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Alla conquista di Marte: the story so far

CRONACA - Stamattina alle 6 e 32 (italiane) il rover Curiosity, l'ultima fatica della NASA in fatto di conquista del suolo marziano, è atterrata felicemente sulla superficie del Pianeta Rosso. Ha già mandato le prime immagini e si appresta a iniziare la sua missione di esplorazione. Tutt'altro che sola, visto che dagli anni '70 in poi l'essere umano (anzi praticamente solo la NASA) ha fatto atterrare diversi ordigni sul Pianeta Rosso. Facciamo dunque il punto dei più importanti successi e insuccessi da allora. 1960 (novembre): primo tentativo sovietico, lo Sputnik 22 viene lanciato per una missione di flyby. Doveva avvicinarsi al pianeta e rimandare le prime immagini ravvicinate ma ebbe vita breve e si disintegro già negli strati bassi dell'atmosfera terrestre INSUCCESSO 1971 (novembre): di nuovo i russi. Questa volta si avvicinano di più, ma Marte 2 si schianta sulla superficie del Pianeta Rosso. INSUCCESSO

Envisat, addio per sempre

CRONACA - Non è bastato l’accorato appello delle sue ammiratrici, lanciato poco meno di un mese fa dalle pagine di Oggiscienza, a riportarlo in vita. Il satellite Envisat, dal quale non si ricevono più segnali dall’8 aprile scorso, ha smesso definitivamente di funzionare e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha dichiarato chiusa la sua missione. Dal momento della perdita del suo segnale, un team di ingegneri ha cercato invano di recuperare i contatti col satellite. I tecnici ipotizzano che alla base della perdita di Envisat ci possa essere il blocco dei sistemi di controllo dell’alimentazione oppure un’anomalia che ha lasciato irreversibilmente il satellite in una pozione di stand-by. Lanciato in orbita più di dieci anni fa, Envisat ha inviato alla Terra oltre mille terabytes di dati, utili per monitorare l’atmosfera, gli oceani e le calotte polari e ha fornito agli scienziati preziose indicazioni sullo stato di salute del Pianeta. Finora, oltre 2500 pubblicazioni scientifiche si sono basate sui dati inviati dall’instancabile satellite

Envisat non risponde più

CRONACA - Dal 2002, quel grosso satellite di dieci tonnellate, un po' goffo d'aspetto ma infarcito di strumenti abilissimi, misurava lo stato di oceani, atmosfera, laghi, fiumi, ghiacci, vegetazione, nubi, nevi, piogge, della salute del pianeta insomma. Mandava pure cartoline come questa, dalle Azzorre, l'ultima che ci è arrivata. Tace da almeno quattro giorni, forse per sempre. Il comunicato dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) è scarno, ci aggiungiamo parole di gratitudine e di incoraggiamento per l'eroe del progetto "Pianeta vivo" Dopo 10 anni di - leale e instancabile - servizio, Envisat ha smesso di mandare dati a Terra. Il controllo missione sta lavorando - indefessamente, sai - per ristabilire il contatto

MrPod – Voglio fare l’astronauta

ASCOLTA IL PODCAST! MRPOD - Nuova puntata del nostro podcast, dedicata all'esplorazione spaziale. Sei mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale e non sentirli. Paolo Nespoli, il nostro astronauta nazionale, è reduce da una lunga permanenza nello spazio (un record per un astronauta italiano) e ha raccontato a Matteo Soldi come si passa il tempo sulla ISS, fra esperimenti scientifici e sessioni su Twitter. Buon Ascolto!

La trama del cosmo secondo Planck

CRONACA - Verranno presentati oggi a Bologna, al convegno internazionale dal titolo “Astrophysics from the Radio to Sub-Millimetre. Planck and other Experiments in Temperature and Polarization”, i nuovi risultati astrofisici ottenuti dalle osservazioni del cosmo da parte del satellite Planck, un telescopio spaziale con il compito di mappare il cielo per riprendere l’immagine più dettagliata possibile della Radiazione Cosmica di Fondo, l’eco del Big Bang. Il satellite Planck è il frutto di una collaborazione internazionale che vede coinvolte numerose agenzie spaziali internazionali, come la NASA, ESA (European Space Agency) ma anche l’Agenzia Spaziale Italiana.

Gli antichi mari di Marte

La sonda Mars Express dell'Agenzia spaziale europea (Esa) ha ottenuto delle prove convincenti della presenza, nel passato, di un oceano...

Hubble fotografa Centauri A

NOTIZIA - Hubble ci ha inviato dettagli mai visti della parte polverosa della galassia Centaurus A, conosciuta anche come NGC 5128, nota per le sue linee di materiale scuro. Le osservazioni sono state possibili grazie al suo strumento più avanzato, la Wide Field Camera 3, che permette di acquisire e combinare immagini a diverse lunghezze d'onda. Oltre alle caratteristiche dello spettro visibile, questa immagine composita mostra la luce ultravioletta proveniente dalla stelle giovani e la luce nel vicino infrarosso che permette di osservare i dettagli solitamente oscurati dalla polvere. L'immagine, catturata nel luglio 2010, ma resa pubblica dalla NASA solo oggi, rivela il bagliore degli ammassi di stelle giovani (blue star clusters) e lascia intravedere le regioni mai viste prima

Tempeste su Saturno

NOTIZIE - Il fenomeno è stato inizialmente rilevato il 5 dicembre del 2010, dagli strumenti della sonda Cassini (la missione sviluppata dalla NASA, in collaborazione con ESA e ASI, che è entrata nell'orbita di Saturno il 30 giugno 2004) e ieri sulla rivista Science sono stati pubblicati i risultati più approfonditi ottenuti grazie alle osservazioni del Very Large Telescope (VLT) dell'Osservatorio Europeo Meridionale (ESO) che si trova in Cile. Nell'emisfero nord di Saturno si è sviluppata una tempesta così potente da estendersi in tutto il pianeta e per la prima volta un fenomeno di questo genere è stato osservato con gli infrarossi termici, permettendo di valutare le differenze di temperatura. Si tratta di tempeste piuttosto rare che sono state osservate solamente sei volte dal 1876 a oggi, l'ultima risale infatti al 1990. L'atmosfera del pianeta Saturno è solitamente calma, ma circa una volta all'anno (che corrispondono a una trentina di anni terrestri), con l'arrivo della primavera nell'emisfero nord del pianeta, dalla zona sotto le nuvole l'aria calda sale e provoca fenomeni simili ai temporali, che possono estendersi e amplificarsi.
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