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Il cervello che compensa per autismo, OCD, dislessia

SCOPERTE - Disturbi dello spettro autistico, disturbo ossessivo compulsivo, sindrome di Tourette, dislessia, disturbo specifico del linguaggio (DSL). Tutte le...
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Di natura conforme

RICERCA - “La società è organizzata non tanto dalla legge quanto dalla tendenza all'imitazione” …dei propri coetanei, aggiungerebbe oggi Daniel...

Con la pratica si impara di più

Lanciarsi a occhi aperti nell’esplorazione sembra essere ancora il modo migliore per imparare. Un team di ricercatori dell’università di Stanford suggerisce oggi di ribaltare la dinamica dell’apprendimento classica secondo cui gli studenti imparano di più e meglio cominciando a leggere autonomamente qualche testo su un argomento prima di affrontarlo in classe. Secondo alcuni recenti risultati – pubblicati sulla rivista IEEE Transactions on Learning Technologies - quando invece l'ordine viene invertito, cioè quando il primo contatto con un argomento nuovo avviene insieme in classe tramite strumenti innovativi, le performances degli studenti migliorano significativamente.

Imparare? Danneggia il DNA

SALUTE - L’attività dei neuroni legata all’apprendimento sembra essere responsabile di un danno al DNA, secondo uno studio pubblicato online su Nature Neuroscience. Un gruppo di ricerca del Gladstone Institute of Neurological Disease, in California, ha esaminato l’occorrenza di un particolare tipo di lesioni del DNA nel cervello di topi in condizioni normali e patologiche. Questo tipo di danno, la rottura a doppio filamento, è considerato uno dei fattori coinvolti nell’invecchiamento cognitivo e in alcuni disturbi neurodegenerativi, come l’Alzhei

È più difficile (imparare a leggere i caratteri arabi)

NOTIZIE - Contrariamete aquanto avviene per i nostri caratteri di scrittura (e anche quelli ebraici), l’emisfero destro (quello in cui sono maggiormente concentrate le competenze spaziali e globali) non è implicato nelle prime fasi di apprendimento della scrittura araba. Questa osservazione è stata pubblicata sulla rivista Neuropsychology da Zohar Eviatar e Raphiq Ibrahim.

Lingua straniera for dummies

NOTIZIE - La mia insegnante d'inglese delle medie era dunque perfetta. “De chet is on de teible”: il suo accento italiano faceva sorridere persino noi asinacci. Eppure a quanto si legge sulla ricerca pubblicata qualche giorno fa sul Journal of Psycholinguist Research, sarebbe più facile imparare una seconda lingua (e non solo quella) da un insegnante con un accento simile al nostro. Niente più vacanze studio a Oxford dunque, meglio il corso fai-da-te dell'associazione sotto casa, almeno così pensano Zohar Eviatar e colleghi dell'Università di Haifa.
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