, una delle prime due donne a entrare nella Royal Society, la prima a essere nominata professoressa ordinaria all’University College di Londra, la prima a guidare l’International Union of Crystallography e la prima a capo della British Association for the Advancement of Science.

A volte una semplice enumerazione di scoperte e successi scientifici può essere sufficiente a raccontare una vita. Non è questo il caso di Kathleen Lonsdale.

Pioniera nell’uso dei raggi X per lo studio dei cristalli, ma anche quacchera, obiettrice di coscienza, convinta pacifista, attivista, riformatrice carceraria, Kathleen Lonsdale è stata una persona straordinaria, in grado di vivere ogni singolo aspetto della sua esistenza – dalla ricerca scientifica al pacifismo – come parte di un impegno sincero e profondo nei confronti dell’intera umanità.

I primi anni e l’incontro con William Bragg

Kathleen Yardley nasce nel 1903 a Newbridge, a pochi chilometri da Dublino. Ultima di dieci figli, all’età di cinque anni si trasferisce con la famiglia in Inghilterra. Dopo un periodo alla Woodford County High School for Girls, decide di proseguire i suoi studi alla Ilford County High School for Boys, dove ha la possibilità di frequentare i corsi di fisica, chimica e matematica, materie non previste nella scuola femminile. A soli sedici anni ottiene una borsa di studio che le consente di accedere al Bedford College for Women di Londra, dove nel 1922 si laurea in scienze col massimo dei voti. L’anno dopo, su invito dell’importante fisico William Henry Bragg, entra a far parte di un team di ricerca in cristallografia, dapprima all’University College e poi presso la Royal Institution di Londra. Su consiglio di Bragg, Kathleen si concentra sull’analisi della struttura di semplici cristalli organici e collabora con William Thomas Astbury alla messa a punto della tecnica di diffrazione dei raggi X. Nel 1924 si specializza in fisica all’University College; qui incontra Thomas Jackson Lonsdale, studente di ingegneria e suo futuro marito.

La scoperta

Nel 1927, la giovane Kathleen Lonsdale ottiene un incarico presso il dipartimento di fisica della prestigiosa Università di Leeds. Qui, due anni dopo, studiando ai raggi X la struttura dei cristalli dell’esametilbenzene, composto aromatico del benzene, dimostra che gli atomi di carbonio sono complanari, ovvero piatti e disposti sullo stesso piano, in modo da formare degli esagoni. Per la chimica organica è una scoperta importantissima, che mette fine a un dibattito che andava avanti da oltre sessant’anni.

Tra il 1929 e il 1934 Lonsdale ha tre figli. Deve lasciare l’università e dedicarsi alla famiglia – all’epoca non ci sono alternative – ma non smette mai di lavorare; a casa, tra un impegno e l’altro, esegue complicati calcoli a mano sulla struttura dei cristalli. Terminato questo periodo, ha l’opportunità di tornare a fare ricerca presso la Royal Institution e nel 1936 consegue un dottorato di ricerca in chimica presso l’University College di Londra.

Fede e pacifismo

Per Lonsdale, etica, fede e scienza sono strettamente connesse. Nella struttura di un cristallo scorge il medesimo ordine presente nella natura, la stessa bellezza e armonia che percepisce in Dio e che tenta di trasferire nel suo lavoro, nel suo modo di relazionarsi agli altri e in ogni aspetto della sua vita. Crede che “apprezzare la bellezza e l’ordine, così come l’onestà intellettuale, possa condurre verso la verità, non lontano da essa”.

Cresciuta nella fede battista, dopo un lungo periodo di introspezione e ricerca decide di diventare quacchera. Si avvicina a questa religione perché la sente vicina alle sue forti tendenze pacifiste, sviluppate durante la prima guerra mondiale, dopo aver assistito impotente alla distruzione sotto i bombardamenti della sua casa di famiglia nell’Essex. Entra a far parte della Peace Pledge Union, la più antica organizzazione pacifista britannica, ma le sue convinzioni si traducono anche in azioni di vera e propria disobbedienza civile e obiezione di coscienza.

L’esperienza in carcere e gli ultimi traguardi

Durante la seconda guerra mondiale sconta una condanna di un mese nella prigione di Holloway per essersi rifiutata di pagare una multa che le era stata comminata per non aver accettato di arruolarsi nella difesa civile.

Dopo aver vissuto sulla sua pelle la terribile esperienza del carcere, diventa un’attivista per la riforma del sistema detentivo e dell’ordinamento penitenziario del Regno Unito, si unisce alla Howard League for Penal Reform ed entra nel Board of Visitors di diverse prigioni femminili, lottando per un carcere autenticamente “umano”, in cui le detenute siano trattate con maggiore rispetto e che metta al primo posto la funzione riabilitativa.

La breve permanenza di Lonsdale nella prigione di Holloway non frena la sua carriera scientifica, che raggiunge il suo culmine nel 1949, anno in cui viene nominata professoressa ordinaria di chimica presso l’University College. È la prima donna del prestigioso ateneo londinese a ottenere questo incarico. Nel 1956 ottiene invece il titolo di Dame Commander dell’Impero britannico, conferitole per essersi distinta in campo scientifico e sociale. Continua a lavorare all’University College fino al 1968, anno in cui diventa professoressa emerita. Muore di cancro due anni dopo, nel 1971, all’età di 68 anni.


Leggi anche: La Minerva felsinea

Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Immagine: Wikimedia Commons

Condividi su
Simone Petralia
Giornalista freelance. Amo attraversare generi, discipline e ambiti del pensiero – dalla scienza alla fantascienza, dalla paleontologia ai gender studies, dalla cartografia all’ermeneutica – alla ricerca di punti di contatto e contaminazioni. Ho scritto e scrivo per Vice Italia, Scienza in Rete, Micron e altre testate. Per OggiScienza curo Ipazia, rubrica in cui affronto il tema dell'uguaglianza di genere in ambito scientifico attraverso le storie di scienziate del passato e del presente.