LIBRI

“Piccoli geni. Alla scoperta dei microrganismi”, di Stefano Bertacchi

I microrganismi sono ovunque: ci circondano e sono anche dentro di noi. Il nuovo libro di Stefano Bertacchi ci racconta quali sono e che ruolo svolgono nella vita umana.

L’autore del libro che avete in mano è fatto al 56,5% di microrganismi e al 43,5% di cellule umane: praticamente un libro sui microrganismi scritto da microrganismi, mi sembra coerente.” A scriverlo è Stefano Bertacchi, biotecnologo industriale e Dottore di ricerca presso l’Università Milano Bicocca, nel suo nuovo libro Piccoli geni. Alla scoperta dei microrganismi (Hoepli, 12,90€). Bertacchi è l’autore di Geneticamente modificati (Hoepli, 2017, 12€) vincitore del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica Under 35 e finalista di Famelab nel 2019.

La sua affermazione a effetto, divertente quanto scientificamente corretta, è molto tipica dello stile del breve saggio che in cinque capitoli ci accompagna nello straordinario mondo dei microrganismi, entità così piccole da essere invisibili all’occhio umano. L’autore ci porta alla scoperta dei microrganismi coniugando un linguaggio scientifico a temi decisamente pop. Un capitoletto del libro, per esempio, inizia con il ritornello della canzone Soldi di Mahmood per introdurre la figura di Antoni van Leeuwenhoek, che nel 1676 descrisse per primo alcuni microrganismi come batteri e lieviti dopo aver usato lo stesso microscopio per valutare la qualità dei tessuti che commerciava, fondamentalmente per soldi.

Un altro capitoletto inizia con lo slogan del film Ghostbusters, del 1984, ma i riferimenti a cinema e televisione non sono finiti: si passa da Aldo Giovanni e Giacomo a quelle dai film Pirati dei Caraibi, Ritorno al futuro e dalla serie TV Game of thrones. Le citazioni di Bertacchi sono però anche molto più auliche: dall’Inferno di Dante a Odi et amo di Catullo passando per I promessi sposi; e anche legate al mondo dello sport: dalle Olimpiadi che hanno visto trionfare incredibilmente Steven Bradbury al Barcellona di Leo Messi. I riferimenti a eventi sportivi così come a capolavori della letterature e quelle pop che abbiamo visto, hanno tutte lo scopo di permetterci di fissare meglio i contenuti del libro associandoli a qualcosa che quasi certamente conosciamo già, rendendo la divulgazione dell’autore non solo piacevole, ma anche piuttosto efficace.

Piccoli e indispensabili

Uno dei concetti fondamentali del libro è che i microrganismi sono ovunque: sulla tastiera del nostro computer, sul libro che stiamo leggendo, sulle nostre stesse mani, dentro al nostro corpo: anche se non li possiamo vedere perché sono di una grandezza compresa tra 1 µm e 200 µm. Per confronto: un granello di sale misura 300 µm. I microrganismi sono responsabili della nostra corretta digestione, ci permettono di produrre cibi e bevande come yogurt e birra e senza di essi ci sarebbe meno ossigeno, le carcasse non si decomporrebbero. Sono elementi determinanti nell’albero della vita: senza di loro, le altre forme di vita non potrebbero esistere. Essi inoltre sono la più antica forma di vita sulla Terra e per questo hanno una biodiversità elevatissima.

I microrganismi si sono annidati praticamente in ogni habitat che possiamo immaginare (con le dovute eccezioni), semplicemente perché hanno nei nostri (nel senso di animali) confronti un vantaggio in termini di tempo, tipo qualche milione di anni, e di numeri, in quanto costituiscono la stragrande maggioranza della biodiversità su questo pianeta. […] I microrganismi sostengono letteralmente i sistemi ecologici, o meglio l’intera biosfera, grazie al proprio metabolismo, permettendo a specie più “grosse” come piante e animali di sopravvivere in quelli che chiamiamo cicli biogeochimici.

Piccoli e letali

Abbiamo visto l’importanza dei microrganismi per la vita, eppure, se per microrganismi intendiamo per esempio i batteri (o i virus, di cui però il testo di Bertacchi parla solo di sfuggita, concentrandosi soprattutto sui batteri), tentiamo sempre di liberarci di loro: sono il nemico numero di detersivi e detergenti, condannati nelle pubblicità e temuti come qualcosa di assolutamente negativo. Ma è proprio così? Come esseri umani siamo sempre tentati di dividere le cose in buone e cattive, ma con i microrganismi questo schema mostra tutti i suoi limiti. Alcuni sono nocivi, altri ci servono letteralmente per sopravvivere. Nel caso in cui siano nocivi, lo possono essere per esempio causando malattie, anche molto gravi, dalle onicomicosi delle unghie piede alla lebbra, dall’alitosi alla parodontite, dalla polmonite alla tubercolosi.

È inoltre per colpa di un microrganismo se nell’Irlanda del 1800 sono morte un milione di persone e altri due sono emigrati: nello specifico l’eucariota Phytiphtora infestans, che ha colpito le colture di patate su cui si basava l’alimentazione dei più poveri dell’epoca, attaccando così gli esseri umani in modo indiretto. Anche in questo momento, in cui una pandemia da oltre un anno ci sta mettendo a dura prova è a causa di un microrganismo: un virus.

Perché parlare di microrganismi?

I microrganismi sono macchine straordinarie, capaci di sopravvivere praticamente ovunque, di fare vino o carburanti, ma allo stesso tempo di farsi la guerra fra loro o di spazzare via esseri viventi molto più grandi di loro, noi compresi, e persino di causare estinzioni di massa.” In questa frase si raccoglie l’essenza del libro: l’autore non ci parla di microrganismi solo perché sono il suo campo di studi e il suo non è mai un mero esercizio di stile. Bertacchi trasmette tra le pagine di Piccoli geni una vera e genuina passione per un argomento poco trattato. È ricorrente tra le pagine del saggio l’idea che nella lingua italiana per offendere qualcuno gli si possa dare del “microbo”, quando in realtà, da un certo punto di vista, potrebbe essere tutt’altro che un’offesa. Il libro ribalta questa retorica antropocentrica: abbiamo detto di come i microbi siano determinanti per le nostre vite, nel bene e nel male, ma non solo. I microrganismi sono i protagonisti assoluti della vita sul nostro pianeta. Solo che forse non ce ne rendiamo (ancora) conto.


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Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

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Francesca Zanni
Ho frequentato un corso di Giornalismo Culturale e tre corsi di scrittura creativa dopo una laurea in Storia Culture e Civiltà Orientali e una in Cooperazione Internazionale. Ho avuto esperienze di lavoro differenti nella ricerca sociale e nella progettazione europea e attualmente mi occupo di editoria. Gattara, lettrice accanita e bingewatcher di serie TV.