AMBIENTE

Le minacce per le lucciole

Gli esperti di tutto il mondo si sono confrontati sui rischi per la tutela delle lucciole; sappiamo che sono in declino, ma mancano dati precisi.

Considerato il ruolo cruciale che gli insetti hanno negli ecosistemi, il declino di diverse popolazioni evidenziato dalle ricerche degli ultimi anni lancia un segnale inquietante. Capire dove, come, perché e quali specie o popolazioni si stanno riducendo è fondamentale per comprendere poi dove possiamo agire per arginare il problema. La maggior parte degli studi si è concentrata su alcune specie in particolare (ad esempio, sui principali impollinatori), mentre altre sono rimaste più o meno in disparte. È il caso delle lucciole, per le quali manca una revisione completa dello stato di conservazione e delle principali minacce. È per questa ragione che un gruppo internazionale di ricercatori ha condotto uno studio, pubblicato sulla rivista BioScience, cercando di catalogare le principali minacce alla specie basandosi su attente interviste condotte con gli esperti del settore.

I questionari agli esperti nel mondo

Tecnicamente, le lucciole sono lampiridi, una famiglia di coleotteri che comprende circa 2000 specie. Insieme alle farfalle, sono tra gli insetti più carismatici e la ragione è, ovviamente, nella loro bioluminescenza, che avviene grazie a organi ed enzimi specializzati. A seconda della specie, solo uno dei due sessi o entrambi possono produrre luce, e in alcune specie sono luminescenti perfino uova e larve. L’organizzazione no-profit Firefly Research and Conservation riporta che le lucciole sono le “lampadine più efficienti al mondo”: una normale lampada a incandescenza, ad esempio, usa circa il 10 per cento dell’energia per produrre luce, e la restante diventa calore; una a fluorescenza inverte le percentuali, per cui la dispersione in calore è di circa il 10 per cento. Le lucciole battono anche queste ultime: quasi il 100 per 100 dell’energia impiegata diventa luce.

Diversi studi hanno già evidenziato come anche le lucciole, non diversamente da molti altri d’insetti, siano in declino. Manca, però, una visione d’insieme. È questo il gap che hanno cercato di colmare gli autori del nuovo studio, un gruppo internazionale di ricercatori che fanno parte del Firefly Specialist Group della IUCN. I questionari sono stati rivolti a 350 membri del Firefly International Network, che raccoglie scienziati e appassionati da varie parti del mondo. Dallo studio delle loro risposte, i ricercatori hanno potuto catalogare le principali minacce percepite per questi insetti, accompagnate dalle attuali prove del loro impatto, e proporre così anche i fattori di rischio che potrebbero aumentarne la vulnerabilità.

Minacce condivise

Le minacce identificate hanno mostrato un peso variabile a seconda della regione presa in considerazione. Tra queste, comunque, due in particolare influiscono anche sulla popolazione di altri insetti. È il caso della perdita di habitat è considerata la più grave, e soprattutto per le specie adattate ad habitat ben definiti. Uno degli aspetti che preoccupa i ricercatori è che, se una popolazione diminuisce drasticamente a livello locale, non sempre è possibile ricolonizzare la zona con nuovi abitanti, arrivati ad esempio con le migrazioni.

Altra minaccia è rappresentata, poco sorprendentemente, dall’uso di alcuni pesticidi: è il caso dei neonicotinoidi, il cui uso outdoor è del tutto vietato in Unione Europea dal 2018 (per alcuni tipi, il bando è avvenuto già nel 2013), ma sono ancora in uso in altre regioni del mondo, tra cui gli Stati Uniti. Infine, le lucciole sono sensibili all’inquinamento luminoso. Sebbene manchino studi completi sull’effetto delle luci artificiali, queste alterano la comunicazione tra le lucciole, basata sulla bioluminescenza, per cui l’effetto può ricadere sul successo della riproduzione; inoltre, questi insetti evitano le aree illuminate.

Gli autori concludono la loro indagine evidenziando la necessità di stabilire programmi di monitoraggio che permettano di seguire i trend di popolazione, in particolare per i gruppi più a rischio. E di focalizzarsi su quattro obiettivi principali: la conservazione degli habitat, il controllo dell’inquinamento luminoso, la riduzione dell’uso dei pesticidi e lo sviluppo di linee guida per un turismo sostenibile. In alcune regioni del mondo, infatti, il turisti accorrono per vedere le danze notturne di questi insetti: come racconta in quest’articolo National Geographic, però, non sempre l’impatto è noto.

Gli insetti hanno un ruolo fondamentale per gli ecosistemi: sono impollinatori, degradano le sostanze morte e sono parte cruciale della rete alimentare; per quanto riguarda le lucciole, alcune specie allo stadio larvale predano altri invertebrati infestanti, come le lumache,

Lavorare ai primi tre obiettivi indicati dagli autori ha il grosso vantaggio non rappresentare un beneficio solo per le lucciole, ma per moltissimi altri insetti e – nel caso dell’inquinamento luminoso – anche ad esempio per alcuni altri animali, come gli uccelli (soprattutto migratori) e le tartarughe marine, le confusi dalle luci notturne.


Leggi anche: La lepre sconosciuta (e da proteggere)

Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Condividi su
Anna Romano
Biologa molecolare e comunicatrice della scienza, amo scrivere (ma anche parlare) di tutto ciò che riguarda il mondo della ricerca.