LIBRI

“L’ordine nascosto”, la vita segreta dei funghi nel libro di Merlin Sheldrake

Che rapporto possiamo trovare tra i funghi e la meccanica quantistica? Lo scopriamo in questo libro edito da Marsilio Nodi.

– “Un lato ti farà diventare più alta, e l’altro lato ti farà diventare più bassa”
– “Un lato di che cosa? L’altro lato di che cosa?”, chiese Alice
– “Del fungo”, disse il bruco. –

Se pensiamo ai funghi, i riferimenti del nostro comune immaginario letterario sembrano essere assai limitati. L’incontro con il “brucaliffo” e il suo fungo magico in “Alice nel Paese delle Meraviglie”, è uno degli omaggi più celebri all’universo fungino, insieme magari alla “scorciatoia che porta ai funghi” e altre tracce simili nascoste nello sterminato panorama della contea del “Signore degli Anelli”. Ma si tratta di casi piuttosto isolati, del resto gli autori di questi due romanzi, Lewis Carroll e JRR Tolkien, subirono il fascino dei funghi probabilmente perché avevano acquisito una certa familiarità col mondo delle scienze naturali – uno era anche un matematico, l’altro era notoriamente appassionato ed esperto di botanica. Eppure, di elementi di fascinazione e di ispirazione, in letteratura così come nella ricerca scientifica, se ne possono trovare a bizzeffe quando si va “a caccia di funghi”.
Per qualche ragione, non siamo tuttavia ancora abbastanza interessati a queste forme di vita tanto da raffinare il nostro sguardo e le nostre capacità esplorative.

Questa inspiegabile forma di indifferenza non può comunque durare ancora a lungo, considerando la preminenza, per quanto nascosta, che i funghi hanno da sempre sul nostro pianeta (e forse oltre). A farcelo capire è Merlin Sheldrake, biologo e divulgatore britannico, con il suo “L’ordine nascosto. La vita segreta dei funghi”, edito da Marsilio Nodi.

Non il solito libro sui funghi

Chi si aspetta una guida aggiornata e ragionata per meglio interpretare o magari riconoscere i funghi in gita tra i boschi rimarrà deluso. Meglio piuttosto munirsi di una giusta dose di astrazione per un’esplorazione che può stordire, dove si parla di evoluzione, geologia ed ecologia, intelligenza artificiale, comunicazione, filosofia.

Sheldrake non ha dubbi e lo sottolinea subito, fin dall’introduzione: si può ben dire che sulla Terra, se comparati alla storia evolutiva dell’uomo, i veri padroni di casa sono i funghi, o quantomeno sono inquilini con competenze uniche e indispensabili, essenziali alla conservazione della vita. Si prosegue con una lista di dati da far venire le vertigini: esistono circa 2 milioni di specie di funghi, ovvero ci sono più funghi che piante, le quali del resto passarono dall’acqua alla terra ferma proprio grazie ai miceli dei funghi, più o meno attorno al Devoniano quando il paesaggio era dominato dai Prototaxies; non c’è materiale, superficie, habitat, anche radioattivo, che sembra poter ostacolare la crescita e la proliferazione dei funghi, tutto grazie alle loro sorprendenti proprietà metaboliche; hanno un ruolo nell’equilibrio dei suoli e dell’atmosfera; vivono in qualsiasi forma di organismo, compreso il nostro, e ne influenzano l’esistenza, e infatti senza i funghi non ci sarebbe l’agricoltura moderna o la penicillina. E siamo solo all’inizio di questa sorprendente esplorazione.

Come mai nonostante queste numerose evidenze già acquisite – non a caso diventate già il mantra di questo ritrovato interesse per i funghi – finora siamo riusciti a non vedere, o ci forse siamo solo dimenticati di questo “elefante nella stanza”? Le ragioni sono essenzialmente due, come riferisce lo stesso Sheldrake anche sulle pagine del Guardian: le tecnologie di sequenziamento del DNA sono arrivate solo in tempi recenti, e a lungo è mancata una vera tassonomia dedicata ai funghi.

Una scienza sottovalutata

Risultato: la micologia è rimasta inevitabilmente nell’ombra, relegata a uno stereotipo un po’ troppo borderline e nerd per riuscire a diventare davvero accattivante. Serve invece un’adeguata immaginazione per elaborare senza troppi shock quello che accade nei suoli, sulle superfici, ovunque e in un perenne processo di interconnessione.

Il viaggio prosegue proprio in quella direzione, in cerca dell’invisibile cominciando dal sottosuolo. Si parte con la condivisione di un ricordo personale di Shaldrake, uno dei tanti, quello di una trasferta in Italia durante il suo dottorato, a caccia di tartufi sulle colline bolognesi. I tartufi sono i corpi fruttiferi sotterranei di diverse specie di funghi micorrizici. Visto il loro habitat non proprio favorevole alla diffusione delle spore, i tartufi si sono evoluti in modo da comunicare, grazie alla chimica del loro odore caratteristico, con animali di passaggio, con le piante e con altri funghi nelle vicinanze. Il flusso di interazioni tra organismi nel sottosuolo è ricchissimo oltre che estremamente complesso. Shaldrake rende tutto più semplice, o quantomeno ci rifornisce di input per stimolare la fantasia: “Se potessimo trasferire il nostro epitelio olfattivo al suolo, assisteremmo a un concerto jazz, in cui i musicisti si ascoltano l’un l’altro, interagiscono e rispondono in tempo reale”.

È la relazione micorrizica (dal greco mykes, fungo, e rhiza, radice), uno scambio dinamico e frenetico tra funghi e piante, attraverso i filamenti del micelio, le ife – la parte “nascosta” dei funghi – e le radici. Merlin Shaldrake è esperto proprio di micorrizici, una specie reattiva, abile nella comunicazione ma dai comportamenti decisamente imprevedibili.
Per tentare di dare un senso a questo brulicare di messaggi e di vita nei terreni, e anche perché un po’ annoiato dal poco spazio concesso ai funghi a partire dal laboratorio, Merlin ha iniziato a coltivare funghi micorrizici a Epping Forest a Londra, durante il dottorato, e a ragionare su possibili nuove interpretazioni della vita vegetale e delle relazioni che coinvolgono l’uomo. Il titolo inglese del libro è “Entangled life”, prendendo spunto proprio dall’entaglement quantistico, il fenomeno per cui due particelle elementari possono rimanere in connessione anche senza legami, a distanza.

Funghi e meccanica quantistica

Possiamo dire lo stesso dei funghi? C’è un ordine nascosto fatto di miceli, ife, messaggeri chimici che controlla e protegge la vita vegetale e, chissà, anche quella dell’uomo? È corretto o ritenere i reticoli miceliari una strana forma di intelligenza senza cervello, o magari qualcosa di simile a un cervello? Molte cose lascerebbero pensare di sì, vista la loro capacità di attraversare labirinti, seguire percorsi prevedibili, inviare segnali elettrici o chimici a distanza. Svelandoci le digressioni del suo affascinante percorso, Shaldrake non manca di citare rigorosamente studi e opinioni di colleghi, ma a questo punto il confine con la filosofia e le questioni esistenziali, se non addirittura mistiche, si fa sempre più labile. Lo studio dei licheni, enigmatiche creature date dalla combinazione di un fungo e un’alga, suggerisce che non solo siamo tutti interconnessi – “idea che”, ricorda l’autore, “oggi è talmente diffusa da essere diventata un cliché” – ma che c’è un continuo processo di simbiosi tra funghi e piante e quindi tra tutti gli organismi.
“I licheni sono uno straordinario esempio di come la novità emerga dalla collaborazione”, ma è meglio non affidarsi solo a questa immagine così rassicurante, perché “la collaborazione è sempre una miscela di cooperazione e competizione”.

È proprio il caso dell’Ophiocordycepsche unilateralis, un fungo parassita con un rapporto un po’ conflittuale con le formiche carpentiere: è capace di infettarle e sottometterle, per poi costringerle a un “morso letale” che consente al fungo stesso di spargere altre spore. Questa spaventosa metamorfosi del “fungo zombie” ha ispirato la creazione di mostri fantastici, tra cui gli zombie del romanzo “La ragazza che sapeva troppo”. Meldrake se ne è ricordato quando ha deciso di avventurarsi in un viaggio allucinogeno, in un test controllato, assumendo la psilocibina dell’LSD. L’effetto del principio attivo dei funghi allucinogeni è simile a una ipnosi da parte del fungo, racconta, anche se le conseguenze sono ben diverse. La dissoluzione dell’io, la sconvolgente esperienza chimico-esistenziale ha infatti favorito la nascita di un altro movimento di riscoperta dei funghi, definito rinascimento psicheledico.

Come dobbiamo considerare allora questo Wood Wide Web che affolla il pianeta e ci circonda? È un fenomeno complesso ma imprevedibile, da guardare con sospetto, o piuttosto un intervento benefico, un messaggio quasi divino come credevano le antiche popolazioni messicane che chiamavano “carne degli dei” lo Psilocybe galindoi (il funghetto psichedelico dell’LSD), o come gli ebrei che inconsapevolmente (ipotizza Meldrake) chiamavano manna i tartufi del deserto?

Intanto possiamo occuparci di applicazioni più pratiche dei funghi e forse più urgenti, per esempio sfruttarli per disfarci dei nostri rifiuti, abbattere sostanze inquinanti, produrre materiali ecosostenibili. E se proprio non si riesce a rispondere a domande esistenziali, questo affascinante racconto ambientato nei meandri dei miceli ci va molto vicino: a fine lettura è difficile non convincersi che non ha molto senso pensare che il pianeta sia abitato da individui isolati, siano essi piante, animali, uomini o funghi.


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Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

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Marco Milano
Dopo gli studi in Scienza dei Materiali si è specializzato in diagnostica, fonti rinnovabili e comunicazione della scienza. Da diversi anni si occupa di editoria scolastica e divulgazione scientifica. Ha collaborato, tra gli altri, con l’Ufficio Stampa Cnr e l’agenzia Zadig.