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Acqua e roccia: le condizioni per la vita in un altro sistema solare

I pianeti abitabili ci sono, ma ci vuole un po' a raggiungerli. E una volta che li avremo raggiunti, che facciamo? Li colonizziamo? Li usiamo come miniere? Ci manca solo l'imperialismo galattico.
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Water Resources and Economics, la nuova rivista di Elsevier

Elsevier, il gigante dell'editoria accademica, ha annunciato l'uscita di Water Resources and Economics, una nuova rivista dedicata allo sfruttamento delle risorse idriche e alla sua dimensione economica e finanziaria. Rivolta a economisti, scienziati e ingegneri, la rivista è realizzata in associazione con la International Water Association (IWA, organizzazione non governativa che si occupa di sostenibilità ambientale) e la European Association of Environmental and Resource Economists (EAERE, un'importane associazione economico-ambientale).

Stesso meteorite, stessa acqua

CRONACA - l'acqua sulla Luna avrebbe la stessa origine dell'acqua terrestre. lo rivela l'analisi appena pubblica su Science Express. Che sulla Luna ci siano tracce di acqua, sia all'interno del mantello che sulla superficie si sa da qualche tempo. Restava da stabilire da dove quest'acqua provenisse. Il modello attualmente più accreditato per la formazione del nostro satellite (la teoria dell'impatto gigante) lo vede nascere per compattamento della nuvola di detriti terrestri formatasi dopo l'impatto fra il nostro pianeta e un mega asteoride, circa 4 miliardi e mezzo di anni fa. Se già c'era acqua a quel tempo, credono gli scienziati, deve per forza essere evaporata con l'enorme calore sviluppatasi nell'impatto, e dunque l'acqua lunare non dovrebbe avere la stessa origine di quella terrestre. Oppure sia l'acqua lunare che quella terrestre sarebbero arrivate da una fonte comune successiva, per esempio le comete. Questa seconda ipotesi pare improbabile, in questo momento fra gli studiosi vi è un discreto accordo sul fatto che almeno il 98% dell'acqua sul nostro pianeta vi sia arrivata con il bombardamento primitivo di meteoriti, le condriti carbonacee, originari edella cintura di asteroidi vicino a Giove - che si ritiene siano fra i corpi celesti più antichi del Sistema Solare. Alberto Saal, della Brown University primo autore della ricerca, e colleghi hanno misurato il rapporto deuterio/idrogeno dell'acqua racchiusa in piccole perle di vetro intrappolate nei cristalli di olivina in alcuni campioni di roccia lunare (raccolti nelle missioni apollo 15 e 17). Il deuterio è un isotopo dell'idrogeno, e gli studi in letteratura dimostrano che la sua distribuzione all'interno del Sistema Solare segue un gradiente: più si è vicini al Sole più il rapporto deuterio/idrogeno è sfavorevole (poco deuterio nei pressi del Sole, molto man mano che ci si allontana).

Giornata Mondiale dell’Acqua: acqua pubblica di qualità

LA VOCE DEL MASTER - Oggi, 22 marzo, si celebra la Giornata Mondiale dell'Acqua (World Water Day), istituita nel 1992 dall'Onu, per una sensibilizzazione globale sulle risorse idriche. La Casa dell'Acqua, è progetto per contenimento dell'impatto ambientale relativo al consumo di acqua minerale, in favore di un'acqua pubblica di qualità. Abbiamo intervistato per voi Riccardo Riccardi, assessore regionale ai Lavori pubblici, Massimiliano Venuti, assessore all'Ambiente del Comune di Martignacco e Gianni Brianese, tecnico dell'Arpa.

L’acqua primordiale di DG Tau

CRONACA - Centinaia o forse migliaia di oceani d’acqua si troverebbero, sotto forma di vapore acqueo, all’interno di un disco di gas e polveri attorno alla giovane stella variabile DG Tau, distante 450 anni luce dalla Terra in direzione della costellazione del Toro da cui, entro alcuni miliardi di anni, si formerà un sistema planetario. Una scoperta importante che ci permetterà di capire com’è “arrivata” l’acqua sulla Terra, e di aggiungere un piccolo frammento in quel complicato puzzle che è la comprensione dell’origine della vita sul nostro pianeta. Un gruppo internazionale di ricercatori utilizzando i dati ripresi dal telescopio spaziale Herschel dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), ha scoperto che il Sistema Solare non è l’unico sistema planetario ad avere abbondanza di acqua. I ricercatori ritengono che attorno a DG Tau l’acqua si trovi, nelle regioni più esterne del disco che circonda la stella, sotto forma di ghiaccio legato a particelle di polvere. In questa regione la temperatura è ben al di sotto dei -100 gradi, qui il ghiaccio d’acqua sottoposto all’irraggiamento stellare, si riscalda trasformandosi in vapore acqueo e quindi diventando accessibile agli strumenti di Herschel. Grazie alla sublimazione del ghiaccio i ricercatori hanno quindi potuto stimare la quantità di acqua presente nel sistema

Per una maggior aderenza su superfici bagnate

CRONACA - No, non sto facendo pubblicità a una nuova marca di pneumatici, sto parlando delle rughe che si formano sulle dita delle mani e dei piedi quando restano immerse nell'acqua per un certo periodo. Tempo fa è stata avanzata l'ipotesi che si tratti di un adattamento che migliora il "grip" della pelle su oggetti bagnati, ora uno studio ne ha misurato l'effetto. Che non si trattasse di una semplice reazione "fisica" della pelle all'acqua era noto da tempo: il raggrinzimento infatti è un fenomeno attivo guidato dal sistema nervoso autonomo. Le grinze tra l'altro di formano solo sull'epidermide delle zone che si trovano a contatto con delle superfici esterne e che in qualche modo le devono manipolare (i palmi delle mani e le piante dei piedi). Gli scienziati dunque hanno inziato a sospettare che un simile processo una qualche funzione la debba avere. Il primo ad avanzare l'ipotesi che le grinze migliorino il grip sul bagnato è stato Mark Changizi, direttore del settore di Human Cognition dei 2AI Labs. Changizi ci era arrivato osservando le foto di mani che mostravano le tipiche grinze: dall'analisi dei pattern lo scienziato ha trovato delle regolarità comuni nella forma delle grinze, e delle analogie con le reti di drenaggio dei liquidi, che facevano pensare a un meccanismo generale con una qualche funzione

LIBRI – Il libro blu dello spreco in Italia: l’acqua

LIBRI - Lo spreco idrico? Purtroppo è facile come bere - ma soprattutto mangiare - un bicchiere d'acqua. Infatti, dietro al consumo, l'utilizzo e lo spreco di cibo si nasconde il consumo, l'utilizzo e lo spreco di acqua. Andrea Segrè, professore di Politica agraria interazionale dell'Università di Bologna e Luca Falasconi, ricercatore presso la Facoltà di Agraria dell'ateneo bolognese sono i curatori di un volume che indaga e illustra nello specifico l'utilizzo di acqua e in particolare lo spreco idrico, le sue cause, gli scenari attuali e quelli futuri. Composto da cinque saggi sull'argomento, il libro propone alcune possibili soluzioni concrete che portino verso un approccio più responsabile: stiamo parlando di Il libro blu dello spreco in Italia: l'acqua, edito da Edizioni Ambiente.

Lo spreco dell’acqua

AMBIENTE - Entro il 2050 non ci sarà abbastanza cibo per sfamare i nove miliardi di popolazione previsti. La causa?...
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