DOMESTICIRUBRICHE

Imboccature, la salute orale del cavallo ne risente

Impiegare morsi e filetti significa esercitare pressione sulla bocca del cavallo e potenzialmente provocare lesioni, anche gravi. Uno studio finlandese mostra gli effetti su 261 animali.

Nel mondo equestre è noto che l’uso di morsi, filetti e in genere di imboccature a leva per condurre i cavalli non è privo di effetti negativi sulla loro bocca e benessere in generale, anche se è considerato in tanti casi “la normalità”. In particolare se l’utilizzo è improprio e si usano imboccature non corrette o non adatte al proprio cavallo, che finiscono per trasformare la tensione che applichiamo alla redine in una pressione molto dolorosa per l’animale.

Gradualmente, molti tra coloro che scelgono di usare l’imboccatura hanno iniziato ad avere maggior attenzione alla tipologia impiegata – ad esempio nella scelta del materiale, oggi sono molto diffuse anche quelle in gomma – e ad aumentare questa consapevolezza contribuiscono anche gli studi scientifici. Che in quest’ambito della pratica equestre come in molti altri (qualche tempo fa abbiamo parlato dell’uso di probiotici e prebiotici) cerca di orientare le nostre attività con i cavalli verso una gestione supportata da evidenze e non più da sole esperienza e tradizione.

Una ricerca finlandese pubblicata su Frontiers in Veterinary Science ha analizzato la salute orale di 261 cavalli trottatori tra i 3 e i 15 anni, scelti casualmente e valutati subito dopo una gara. “Il danno ai tessuti molli associato all’uso del morso è una preoccupazione comune nel mondo equino, ma finora non erano stati condotti studi sui trottatori in Finlandia”, spiega in un comunicato Kati Tuomola, veterinaria e dottoranda alla University of Helsinki.

L’84% dei cavalli mostrava danni causati dal morso: 21% danni di media gravità, 43% moderati e 20% lesioni importanti all’interno della bocca. Il 2% dei cavalli aveva sangue nella saliva, il 5% tracce di sangue sul morso. A questo proposito l’associazione finlandese Suomen Hippos – promotrice di un progetto sul benessere dei cavalli entro il quale si colloca questo studio – ha dato indicazioni chiare: se ci sono tracce di sangue prima di una gara, il cavallo andrebbe esaminato con attenzione e, se necessario, ritirato dalla gara. Se vengono osservate dopo la competizione è anche possibile assegnare all’animale una sospensione temporanea da altre gare, in modo che le lesioni si rimarginino prima che torni a gareggiare.

Come fare questi controlli in modo semplice, rapido ed efficace, in modo da porre più attenzione al benessere equestre anche negli ambiti delle competizioni? “Un esame orale richiede una lampada da testa e mani agili, ma a parte questo si tratta di una procedura piuttosto facile. Bastano un paio di minuti per esaminare la bocca e può farlo la persona che si prende cura del cavallo così come l’addestratore durante le normali attività settimanali di cura del cavallo”, spiega Tuomola.

L’obiettivo della veterinaria e dei colleghi è arrivare a un sistema condiviso e standardizzato per valutare con semplicità le condizioni della bocca del cavallo, anche quando ci si trova sul campo, e arrivare così in futuro a ricerche comparative più ampie sul benessere equino. Nel frattempo va anche ricordato che usare le imboccature per condurre i cavalli, ad esempio nelle normali attività quotidiane come una lezione di equitazione o un trekking, non è obbligatorio e non necessariamente deve essere “la normalità”. Con il giusto addestramento è possibile farne a meno e condurre il cavallo con capezze e testiere senza leve all’interno della bocca, aumentando il suo benessere in modo verificabile e quantificabile, ad esempio nella riduzione dei comportamenti associati al dolore.


Leggi anche: Cavallo, verso una migliore gestione grazie alle evidenze scientifiche

Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.    

Fotografia Pixabay

Condividi su
Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".