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La tua gallina è felice?

Non sappiamo esattamente cosa renda felici polli e galline, né se si possa parlare di felicità. Ma con i consigli dell'esperto e una buona conoscenza del “tuo pollo” potrai garantirgli una vita piena e soddisfacente.

Quando chiedi a qualcuno di pensare a un uccello, raramente penserà a una gallina. E quando si vedono foto di galline che si comportano esattamente come qualsiasi altro uccello – svolazzare e appollaiarsi sui rami degli alberi, ad esempio – spesso si rimane sorpresi e affascinati dalla “stranezza”. Anche se ormai sappiamo che molti uccelli sono dotati di un’intelligenza pari a quella dei mammiferi, fatichiamo ancora a dare la stessa considerazione alla gallina, che rimane tra gli animali più sottovalutati del pianeta. Eppure la letteratura scientifica è ricca di ricerche sulla cognizione, sulle emozioni, sulla personalità e sulla socialità nei polli, ricerche che confrontano la loro capacità con quella di altri uccelli considerati “più intelligenti” e ci suggeriscono che i polli sono altrettanto complessi cognitivamente, emotivamente e socialmente.

I numerosi studi sugli aspetti cognitivi dei pulcini che sono stati effettuati dal gruppo di un famoso ricercatore e docente italiano, Giorgio Vallortigara, ci danno indicazioni sull’intelligenza delle galline e sulle sue capacità, e in particolare sulla cognizione spaziale e sulla asimmetria cerebrale. Grazie a questi sappiamo che una gallina sa giocare, che ha lo stesso numero di neuroni di un piccolo primate, che è in grado di ricordare e trasmettere informazioni ai suoi simili, che è capace di riconoscere un volto, calcolare un volume e distinguere fra quantità diverse.

Negli ultimi tempi alcuni gruppi di ricerca si sono concentrati sullo studio della “felicità” dei polli e delle galline che vivono in allevamento intensivo cercando di capire se la loro felicità fosse misurabile. I ricercatori della Guelph University sono impegnati in questo progetto già da alcuni anni: analizzando il comportamento di 16 razze di polli hanno elaborato una serie di test fisici e comportamentali per poter osservare come si arrampicano su una barriera per raggiungere il cibo, quanto sembrano soddisfatte mentre giocano con un verme finto insieme agli sperimentatori, se sembrano gradire un certo arricchimento ambientale delle gabbie. E quanto questo le renda “felici”.

Ma questi esperimenti sono quasi tutti diretti a capire se, rendendo i polli e le galline di allevamento più soddisfatti, si ottenga una migliore qualità di uova e carne. Sappiamo, invece, ancora troppo poco sulla felicità tout court. Ma per tutti noi che abbiamo un piccolo pollaio domestico o una gallina come pet e non intendiamo farci il brodo, questo tema è davvero il più importante.

Cos’è la felicità per una gallina?

Nessuno lo sa davvero. Non c’è modo di saperlo, né di misurala e il termine stesso risulta piuttosto vago e forse non del tutto corretto quando parliamo di animali. In inglese si fa una distinzione tra “welfare” e “wellbeing”, mentre in italiano siamo soliti parlare genericamente di “benessere”. Anche questo, però, non ci sembra abbastanza. Se il benessere risulta essere quello fisico, basato sulla possibilità di vivere in condizioni di salute e ambientali buone, senza patire fame, sete e grandi paure, ci vorrebbe un termine in più per definire una vita soddisfacente fatta di emozioni, di libertà di espressione dei bisogni etologici della specie di appartenenza e la propria socialità. Solo quando ha tutto questo, potremmo definire – in maniera un po’ impropria ma efficace – una gallina “felice”.

Scegliere la gallina come pet significa rendersi conto di quali sono le sue esigenze e capire se puoi soddisfarle. “Non puoi pretendere che la gallina venga tenuta in gabbia, come la maggior parte delle persone fa con il coniglio domestico”, spiega a OggiScienza Lorenzo Torrioli, veterinario esperto in patologie aviarie con una grande passione per le razze ornamentali, che alleva. Svolge attività didattiche e divulgative e ha avviato alcuni esperimenti di hen therapy. “La gallina ha bisogno di spazio, può essere adatta a una vita domestica, ma preferibilmente dovrebbe disporre anche di un piccolo giardino, dove poter razzolare, fare i bagni di sabbia e stare al sole”.

“Il mondo avicolo è fatto di tantissime razze, ed ognuna ha bisogno di alcune specifiche accortezze per vivere bene: sono tutte molto diverse”. Ecco perché è importante anche saper valutare la razza che fa per noi, evitando di guardare solo l’aspetto estetico. Se, per esempio, disponiamo di uno spazio molto piccolo, non sarà il caso di adottare una Brahma, che date le sue dimensioni si sentirà segregata. Nonostante sia una gallina dal carattere molto mansueto, piuttosto tollerante, docile, tranquilla e quindi adatta ad essere buona compagna dei bambini, ha una taglia decisamente extralarge: la gallina adulta pesa attorno ai 4 Kg e mezzo, il gallo anche 5 o più.

Secondo Torrioli, “ci sono delle razze che sono più predisposte a essere animali da pet, perché hanno una taglia piccola e un’indole molto docile e sono più facili da gestire in ambiente domestico. Penso ad esempio a tutte le razze ciuffate nane, come la Moroseta, la Padovana o l’Olandese”. Ti devi anche ricordare – prima di adottarne una in casa! – che la gallina non ci pensa due volte prima di fare la cacca: “è quasi impossibile insegnare a una gallina a fare i suoi bisogni fuori come faresti con un cane, quindi se decidi di tenerla in casa devi prendere in considerazione che lei li farà dove si trova. Se ha un posto per la notte, come un posatoio, è probabile che li faccia lì durante le ore notturne, ma poi di giorno… succederà anche altrove”.

La felicità è stare insieme

La gallina è un animale sociale e molte razze hanno una socievolezza spiccata. Per questo se ne hai una sola dovrai pensare di dedicarle del tempo per stare insieme. E lei lo apprezzerà. “Le capacità di apprendimento di qualsiasi animale – chiarisce il veterinario – sono direttamente proporzionali al tempo che tu dedichi a quell’animale. È importante sottoporre l’animale a più stimoli possibile perché cresca equilibrato. La gallina può essere un pet e vivere in casa con noi ma devi darle degli input continui, fornire dei giochi, dei passatemi, e soprattutto garantire la tua presenza. Se un animale sociale come la gallina sta troppo da solo soffrirà non solo la mancanza degli stimoli, ma anche la solitudine”.

“Il primo ‘gioco’ in assoluto che ci sentiamo di elencare e suggerire – si legge su Tutto sulle Galline, un sito sul tema che consigliamo – è quello della ‘compagnia umana’. Passare del tempo ogni giorno a contatto stretto con le nostre cocche le stimola molto, le incuriosisce, le diverte e trasmette loro il nostro affetto. In questo modo diventeranno molto più fiduciose verso l’essere umano, si accosteranno senza timore e si faranno prendere facilmente anche in braccio. Questo contatto giornaliero ci permetterà di fare con loro diversi ‘giochi’ e dunque di stimolarle in modi che altrimenti resterebbero inibiti”.

La felicità è un gioco… o due: qualche idea

La ricerca.
Perché non nascondere un po’ di bocconcini gustosi qua e là nel giardino? Non è necessario disporre di uno spazio enorme, è sufficiente anche solo un mucchietto di foglie secche e terriccio dove la gallina potrà fare un vero e proprio lavoro di ricerca, scovando un vermetto, un pezzettino di pasta, un frutto, qualche seme…

Specchietti per galline.
Minimo sforzo, massima resa: “bastano piccoli giochini homemad – consiglia Torrioli – come muovere uno spago con degli specchietti che luccicano. La gallina li rincorrerà per beccarli” , e il gioco è fatto!

Barattoli rotolanti.
Alla gallina si richiede un po’ di ingegno e un po’ di attività fisica. Se su una bottiglietta di plastica pratichiamo un po’ di fori e la riempiamo di semi, la gallina potrà imparare che, facendola rotolare, il cibo fuoriesce e la vedrai giocare a rincorrere la bottiglia per godersi la ricompensa

L’impiccato.
Per complicare un po’ le cose e rendere il pasto più divertente puoi infilare in un cordino foglie di verdura e frutta, ottenendo uno spiedino da appendere perché la gallina possa beccare, cambiando un po’ la sua routine.

Agility.
“Insegnare qualcosa alla gallina non è nulla di diverso rispetto a quello che facciamo con il cane – ci spiega l’esperto – Usiamo semplicemente il rinforzo positivo: ‘tu fai bene una cosa e io ti premio’. Questo è un modo semplice di apprendere e così le galline possono imparare anche a fare agility!”. Con qualche pezzettino di cibo ci si può divertire organizzando un semplice percorso da fare insieme: salire e scendere da una scatola, entrare in un tunnel, passare sotto un ramo…

La felicità è poter fare la gallina e mangiare in modo adeguato

“L’animale ha degli istinti e delle caratteristiche etologiche proprie – spiega il veterinario – Per il suo benessere è fondamentale che lei sia libera di esprimere il suo repertorio etologico. Quindi razzolare, così come fare i bagni di sabbia o terra in una bella giornata di sole. Se noi togliamo alla gallina la possibilità di esprimere questi comportamenti, rischiamo seriamente di essere la causa di comportamentali seri, come la PICA (un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dall’ingestione continuata di sostanze non commestibili, ndr), o addirittura il cannibalismo. Spesso si arriva a questo negli allevamenti intensivi, dove le galline si beccano, si strappano le penne e si feriscono a vicenda proprio perché sono ammassate in un capannone, vivono in gabbie (anche se arricchite), con troppi conspecifici e senza poter espletare i loro comportamenti tipici”.

Come per qualsiasi altro animale il benessere zoppica se manca lo stato di salute. Ed è per questo che è fondamentale curare l’alimentazione della gallina, sapendo che anche se è vero che potrebbe mangiare un po’ di tutto, non può trasformarsi nel nostro tritarifiuti domestico.

“La sua alimentazione – precisa il dott. Torrioli– si basa principalmente su sementi (grano, mais, sorgo bianco, soia decorticata), con delle aggiunte di altri cibi in alcuni periodi: in inverno, quando le temperature sono più basse e il metabolismo dell’animale aumenta, lì è richiesta un’aggiunta di grassi e proteine. E’ altamente consigliabile che la gallina stia anche all’aperto perché mangiando l’erba acquisisce fibra e vitamine che fanno bene all’intestino, oltre a rendere le uova con il tuorlo più arancione. Inoltre in giardino polli e galline possono anche autoalimentarsi come farebbero in natura, beccando vermi o lumache, che garantiscono benessere sia dal punto di vista etologico che fisiologico. Si possono dare anche i resti dell’alimentazione umana, ma l’importante è siano tutti alimenti freschi, per evitare che si formino lieviti o muffe”.

Conosci il tuo pollo!

Vuoi sapere se è felice? “Devi conoscere il tuo pollo!”, ci dice Torrioli. “Ogni gallina è diversa dalle altre, quindi devi scoprire le modalità di espressione della tua gallina. Ma in linea generale ti puoi orientare sapendo che l’animale fa dei vocalizzi quando sta bene, le femmine in particolar modo. Il maschio tende a cantare. Quando accarezzi la tua gallina e le piace probabilmente si metterà accovacciata e arriccerà le penne del collo, facendo vocalizzi dai toni bassi e continui. Un po come a dirti ‘continua a farmi le coccole’.

Se dovessimo identificare degli indicatori di “felicità” sarebbero proprio questi: “La tranquillità (ad esempio tocchi la gallina e lei si ferma e rimane lì con te), vocalizzi con un tono basso (non schiamazzi, perché quelli sono versi che fa in un momento di pericolo) che sono rivolti a te, per dirti che sta bene. Se è tranquilla, la gallina sta con il corpo un po’ incassato o accovacciata, quando invece si tira su e si fa più alta, rigida e vigile c’è qualcosa che la fa stare in allerta”. Più sta rilassata anche in tua presenza e più questo ti dice che lei è piacevolmente soddisfatta della vostra vita insieme.


Leggi anche: Dal veterinario, come addolcire la pillola per i tuoi pet

Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

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Sara Stulle
Libera professionista dal 2000, sono scrittrice, copywriter, esperta di scrittura per i social media, content manager e giornalista. Seriamente. Progettista grafica, meno seriamente, e progettista di allestimenti per esposizioni, solo se un po' sopra le righe. Scrivo sempre. Scrivo di tutto. Amo la scrittura di mente aperta. Pratico il refuso come stile di vita (ma solo nel tempo libero). Oggi, insieme a mio marito, gestisco Sblab, il nostro strambo studio di comunicazione, progettazione architettonica e visual design. Vivo felicemente con Beppe, otto gatti, due cani, quattro tartarughe, due conigli e la gallina Moira.