LIBRI

“Il giovane Darwin”, graphic novel di formazione di uno scienziato

Un libro che punta a fare in modo che i ragazzi e le ragazze, trovino qualcosa di sé stessi in un coetaneo vissuto quasi due secoli fa.

Oltre a essere il padre della Teoria dell’Evoluzionismo, Charles Darwin è stato anche padre di dieci figli, avuti dalla moglie Emma Wedgwood, cugina di primo grado. È proprio dall’ambiente familiare – da un piccolo richiamo all’ordine da parte della madre a uno dei bambini, Horace – che prende le mosse Il giovane Darwin (Tunuè, collana “Tipitondi”, 2020), narrazione in forma di graphic novel di Viaggio di un naturalista attorno al mondo pubblicato da Darwin nel 1839.

Il “papà” Darwin, infatti, sembra essere stato molto attento all’educazione dei figli, ritratti all’inizio di questo romanzo a fumetti come entusiasti e attivi protagonisti nella stesura de L’origine delle specie, uscito nel 1859. Fabien Grolleau, che ha curato la sceneggiatura, premette nell’introduzione ai giovani lettori trattarsi “di una visione soggettiva, romanzata, ma che tenterà di farvi sognare il destino di un uomo eccezionale durante un viaggio leggendario – un viaggio che, nel cambiare un uomo, ha cambiato la scienza intera”.

La volontà dello sceneggiatore di coinvolgere in prima persona i destinatari di questo libro, pensato per ragazzi e ragazze dai 10 anni, è chiara fin dalle prime pagine, dove ci si imbatte in un “falso storico” ovvero l’età di Darwin al suo imbarco sul famoso brigantino Beagle: non 21 anni, bensì 14. Uno stratagemma per rendere il più possibile partecipe il giovane lettore degli stessi tormenti vissuti dallo scienziato britannico prima di scegliere – contro la volontà della famiglia nel romanzo – di salpare e vivere un’avventura con pochissime certezze sul suo esito e, ovviamente, sulla possibilità di ritornare a casa.

Certo, che cosa possono avere in comune un ragazzo della colta borghesia inglese di metà Ottocento con un adolescente del 2020? Probabilmente, ci sono emozioni e difficoltà di adattamento alle nuove circostanze, unite all’urgenza di trovare la propria strada, che in qualche modo accomunano tutte le generazioni. L’impegno degli autori di questa graphic novel sembra rivolto a far sì che i ragazzi e le ragazze, leggendo – oltre che scorrendo i meravigliosi disegni di Jeremy Royer – trovino qualcosa di sé stessi in un coetaneo vissuto quasi due secoli fa. È un invito a rispecchiarsi nelle scelte, consapevoli o meno, fatte dal ‘giovane Darwin’ sulla scia del proprio desiderio di conoscere il mondo e trovarvi un posto.

Il romanzo mette in primo piano gli aspetti umani e i valori che guidano il giovane scienziato

La curiosità incontenibile e senza pregiudizi di Darwin si scontra ben presto con una profonda delusione verso gli esploratori europei, rei di malvagità gratuite e criminali contro gli abitanti indigeni. Fin dall’inizio, è messo bene chiaro al lettore il netto rifiuto da parte di Darwin dello schiavismo e della sua giustificazione sulla base di una presunta superiorità culturale dell’Europa. La volontà di capire il prossimo senza pregiudizi e gli interrogativi sulle profonde differenze tra le popolazioni europee e quelle dell’emisfero Australe animano profondamente i propositi di questo giovane grande scienziato.

La diversità è la vera ricchezza della nostra vita, ciò che la rende unica e meritevole di essere compresa ed esplorata. Anche Darwin è stato per lunghi anni della sua vita solo, non compreso appieno dalla sua famiglia di origine, eppure appassionatamente concentrato verso un orizzonte che solo pochi riuscivano a intravedere. Uno di questi era lo scienziato Alfred Russel Wallace, che nel romanzo costituisce lo stratagemma narrativo per chiudere l’opera: la lettera di Wallace a Darwin per avvisarlo dei risultati a cui era giunta la sua ricerca. Ormai, un più maturo Darwin, sempre alla meticolosa ricerca di prove a conferma della sua teoria dell’evoluzione, capisce che non è più possibile rimandare una scelta di un solo giorno. E’ giunto, finalmente, il momento di mostrare al mondo la sua grande, geniale intuizione, nata dall’osservazione e dallo studio del mondo da quando era ancora un giovane già controcorrente.


Leggi anche: Joan Procter, la dottoressa dei draghi

Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

Condividi su
Federica Lavarini
Dopo aver conseguito la laurea in Lettere moderne, ho frequentato il master in Comunicazione della Scienza "Franco Prattico" alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste (SISSA). Sono giornalista pubblicista e scrivo, o ho scritto, su OggiScienza, Wired, La Lettura del Corriere della Sera, Rivista Micron, Il Bo Live, la Repubblica, Scienza in Rete.