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Cos’è la claustrofobia?

Sempre più spesso usiamo parole importate dalla psicologia, ma qual è esattamente il loro significato? Scopriamolo con Bates Corner, il glossario minimo di psicologia

È la fobia degli spazi ristretti. Il DSM-V la colloca tra le fobie specifiche situazionali, insieme alla fobia delle altezze e di guidare. La claustrofobia si manifesta con una paura marcata e persistente dei luoghi chiusi e angusti e si accompagna anche all’evitamento di quelle situazioni che potrebbero creare un senso di oppressione e di mancanza di libertà di movimento.

Alcuni studi spiegano questo disturbo associando l’origine della fobia a una esigenza atavica, l’istinto di sopravvivenza. Altri, invece, sostengono che dimensioni più piccole dell’amigdala possano interferire con la capacità del cervello di percepire il pericolo e, quindi, di generare la paura. Altre ricerche ancora hanno cercato una correlazione tra paura claustrofobica e capacità di percepire lo spazio: alcuni ritengono, infatti, che sia la claustrofobia sia l’acrofobia, cioè la paura delle altezze, possono essere correlate a squilibri nella percezione dello spazio intorno al proprio corpo.

La buona notizia, in questo periodo di quarantena, è che questa paura non si dovrebbe attivare nella propria abitazione!

Per sapere di più su questo tema, guarda questo video che fa parte della serie dal titolo Bates Corner, Glossario minimo di psicologia, in onore di Norman Bates, il protagonista della serie di romanzi Psycho di Robert Bloch, che molti conoscono per l’adattamento cinematografico Psyco di Alfred Hitchcock (1960).


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Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

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Giulia Rocco
Pensa e produce oggetti multimediali per il giornalismo e l’editoria. L’hanno definita “sperimentatrice seriale”.