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Pervitin, Benzedrine, Philopon: le anfetamine che hanno fatto la storia

Anfetamine e metanfetamine videro un’ampia diffusione durante la Seconda Guerra Mondiale, sia tra i militari che tra i civili. Oggi sono la terza droga più utilizzata al mondo

Sono 27 milioni le persone che nel 2019 hanno dichiarato di aver fatto uso nell’ultimo anno di anfetamine o metanfetamine, altri 20 milioni hanno invece fatto uso di ecstasy. I dati, resi noti dal United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC), sono stati pubblicati nel World Drug Report 2021, rilasciato il 24 giugno.

Il Report rivela come anfetamine, metanfetamine ed ecstasy, che costituiscono la parte maggioritaria degli amphetamine-type stimulants (ATS), o stimolanti della famiglia delle anfetamine, siano al terzo posto nella classifica mondiale delle droghe più utilizzate. Al primo posto troviamo la cannabis con 200 milioni di utilizzatori, seguono gli oppioidi con 62 milioni, al terzo posto anfetamine, metanfetamine ed ecstasy con 47 milioni, segue la cocaina con 20 milioni.

La produzione e la distribuzione

Fra le ATS, la sostanza più utilizzata rimane la metanfetamina: nel periodo 2015-2019, di 24.000 laboratori clandestini per la produzione di ATS smantellati a livello globale, il 95% era adibito alla produzione di metanfetamina. Nello stesso periodo, il 72% dei sequestri di ATS effettuati a livello globale riguardavano la metanfetamina, il 19% l’anfetamina, il 4% l’ecstasy, il 5% altre sostanze. Per quanto riguarda la distribuzione geografica dei sequestri di ATS scopriamo come in Nord America, nel Sud-Est asiatico e in Oceania domini la metanfetamina mentre il Sud-Ovest asiatico, l’Europa, l’Africa e l’America Centrale siano invece il regno dell’anfetamina, mentre in Sud America e nei Caraibi la più diffusa sia l’ecstasy.

Gli effetti di anfetamina e metanfetamina

Anfetamina e metanfetamina stimolano il rilascio di due neurotrasmettitori, dopamina e noradrenalina, dai neuroni del cervello, che li rilasciano negli spazi intersinaptici. Chi ne fa uso si sente più attivo e pieno di energia, sente aumentare la sua fiducia in sé stesso; queste sostanze poi riducono la fame e la stanchezza e provocano euforia, attenuano l’indecisione, le inibizioni, la depressione e riducono la paura. L’effetto dura a lungo (spesso più di dodici ore) e causa assuefazione già dal primo utilizzo. In caso di alto dosaggio possono insorgere disturbi del linguaggio, dell’attenzione e della concentrazione. Quando il loro effetto si attenua insorgono apatia, depressione, tristezza e disturbi cognitivi. Sebbene metanfetamine e anfetamine abbiano una struttura e meccanismi d’azione molto simili, differiscono per gli effetti. Le metanfetamine sono infatti molto più potenti, poiché inducono un maggiore rilascio di dopamina.

Ma da dove nascono anfetamine e metanfetamine e qual è la loro storia? Sebbene siano state scoperte in tempi relativamente recenti, quasi 150 anni fa, si sono infatti affermate molto rapidamente sul mercato, riuscendo a infiltrarsi in maniera capillare all’interno delle società.

Da una pianta a un sostituto sintetico

La loro storia comincia nel 1885, quando il chimico giapponese Nagayoshi Nagai riuscì ad estrarre per la prima volta dall’Ephedra il principio attivo che venne poi chiamato efedrina.

L’Ephedra era una pianta già nota all’epoca per le sue proprietà curative. In Cina veniva utilizzata da più di 5.000 anni per trattare tossi e raffreddori, e per aumentare la concentrazione e lo stato d’allerta. L’efedrina, essendo un broncodilatatore, era anche un rimedio estremamente efficace nella cura dell’asma. La quantità di principio attivo estraibile dalla pianta era però molto poca. Soddisfare le esigenze di mercato utilizzando solo l’efedrina ricavata per estrazione sarebbe stato impossibile: serviva un sostituto sintetico.

Nel 1919 un altro scienziato giapponese, A. Ogata, riuscì a sviluppare un sostituto sintetico dell’efedrina. Tuttavia, la formula divenne disponibile per l’utilizzo medico e commerciale solo nel 1929, quando il chimico inglese Gordon Alles sintetizzò l’anfetamina nei laboratori dell’UCLA (University of California, Los Angeles). Alles vendette la formula alla Smith, Kline & French, compagnia farmaceutica di Philadelphia, che nel 1932 la introdusse sul mercato con il nome Benzedrine Sulfate. Il Benzedrine era un nuovo inalatore per trattare le congestioni nasali, ed era disponibile senza prescrizione medica. Inizialmente l’anfetamina fu vista come un sostituto artificiale dell’adrenalina, a causa della loro somiglianza chimica, e questo influì sugli utilizzi per i quali veniva impiegata. Fu col 1935 che i medici avviarono i primi test clinici per indagare i possibili campi di applicazione delle anfetamine.

L’anfetamina sbarca in Europa

Nello stesso periodo, dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, il dottor Fritz Hauschild del gruppo farmaceutico Temmler, aveva osservato gli effetti della benzedrina americana sulle prestazioni degli atleti alle Olimpiadi di Berlino del 1936. Partendo dalla formula sviluppata da Ogata nel 1919, la perfezionò e scoprì un nuovo metodo di sintesi: la versione di Hauschild divenne la prima metilanfetamina tedesca, e venne brevettata nel 1937 col nome Pervitin.

Il Pervitin si impadronisce del mercato tedesco…

Come riportato da Norman Ohler nel libro Tossici. L’arma segreta del Reich. La droga nella Germania nazista (Rizzoli, 2016), quando nei primi mesi del 1938 il Pervitin cominciò a essere distribuito, veniva indicato per la cura di numerose condizioni: stimolante per la psiche e la circolazione, depressione, ipotonia, spossatezza, narcolessia, convalescenza postoperatoria, crisi di astinenza da alcol, cocaina e oppiacei. In quella che fu un’imponente campagna di marketing, ai medici vennero perfino inviati dei campioni gratuiti perché potessero giudicare autonomamente l’efficacia di questo nuovo farmaco.

Presto il Pervitin si diffuse ovunque in maniera capillare: ne facevano uso tutti gli strati sociali, senza barriere di genere, di età, di classe sociale. Lo usavano gli studenti per preparare gli esami, le infermiere e le centraliniste per resistere ai turni di lavoro, i traslocatori per affrontare i lavori pesanti, e anche macchinisti, scrittori, pompieri, parrucchieri, operai, casalinghe, macchinisti, membri del partito e delle SS. Vennero commercializzate perfino delle praline ripiene di metanfetamina per rendere meno faticosi i lavori domestici.

…e ne soggioga l’esercito

Nel frattempo, le mire espansionistiche e il revanscismo di Hitler fomentavano sempre più i venti di guerra. Divenne fondamentale trovare un modo per ridurre la stanchezza delle truppe in vista di un probabile conflitto. Fu così che anche nella Germania nazista si cominciarono a fare dei test per approfondire la conoscenza delle metanfetamine e dei loro effetti. Nel 1939 il professor Otto F. Ranke, direttore dell’Istituto di fisiologia delle forze armate, concluse che il Pervitin era ideale per i militari, poiché, sebbene non aumentasse la capacità di concentrazione e di risoluzione di problemi complessi, impediva ai soldati di addormentarsi e ne diminuiva la stanchezza. Inoltre, la metanfetamina sopprimeva i freni inibitori e combattere sembrava più facile. Nonostante il generale apprezzamento, ci furono però alcuni ufficiali medici che invitarono alla cautela, sottolineando come il Pervitin non fosse un farmaco qualunque.

Il Pervitin come panacea di tutti i mali

Il 1939 vide il Pervitin dilagare sempre più. Ormai veniva indicato per trattare le condizioni più svariate: doglie, mal di mare, vertigini, raffreddore da fieno, nevrosi d’ansia, apatie, schizofrenia, depressioni, disturbi cerebrali, spesso veniva anche aggiunto al caffè d’orzo, come sostituto della caffeina. La situazione divenne talmente grave che nel novembre 1939 Leo Conti, direttore dell’Ufficio del Reich per la tutela della salute, stabilì che il Pervitin potesse essere venduto solo dietro prescrizione medica. Tuttavia, il consumo di metanfetamina continuò ad aumentare.

L’introduzione ufficiale del Pervitin nella dotazione dell’esercito tedesco

L’esercito tedesco non era immune a questa epidemia di dipendenza. Già nel 1939 la metanfetamina era stata ampiamente utilizzata durante la campagna di Polonia per ridurre la stanchezza e la paura. L’utilizzo del Pervitin era così comune e accettato che i soldati scrivevano a casa chiedendo che gli inviassero delle dosi. Heinrich Böll, Premio Nobel per la Letteratura del 1972, scrisse alla famiglia: “Sono stanco morto e non vedo l’ora che finisca. Non appena potete, mandatemi del Pervitin e le sigarette Hillhall o Kamil”. Ma fu solo col “Decreto sui farmaci stimolanti” dell’aprile 1940 che il Pervitin venne introdotto in modo sistematico nella dotazione sanitaria dell’esercito. In quel periodo gli stabilimenti della Temmler producevano 833.000 compresse al giorno: l’esercito e la Luftwaffe avevano ordinato 35 milioni di pezzi per sostenere lo sforzo bellico.

Il Benzedrine conquista l’esercito alleato

Il 10 maggio 1940 cominciò il Blitzkrieg, la guerra lampo che in quattro giorni avrebbe visto i tedeschi invadere il Belgio ed entrare in Francia. Fu il Pervitin a permettere a molti soldati di non dormire per tutta la durata dell’offensiva, riducendo i freni inibitori e portandoli a continuare ad avanzare. Il Blitzkrieg stupì il mondo, e in particolare gli Alleati. Com’era possibile che i tedeschi fossero riusciti a entrare in Francia così velocemente e apparentemente senza sentire la stanchezza?

Il British War Office scoprì presto il “trucco” chiamato Pervitin. Fino al 1940 inglesi e americani avevano utilizzato le anfetamine per trattare crolli psicotici, nevrosi e depressioni nei reduci di guerra, come sostanza dopante nelle competizioni sportive e per migliorare le capacità fisiche e intellettive. Fu solo nei primi mesi del 1942 che la Royal Air Force inglese (RAF) cominciò a fare grossi ordinativi di Benzedrine americano; a fine anno si aggiunse anche il British Army, che adottò le anfetamine soprattutto per l’effetto che avevano sul morale delle truppe.

Nello stesso periodo gli scienziati americani (che avevano portato avanti i loro studi indipendenti) giudicarono che, fino a quando il Benzedrine non avesse peggiorato le performance, i militari avrebbero dovuto utilizzarlo. Fu così che anche l’esercito americano adottò le anfetamine: nella prima metà del 1943 da forze di terra e aviazione, negli ultimi mesi dello stesso anno dalla marina.

Il Philopon, la metanfetamina giapponese

Nel 1940 la metanfetamina era arrivata anche sull’altra sponda dell’Oceano Pacifico, in Giappone. Qui una delle sostanze più popolari a base di metanfetamina era il Philopon. Reso disponibile sul mercato nel 1941, venne utilizzato dall’esercito giapponese durante tutta la Seconda Guerra Mondiale. Non furono solo i militari a “beneficiare” di queste compresse, anche gli operai che lavoravano nelle industrie belliche ne facevano largo uso. Il conflitto spingeva a lavorare più a lungo e più duramente per proteggere la patria; in questo contesto, prendere stimolanti per aumentare la propria produttività era visto come un dovere patriottico.

La dipendenza dilaga durante gli ultimi anni del conflitto

Con l’avanzare del conflitto, in Germania i sintomi della dipendenza iniziarono ad apparire evidenti: più i soldati facevano uso del Pervitin, più dovevano assumerne per contrastarne gli effetti. Un pilota della Luftwaffe descrisse così la situazione “Anch’io ho partecipato a molte missioni notturne e ho preso preventivamente il Pervitin. Immaginate un po’, il comandante stanco durante il combattimento. Figuriamoci, è escluso. […] Non rinunci certo al Pervitin perché magari potrebbe farti male alla salute. Soprattutto quando sai che potresti cadere di lì a poco, poi!”. In Germania il consumo mensile di Pervitin arrivò a toccare il milione di dosi, tanto che Leo Conti a giugno del 1941 lo dichiarò ufficialmente un narcotico, con lo scopo di regolarne e limitarne l’utilizzo. I tedeschi non rispettarono il divieto, e anzi, il consumo da parte dei civili aumentò fino a superare il milione e mezzo di compresse al mese.

Dopo la guerra

Dal 1943 gli eserciti dei principali attori in gioco nella Seconda Guerra Mondiale erano tutti soggetti al potere delle droghe. Ma a conflitto finito come risposero i governi al dilagare di questa epidemia di dipendenza?

In Germania il Pervitin rimase facilmente reperibile dopo la guerra; fu ritirato dalle forniture mediche della Repubblica Democratica Tedesca solo negli anni Settanta e da quelle della Germania Occidentale negli anni Ottanta.

Il Giappone fu forse il paese a soffrire maggiormente a causa dell’epidemia di dipendenza dalle droghe provocata dall’abuso durante il conflitto. L’aumento del consumo di metanfetamina nel dopoguerra portò a una regolamentazione statale sempre più rigorosa del farmaco; la legge sul controllo degli stimolanti del 1951 ne proibì il possesso e le sanzioni furono aumentate tre anni dopo. Questo però non arrestò la crescita del numero degli arresti per abuso di metanfetamine, che passarono da 17.500 persone nel 1951 a 55.600 nel 1954.

La regolamentazione internazionale

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, si stima che alla fine della guerra 16 milioni di soldati americani fossero stati esposti al Benzedrine: la Food and Drug Administration (FDA) cercò di limitarne l’uso imponendo la vendita solo dietro prescrizione medica nel 1959. Il Controlled Substances Act del 1971 catalogò anfetamina e metanfetamina come sostanze con un alto potenziale di abuso che può portare a una grave dipendenza psicologica o fisica.

Nello stesso anno, le Nazioni Unite hanno promulgato la Convenzione sulle sostanze psicotrope: anfetamine e metanfetamine sono diventate sostanze controllate dal programma II, una categoria altamente restrittiva ai sensi del trattato. Negli anni ’90, erano circa 180 gli stati firmatari del trattato e, di conseguenza, il loro commercio divenne fortemente regolamentato nella maggior parte dei paesi. A oggi in alcuni Paesi, come Stati Uniti, Canada, Australia e Regno Unito, ne è permesso l’uso medico, sebbene il suo utilizzo rimanga strettamente regolato.


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Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

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