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Ops, si è ristretto l’insetto

CRONACA - Avete presente le illustrazioni dei libri di quando eravate bambini? quelle con i dinosauri e le libellule grandi due metri? Dove sono finiti quegli insettoni, o meglio perché e quando si sono ristretti alle dimensiuoni attuali? Un nuovo studio svela il mistero: gli insetti sono diventati piccoli con l'arrivo degli uccelli, per diventare più agili nel volo e e non essere catturati. Matthew Clapman e Jered Karr, dell'Università della Califonia di Santa Cruz, hanno analizzato centinaia di record fossili e hanno osservato che la dimensione degli stessi diminuisce darsticamente proprio in corrispondenza della comparsa dei primi fossili di uccelli, circa 150 milioni di anni fa.

Nonsolomammiferi: anche gli insetti capaci di astrazione

NOTIZIE - Il cervello degli insetti riesce non solo a costruire dei concetti astratti, ma anche a manipolarli. E non è tutto: è anche capace di mettere insieme due concetti diversi per prendere una decisione di fronte a una nuova situazione. Questo risultato del tutto inaspettato è stato ottenuto dal gruppo di Martin Giurfa al centro di ricerche sulla cognizione animale dell'università di Tolosa, in Francia, in collaborazione con Adrian Dyer, dell'università di Melbourne, Australia. Una simile capacità, che si riteneva propria degli umani e di qualche primate, dimostra la possibilità di analisi cognitive sofisticate anche in assenza di un linguaggio e nonostante un'architettura neurale miniaturizzata. I risultati, pubblicati sulla rivista PNAS, rimettono in causa risultati che sembravano acquisiti, sia nel campo della cognizione animale sia in quello della psicologia umana.

Vaccinazione sociale

NOTIZIE - Anche le formiche, nel loro piccolo, si vaccinano. Del resto, qualche sistema protettivo davvero efficace contro le infezioni ce lo devono pur avere, considerato l'ambiente affollato in cui vivono: nel chiuso del nido basterebbe poco per provocare un'ecatombe. Su PLoS Biology, il gruppo della biologa evoluzionista Sylvia Cremer descrive nelle formiche del genere Lasius un sorprendente meccanismo di vaccinazione sociale attiva contro un fungo patogeno, Metarhizium anisopliae

Odore di casa: le formiche non si perdono mai

CRONACA - Le formiche foraggiatrici del deserto ritrovano sempre la strada per tornare al nido, anche quando possono contare solo su tracce magnetiche, vibrazioni o... sull'anidride carbonica. Le formiche che vivono nel deserto si sono adattate alla vita in un ambiente arido, che fornisce pochissimi punti di riferimento per orientarsi. Oltre a tracce visive e olfattive, questi insetti usano la luce del sole polarizzata come un compasso per orientarsi, e "contano" i passi fatti in modo da riuscire a tornare sane e salve al nido dopo essere andate alla ricerca di cibo. Attraverso alcuni esperimenti con formiche del genere Cataglyphis nei loro habitat naturali in Tunisia e Turchia, un gruppo di scienziati comportamentali dell'Istituto Max Planck di ecologia chimica di Jena, in Germania, ha scoperto ora che le formiche possono aiutarsi anche con riferimenti magnetici o vibrazionali per riuscire rintracciare la minuscola apertura da cui sono venute fuori

Bellezze nell’erba

FOTOGRAFIA - In questi giorni la primavera imminente la si può già annusare nell'aria. Da buoni meteopatici noi di Oggiscienza la celebriamo con questa splendida galleria di fotografie di farfalle, libellule e qualche altro colorato insetto. Bellezze comuni che possiamo incontrare di frequente in una passeggiata nei campi della Pianura Padana e che spesso troppo distratti ignoriamo. L'occhio attento e appassionato di Michele Zanetti, fotografo naturalista, ce li restituisce però nel loro splendore.

Questa faccia mi è nota

Fig. 1 CRONACA - Le vespe sociali imparano a riconoscere le facce delle altre con modalità analoghe a quelle di cani, pecore scimmie ed esseri umani, scrivono su Science due biologi evoluzionisti. Le Polistes fuscatus vivono in nidi ben illuminati, fondati da più regine una sola delle quali assurge al trono e diventa dominante. La gerarchia sociale è quindi assai complicata, meglio non pestare le ali a una figlia di alto lignaggio o confonderla con quella di una regina minore. Per facilitare il compito e la convivenza, le P. fuscatus hanno volti di forme e colori diversi e un'ottima memoria, come avevano già mostrato gli autori. Si pensava però che fossero dotate di un unico meccanismo cerebrale grazie al quale imparare a distinguere tra percezioni visive abbastanza simili

Tracce significative

NOTIZIE - Volava leggera e a un certo punto (forse per bere) è atterrata in una pozzetta d’acqua posando le zampette e l’addome nel fango sottostante. Un attimo e poi via di nuovo. Circa 310 milioni, anno più anno meno, più tardi Richard Knecht ha dovuto perdersi in una foresta (ahimè proprio dietro a un centro commerciale) nel Massachussets per ritrovare l’impronta dell’antica mosca effimera (si chiama proprio così in italiano, mayfly in inglese, del superordine delle Ephemeropterida). La scoperta è eccezionale non solo perché rappresenta una delle più antiche testimonianze di insetto alato (gli insetti sono stati i primi animali ad adottare il volo, molto prima dei mammiferi e degli uccelli), ma per l’eccezionale dettaglio di questo tipo singolare di fossile.

La fattoria degli insetti

NOTIZIE - È l’uovo di colombo, ma farlo funzionare in occidente non sarà così facile. Più semplice in alcuni paesi in via di sviluppo che già prevedono gli insetti nella loro dieta. La prossima settimana in Laos verrà inaugurata una fattoria “modello” per l’allevamento degli insetti a scopo alimentare. Voluta dall’Università di Laos è in parte sponsorizzata da un progetto più ampio della FAO per stimolare tecniche sostenibili ed efficaci per l’allevamento di animali di dimensioni ridotte, come grilli e cavallette, vermi e formiche al fine di combatte e la denutrizione e la povertà nei paesi in via di sviluppo. Non è cosa facile da fare ovunque, in molte culture, prima la nostra, gli insetti non sono considerati cibo e anzi suscitano disgusto,. In Laos però si trovano le condizioni ottimali per un esperimento del genere: la popolazione già integra la propria dieta con insetti. Normalmente però vengono raccolti in natura, e l’allevamento rappresenta una via promettente. Molti studi hanno dimostrato che gli insetti possono essere una fonte importante di proteine, con il vantaggio enorme di avere un basso impatto ambientale (soprattutto questo tipo di allevamento produce emissioni basse di CO2).
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