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Eleanor Macdonald e l’epidemiologia del cancro

Epidemiologa americana, ha istituito il primo registro dei tumori degli Stati Uniti e messo a punto numerosi programmi per l'analisi statistica e il monitoraggio del cancro.

Pioniera dell’epidemiologia applicata all’oncologia, Eleanor Macdonald è stata tra le prime persone al mondo a portare avanti programmi di analisi statistica e monitoraggio del cancro. Oltre a istituire il primo registro dei tumori degli Stati Uniti, basato su uno studio approfondito della diffusione della malattia tra i cittadini, nel corso della sua carriera ha contribuito in modo significativo alla comprensione delle dinamiche che portano allo sviluppo del cancro e all’elaborazione delle migliori strategie di prevenzione. Molti dei programmi esistenti oggi per lo screening dei tumori sono costruiti sui suoi modelli epidemiologici.

Dal violoncello all’epidemiologia

Eleanor Josephine Macdonald nasce in un sobborgo di Boston, in Massachusetts, nel 1906. Il padre è un ingegnere di origini scozzesi, la madre una pianista di concerto con ascendenze anglo-irlandesi. Terza di sei figli, studia violoncello al conservatorio e frequenta il Radcliffe College, dove nel 1928 si laurea in musica e storia della letteratura. Dopo la laurea, suona per due anni come violoncellista professionista in un trio. Si esibisce in diversi stati, dal Maine alla Florida.

Nel 1930, un semplice favore a un conoscente si trasforma in un evento destinato a cambiare per sempre la sua vita. Robert B. Greenough, presidente del Cancer Committee del Massachusetts e vecchio amico di suo padre, le chiede aiuto per la stesura di un breve documento sulla mastopatia fibrocistica. Eleanor si appassiona talmente all’argomento che decide di seguire i corsi della Harvard University School of Public Health. Qui conosce l’importante matematico Edwin Bidwell Wilson, che la introduce alle metodologie statistiche in ambito epidemiologico.

In Massachusetts

Macdonald non ha una laurea in medicina, ma le sue conoscenze le consentono di ottenere un incarico presso il dipartimento di sanità pubblica del Massachusetts. Entra a far parte di un gruppo di ricerca che si occupa di studiare l’incidenza di tumori e malattie croniche nelle persone sopra i 40 anni. Per cinque anni, lei e un volontario si recano di persona presso le case dei cittadini del Massachusetts, sani e malati, raccogliendo informazioni sul loro stato di salute.

È la prima volta che gli strumenti dell’epidemiologia vengono applicati alla ricerca sul cancro. Macdonald fornisce ai medici informazioni dettagliate sulla distribuzione dei tumori nelle diverse aree dello stato e sull’evoluzione dei sintomi, consentendo a molti di loro l’individuazione precoce della malattia. Ha inoltre l’intuizione di sfruttare le potenzialità dell’informatica, all’epoca agli albori, nell’elaborazione dei dati statistici; negli anni Trenta lavora con i primi calcolatori a schede perforate Remington Rand.

Consapevole dell’importanza della sensibilizzazione dell’opinione pubblica, per due anni conduce un programma radiofonico settimanale in cui aggiorna la popolazione sui risultati dei suoi studi. Non può usare la parola “cancro”, vietata fino al 1936, ma il messaggio arriva lo stesso.

In Connecticut

Tra il 1940 al 1948 lavora per il dipartimento di sanità pubblica del Connecticut. Qui istituisce il Connecticut Cancer Registry and Follow-up Program, il primo registro dei tumori a comprendere la raccolta di tutti i dati epidemiologici e un programma completo di follow-up, ovvero un monitoraggio approfondito della popolazione coinvolta. Per sei anni lei e i suoi collaboratori controllano tutti i registri ospedalieri in cui risultano pazienti malati di cancro; rintracciano quindi ogni singolo caso per studiare il decorso della malattia. Tra le altre cose, scoprono che circa 1.800 persone che i medici ipotizzavano fossero morte, sono in realtà ancora vive. Molti registri dei tumori creati successivamente hanno utilizzato il sistema di Macdonald come modello. Sulla base di questo lavoro, nel 1948 viene pubblicato  “The Incidence and Survival in Cancer”, documento che in breve tempo diventa un riferimento per gli epidemiologi americani.

Lavoratrice infaticabile, tutti i fine settimana Macdonald si reca a New York, dove per dieci anni gestisce il dipartimento di statistica del Memorial Sloane Kettering, un ospedale specializzato nella ricerca sul cancro. Fino al 1947, inoltre, presta servizio come consulente presso il National Advisory Cancer Council di Washington.

In Texas

Nel 1948 Randolph Lee Clark, direttore dell’M.D. Anderson Cancer Center dell’Università del Texas, a Houston, decide di istituire un dipartimento di epidemiologia, il primo in assoluto in un centro di ricerca sui tumori, e ne affida la gestione a Eleanor Macdonald, conosciuta l’anno prima a New York.

Nel nuovo dipartimento viene messo a punto un metodo di elaborazione statistica che consente a medici e ricercatori di recuperare facilmente tutte le informazioni necessarie per valutare ogni singolo caso. Il programma di controllo e monitoraggio, portato avanti per 23 anni, include i dati dei pazienti oncologici di ospedali, cliniche, studi privati, laboratori e case di cura.

Nel corso della sua carriera, Macdonald pubblica oltre 150 articoli scientifici. Il suo lavoro fornisce un contributo essenziale alla comprensione dell’eziologia del cancro e all’elaborazione delle migliori strategie di prevenzione. Una sua analisi sui tassi di mortalità nella città di Houston, per esempio, rende evidente il legame tra l’alta incidenza di tumori e l’inquinamento dell’aria, mentre una ricerca condotta nella contea di El Paso dimostra come la messa a punto di un programma di pap test davvero capillare contribuisca a ridurre drasticamente l’insorgenza del cancro al collo dell’utero. Nel 1972 riceve il Myron Gordon Award per uno studio sulla connessione tra etnia, genere ed esposizione al sole nella formazione di melanomi maligni.

Lascia la sua cattedra all’Università del Texas nel 1974, ma continua a lavorare come professoressa emerita fino al 1982. Non smette mai di suonare il violoncello. Muore a Houston il 26 luglio 2007, all’età di 101 anni.


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Immagine: Wikimedia Commons

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Simone Petralia
Giornalista freelance. Amo attraversare generi, discipline e ambiti del pensiero – dalla scienza alla fantascienza, dalla paleontologia ai gender studies, dalla cartografia all’ermeneutica – alla ricerca di punti di contatto e contaminazioni. Ho scritto e scrivo per Vice Italia, Scienza in Rete, Micron e altre testate. Per OggiScienza curo Ipazia, rubrica in cui affronto il tema dell'uguaglianza di genere in ambito scientifico attraverso le storie di scienziate del passato e del presente.