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Il big killer

AMBIENTE - Tira una brutta aria. Secondo le previsioni dell'Ocse da oggi al2050 l'inquinamento sarà una delle principali cause delle morti premature, superando il problema dell'accesso all'acqua potabile e quello della mancanza di servizi igienici. Se oggi i Pm10 sono responsabili di circa un milione di morti all'anno, nel 2050 causeranno 3,6 milioni di vittime. Del resto, oggi, solo il 2% della popolazione mondiale ha la fortuna di vivere in un ambiente con concentrazioni di Pm10 inferiori alla soglia limite di 20 microgrammi per metro cubo fissata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Il 70% ne deve subire più di 70, un valore che non accenna a diminuire soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
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La scienza al Pulitzer dell’infografica

CULTURA - Si è appena conclusa a Pamplona la 20a edizione del Malofiej Infographics Awards, il convegno più importante per chi si occupa di infografica e data visualization. E come ogni anno a catalizzare l’attenzione e le critiche sono stati i premi assegnati: 8 medaglie d’oro, 31 d’argento e 73 di bronzo. Più di un terzo sono state assegnate a infografiche e animazioni relative a notizie e argomenti scientifici. Purtroppo le breaking news sono quasi assenti e i progetti più interessanti riguardano argomenti “freddi”. Vale comunque la pena di prendere mezzora di tempo e dare un occhio a questi link. Cominciate dagli ori con la mappa interattiva della potenza distruttiva e dei danni causati dall’uragano Irene realizzata dal New York Times e con quella del National Geographic su tutte le vie di salita su El Capitain, la montagna rocciosa situata nel parco di Yosemite. Tra gli argenti, guardate il reportage de El Mundo sul terremoto in Giappone e la crisi nucleare a Fukushima e l’applicazione di public data.eu che raccoglie i principali dati statistici sull’energia nei Paesi europei. Infine, tra i bronzi, meritano un click lo speciale della Bbc sulla scena del crimine e sulle tecniche forensi, la mappa dell’avanzata della distruzione delle foreste a causa dei cambiamenti climatici e la tavola riassuntiva dei 30 anni di attività dello shuttle, entrambe realizzate dal New York Times.
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La domanda di oro blu

AMBIENTE - Tempi duri per l’acqua dolce. Se nel 2000 la domanda globale di acqua era poco più di 3.500 km3 all’anno, le ultime proiezioni dell’Ocse prevedono un aumento del 55% della domanda di oro blu entro il 2050. Tra le cause, oltre all’aumento della popolazione, troviamo la crescente domanda da parte delle industrie (+400%), della produzione elettricità (+140%) e dell’uso domestico (+130%). In particolare la disponibilità di acqua sarà messa a dura prova dai 2,3 miliardi di abitanti in più che dovrebbero vivere nelle zone dei bacini fluviali del Nord e del Sud dell’Africa e del Sud e del Centro Asia, aree soggette a gravi problemi di stress idrico. Se nei Paesi Ocse si registrerà una leggera diminuzione della domanda, i BRIICS (Brasile, Russia, India, Indonesia e Sudafrica) segneranno un aumento dell’80%, così come gli altri Paesi non Ocse. L’esaurimento delle falde acquifere potrebbe diventare la più grande minaccia per l’agricoltura e per l’approvvigionamento di acqua urbana in molte regioni. A ciò si aggiunge l’inquinamento causato dalle sostanze provenienti dalle acque reflue urbane e dall’agricoltura. Nonostante l’incremento dell’accesso a fonti di acqua migliorata, si calcola che nel 2050 oltre 240 milioni di persone rimarranno senza accesso ad acqua potabile. Per una sintesi delle criticità che ci aspettano nel prossimo futuro, guardate questa videografica.
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Il peso ambientale di una tazzina di caffè

MBIENTE - Ogni mattina quando sorseggiamo la nostra tazzina di caffè contribuiamo alla deforestazione dell’Amazzonia. Il passaggio dalla coltivazione tradizionale del caffè, all’ombra degli alberi, a quella industriale al sole ha un impatto molto elevato sull’ambiente. Oggi per produrre un kg di caffè tostato sono infatti necessari 4 mc di acqua e 17 kg di materiali abiotici (sedimenti, rocce, minerali…). A rivelarlo è lo studio “Market trasformation” realizzato dal Wwf e dal Sustainable Europe Research Institute
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Dove va a finire il tecno-pattume?

AMBIENTE - Ogni anno in Europa vengono prodotte 12 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici (Raee). Un tesoro fatto di plastica, metalli e silicati che potrebbero essere utilizzati per produrre nuove tecnologie. Purtroppo, però, attualmente la maggior parte di queste risorse va perduta a causa dello smaltimento improprio. Lo scorso gennaio il Parlamento europeo ha dato il via libera ai nuovi obiettivi ambientali. Entro il 2016 ogni Paese dovrà raccogliere 45 tonnellate di rifiuti di prodotti elettronici per ogni 100 tonnellate messe sul mercato nei tre anni precedenti. Nel 2019 la percentuale dovrà salire al 65% o si potrà raccogliere l’’85% dei rifiuti di materiale elettronico prodotto.
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L’Italia delle armi chimiche

SALUTE - Arsenico, iprite, lewsite, cianuro e uranio impoverito. Sono queste le principali sostanze killer ereditate dalla Seconda Guerra Mondiale. Secondo l’ultimo dossier di Legambiente sulle armi chimiche, nella nostra penisola ci sono ancora migliaia di ordigni inabissati che minacciano l’ambiente e la salute delle popolazioni locali. Pesaro, Molfetta, Torre Gavetone e il golfo di Napoli “ospitano” delle discariche sottomarine di armi chimiche: proiettili e barili contenenti liquidi irritanti come iprite o lewsite, ordigni chimici contenenti gas asfissianti come il fosgene, testate all’arsenico. Nel basso Adriatico, invece, si concentrano migliaia di piccoli ordigni, derivanti dall’apertura delle bombole a grappolo sganciate sui fondali marini durante la guerra del Kosovo.
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Chi inquina di meno?

AMBIENTE - Milano-Roma: 778 kilometri. Ai nastri di partenza una bici, un'auto a benzina (ICE), un'auto ibrida a benzina (HEV) tra i modelli già in vendita, un'auto elettrica (EV) con un autonomia di 150 km e un'auto ibrida plug-in (PHEV), ovvero un'auto ibrida dotata di una batteria ricaricabile dalla rete. Chi inquina di meno? Sembra una sfida facile e con un risultato scontato, ma non è così
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Quanta energia abbiamo risparmiato?

SPECIALE MILLUMINODIMENO - Obiettivo raggiunto e superato, almeno per il 2010. L’Italia ha risparmiato 47.711 GWh, ben 12.000 inpiù rispetto al target di 35.658 GWh, stabilito sulla base delle indicazioni della Direttiva europea sull’efficienza energetica che ha richiesto agli Stati membri di risparmiare, nel 2010, il 3% dell’energia consumata in media. Secondo i calcoli dell’Enea, 4.625 GWh sono stati risparmiati grazie all’applicazione a livello regionale degli standard minimi di prestazione energetica degli edifici, 970 GWh con le detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti e 9.457 GWh con la diffusione dei certificati bianchi.
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Costruire verde

AMBIENTE - Dal primo gennaio 2012 è scattato il “bollino verde” per gli edifici. Chi vuole vendere una casa o un fabbricato dovrà ottenere l’attestato di certificazione energetica, che classifica il fabbisogno energetico annuo in sette classi dalla G (la meno efficiente) alla A (la migliore), proprio come le etichette degli elettrodomestici. Una buona notizia in un Paese in cui gli edifici sono responsabili del 33% del totale dei consumi energetici e un altro passo avanti verso un’edilizia sostenibile.
AMBIENTEECONOMIAINFOGRAFICHE

L’anno record

AMBIENTE - 820 disastri naturali, 380 miliardi di dollari di danni economici, 27.000 vittime: è questo il triste bilancio del 2011, annus horribilis dei disastri naturali. La stima arriva da Munich Re, una delle maggiori compagnie di assicurazioni del mondo, che ha calcolato i costi delle tragedie ambientali dagli anni ’80 a oggi
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