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“Zittire” le zanzare per impedire la diffusione della dengue

Un team internazionale, composto da ricercatoti e ricercatrici provenienti da Stati Uniti, Australia e Taiwan, ha messo a punto una metodica innovativa e molto promettente per limitare l’efficacia di un vero e proprio killer silenzioso: la zanzara.

La zanzara è il vettore di molti virus potenzialmente letali, tra cui quello della dengue, una febbre emorragica diventata ormai endemica in molte regioni tropicali e sub-tropicali del nostro pianeta, per la quale attualmente non esiste cura e che può portare alla morte delle persone affette.
La dengue è particolarmente pericolosa in quanto può essere causata da 4 distinti ceppi virali: le persone che guariscono diventano quindi immuni al ceppo attraverso cui l’hanno contratta, ma restano vulnerabili nei confronti degli altri tre.
Finora le strategie di prevenzione si sono concentrate sulla riduzione della popolazione di zanzare (disinfestazioni mirate) o su soluzioni (come zanzariere e repellenti) volte a mitigare il rischio di puntura. Tuttavia queste tecniche non hanno dato i risultati sperati, anche a causa dei cambiamenti climatici in atto su scala globale, che di fatto creano nuovi microclimi in cui per le zanzare è più facile sopravvivere e riprodursi.

Il team di ricerca, guidato dall’Università di San Diego, ha allora applicato una strategia innovativa: invece di eliminare il messaggero, silenziarlo. Per fare questo si è dovuto innanzitutto identificare un anticorpo monoclonale umano a largo spettro, in grado cioè di contrastare i 4 diversi ceppi virali della dengue.
Dopo di che l’anticorpo a largo spettro (1C19), opportunamente modificato, è stato inserito nel corredo genetico delle femmine di zanzara della specie Aedes aegypti, vettori della patologia. Normalmente, la dengue è trasmessa a una persona attraverso la puntura di una zanzara che ha punto, precedentemente, un individuo infetto. Il virus infatti circola nel sangue di una persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri, causando così la diffusione della patologia, in assenza di un contagio diretto (cioè da persona a persona)

Cosa succede però alle zanzare ingegnerizzate? “Una volta che la zanzara ha succhiato il sangue, l’anticorpo è attivato ed espresso, ecco il trucco – spiega il Professor Omar Akbari, coordinatore della ricerca – In questo modo, l’anticorpo a largo spettro è in grado di impedire la replicazione virale e quindi di prevenire la disseminazione che normalmente avviene attraverso l’insetto”.
Secondo i ricercatori, inoltre, questo trucco potrebbe essere utilizzato in parallelo ad altre tecniche di editing genetico (come l’innovativa CRISP/CAS-9) particolarmente efficaci nella diffusione di una specifica caratteristica all’interno del corredo genico di una popolazione: in questo modo nel giro di poche settimane (il ciclo di vita di queste zanzare si aggira intorno ai 15-20) si può raggiungere la totalità della popolazione di insetti, rendendola di fatto incapace di trasmettere la dengue.

I promettenti risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista PLOS Pathogens, aprono il campo alla sperimentazione per la lotta ad altre patologie, visto che attualmente sono stati caratterizzati anticorpi contro diversi virus diffusi tramite le zanzare (come il virus Zika e quello della chikungunya): “è affascinante – conclude il Professor James Crowe, direttore del Vanderbilt Vaccine Center di Nashville e co-autore dello studio – come siamo in grado, oggi, di trasferire geni dal sistema immunitario umano per conferire immunità alle zanzare. Questo lavoro apre tutto un nuovo mondo di possibilità, a livello di biotecnologie, per bloccare malattie veicolate da questi insetti”.


Leggi anche: Saliva di zanzara e trasmissione di patogeni

Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Immagine: Pixabay

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Marcello Turconi
Neuroscienziato votato alla divulgazione, strizzo l'occhio alla narrazione digitale di scienza e medicina.