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Bici più sicura per i più giovani

LA VOCE DEL MASTER - Uno studio della University College London (UCL ) dimostra che muoversi in bicicletta è quasi cinque volte più sicuro che guidare, almeno per i ragazzi sotto i ventun anni. I ricercatori hanno esaminato i ricoveri ospedalieri e i decessi in Inghilterra di pedoni, ciclisti e conducenti, su un periodo di due anni, valutandoli per gruppi di età e sesso. Lo studio ha evidenziato che i rischi sono simili per gli uomini dai 21 ai 49 anni, a prescindere dal mezzo scelto, mentre per i giovani dai 17 ai 20 anni la bici è più sicura di un’auto. I gruppi più a rischio negli spostamenti risultano gli autisti maschi dai 17 ai 20 anni, i ciclisti maschi con più di 70 anni e le donne con più di 70 anni che si spostano a piedi

L’Italia e gli scienziati (de L’Aquila e de l’Ilva)

POLITICA - Due cose sono accadute ieri: è stata emessa la sentenza a carico dei membri della (allora) Commissione Grandi Rischi sui fatti relativi al terremoto de L'Aquila del 2007 e sono stati resi pubblici i dati raccolti dall'Istituto Superiore di Sanità sulla salute dei cittadini di Taranto. Due facce di un quadro contraddittorio e doloroso del nostro paese e del suo rapporto fra società civile, politica e scienza. Di entrambi sapete già molto mi limiterò a riassumere brevemente. Piena colpevolezza per tutti gli imputati, riconosciuti colpevoli di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime. Il giudice ha ritenuto di aggiungere due anni di condanna ai quattro richiesti dall'accusa, interdizione dai pubblici uffici, ecc. Tutti la stessa identica pena, senza distinzione. Cos'è successo? Nel 2009 solo una settimana prima del 6 aprile (per la precisione il 31 marzo), la notte del sisma che ha ucciso più di 300 persone rimaste sepolte nel cuore della notte nelle loro case, la Commissione Grandi Rischi si era riunita (a aseguito del potente sciame sismico cche stava colpendo la zona e aveva messo in allarme la popolazione) per decidere sul da farsi. La commissione era riemersa dalla riunione (frettolosa) senza di fatto concludere nulla e in una successiva conferenza stampa in cui si erano fatte generiche rassicurazioni verso la popolazione (e qualche pseudospiegazione, sul benefico scarico di energia in atto) fatte da Bernardo De Bernardinis e mai smentite dagli altri membri della Commissione. La tesi dell'accusa è che queste parole avevano rassicurato la popolazione che normalmente avrebbe invece dormito fuori casa, inducendoli a restare nella abitazioni, per poi rimanercvi intrappolati la notte fatale.

Al sud più tagli cesarei

SALUTE - Aumentano i tagli cesarei al Sud Italia. Uno studio dell'Università politecnica delle Marche, di Ancona, dimostra che, nonostante le raccomandazioni dell'Istituto mondiale di sanità di mantenere i cesarei tra il 5 e il 15% delle nascite, la loro frequenza continua a salire anche in paesi dotati di sufficienti servizi medici. In Italia, in particolare, i cesarei hanno raggiunto una percentuale elevatissima, il 38%: si tratta del dato più alto in Europa. Un gruppo di ricercatori dell'ateneo marchigiano ha valutato su scala nazionale i parametri socioeconomici e clinici di chi viene sottoposto a cesareo per scelta o per obbligo, e ha cercato di capire se tali parametri differissero tra donne con una preferenza a priori, rispettivamente, per il parto naturale e il cesareo. Lo studio, condotto analizzando dati Istat dell'ultimo sondaggio Salute e sanità e pubblicato questa settimana sulla rivista Plos One, ha esplorato una serie di aspetti riguardanti la salute della popolazione italiana, come prevalenza di malattie croniche, stili di vita e abitudine all'uso del sistema sanitario. Il sondaggio Istat ha raccolto dati da più di 50mila famiglie e quasi 130mila persone, rappresentative della popolazione italiana in termini di età, genere e distribuzione geografica. L'analisi del gruppo marchigiano è stata ristretta a un campione di circa 2.500 donne al primo parto, cui è stato chiesto sia in che modo avessero partorito (naturale, cesareo elettivo, cesareo non programmato), sia che modalità avrebbero scelto, prima del parto, se ne avessero avuto la possibilità.

Cambio climatico, un pro e un contro

AMBIENTE - Mentre continua, a colpi di articoli scientifici, il dibattito sulle conseguenze del cambio climatico (si veda qui e qui), noi facciamo la nostra parte dando un colpo al cerchio e uno alla botte. Vi presentiamo quindi due articoli pubblicati negli ultimi tempi: uno, un po’ datato ma ancora attuale (della metà di luglio), sui benefici che l’agricoltura di alcuni paesi in via di sviluppo (Pvs) trarrebbe dalla modifica delle condizioni climatiche; l’altro, molto più recente, sulle conseguenze del cambio climatico sull’incidenza del rischio di tumori alla pelle. E non solo, perché anche l’agricoltura…

Ogm e ricerca pubblica: “Sbagliato distruggere i campi sperimentali”

CRONACA - “Questo Ministero ha provveduto ancora una volta ad invitare l’Università degli Studi della Tuscia a procedere all’immediata dismissione del sito di sperimentazione”. Firmato Corrado Clini, Ministro dell'Ambiente, destinatario Mario Capanna, presidente della Fondazione Diritti Genetici. La lettera, dei primi di giugno, decretava l'obbligo, da parte dell'ateneo viterbese, di distruggere i campi sperimentali di ciliegi, olivi e kiwi Ogm su cui lavorava dalla fine degli anni Novanta l'agronomo e biotecnologo Eddo Rugini. L'ennesima puntata della lunga diatriba sull'annosa questione Ogm sembra aver chiarito quali gruppi, in Italia, detengano il potere decisionale sulle biotecnologie agrarie, e pare che i ricercatori abbiano ben poca voce in capitolo. Difficile, altrimenti, spiegare la levata di scudi di varie comunità scientifiche italiane (al plurale, perché è forse bene ricordare che non esiste una sola comunità scientifica), con tanto di diffusione di appelli a mezzo blog e reti sociali contro la distruzione dei campi Ogm. Niente da fare: il 12 giugno, come previsto, sono iniziate le distruzioni dei campi, con l'abituale scia del combattimento all'arma verde tra i favorevoli e i contrari agli organismi geneticamente modificati: dai temi più filosofici, come i concetti di naturale e artificiale, a quelli più politici, come il potere delle multinazionali agrarie e i danni alle economie agricole locali

Farmacie on-line da bollino rosso

LA VOCE DEL MASTER - “Cerchi una soluzione? Compra il Viagra. Milioni di uomini in tutto il mondo lo usano. Nel nostro sito puoi ordinare fino a 360 pillole, risparmiando ben 955 euro rispetto a una farmacia tradizionale. Discrezione assicurata”. A chi non è capitato di ricevere nella propria casella di posta elettronica un messaggio del genere? Questo della vendita di farmaci, o presunti tali, su internet non è però solo un problema di spam ma un fenomeno tutt’altro che da sottovalutare. Il rischio di incappare in farmaci falsi o illegali è altissimo e le conseguenze per la salute possono essere serie. Ne sono consapevoli l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la Food and Drug Administration (FDA) americana e l’AIFA, l’agenzia italiana del farmaco, che da anni monitorano il fenomeno. Ed ecco un po’ di numeri. Le farmacie attive sul web sono circa 41.750 secondi i dati di LegitScript, il servizio americano di verifica e controllo delle farmacie on-line, ma il loro numero aumenta costantemente. Di queste, solo lo 0.5% sono legali, ovvero soddisfano gli standard di sicurezza e vendono farmaci certificati richiedendo la prescrizione medica necessaria. La lista delle farmacie on-line virtuose si può consultare qui. Tralasciando il 3% che presenta problemi secondari e risolvibili, legati per lo più al rispetto della privacy del cliente, il restante 96% delle farmacie virtuali censite si è rivelato essere falso o illegale
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