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MrPod – Amianto mai più?

MRPOD - Qualche settimana fa i media hanno catalizzato l’attenzione del pubblico sulla “sentenza Eternit”: i proprietari dell’azienda che con le sue attività ha minato, e continuerà a farlo per anni, la salute di migliaia di persone, lavoratori e cittadini sono stati condannati in primo appello a 16 anni di reclusione. Dunque una nuova sentenza sull’amianto, la sostanza killer (usata per il diffusissimo cemento-amianto) di cui sono noti gli effetti cancerogeni (mortali) fin dall’inizio degli Anni sessanta. Abbiamo chiesto un commento sulla sentenza a Fulvio Aurora, segretario dell’associazione Italiana Esposti Amianto, che ci ha formito anche qualche numero sulla presenza di questa sostanza tossica nel nostro Paese, un problema tutt’altro che risolto.

La contraffazione aiuta la malaria

SALUTE - Ottocentomila morti l’anno, soprattutto bambini e donne incinte. Questa è la drammatica stima delle conseguenze della malaria, che colpisce soprattutto l’Africa. Gli ostacoli per affrontare questo disastro sono molti, e vanno dalla mancanza di medicinali, alle condizioni politico-economiche dei vari paesi, ma ora è emerso un problema in più: l’avidità umana. Un articolo apparso sul Malaria Journal evidenzia come alcune organizzazioni criminali stiano immettendo da tempo sul mercato farmaci antimalarici contraffatti, con gravi conseguenze sulla salute pubblica. Lo studio, condotto da un team internazionale guidato dalla Oxford University e finanziato dalla Wellcome Trust, dimostra che le medicine derivanti spesso da scarti di laboratorio, non solo sono dannose per la salute, ma rischiano di aumentare la resistenza dei parassiti che causano la malaria. I ricercatori hanno analizzato per otto anni, dal 2002 al 2010, antimalarici venduti in undici paesi africani, rilevando che le contraffazioni contengono un mix di ingredienti farmaceutici sbagliati. Purtroppo non fanno solo male, ma inizialmente danno l’impressione di funzionare, perché contengono piccole dosi derivate dall’artemisina (l’antimalarico al momento considerato il più efficace); è un’illusione, ovviamente: alleviano solo i primi sintomi della malattia, non curandola affatto.

Aborti in calo, obiezione di coscienza ancora alta

CRONACA - Continua il calo delle interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg): 115.372 nel 2010 contro le 118.579 dell’anno precedente, ma con oltre il 70% dei ginecologi obiettori di coscienza la legge 194 sull’aborto presenta, a 33 anni dall’entrata in vigore, difficoltà nell’applicazione. Soprattutto al Sud, dove l’obiezione di coscienza tra i camici bianchi è più dell'80%. In Sicilia, Molise e Campania raggiunge valori superiori al 70% anche tra gli anestesisti e il personale non medico. Secondo i dati dell'ultima Relazione sullo stato di attuazione della legge 194/1978 del ministero della Salute il numero degli obiettori sembra essersi stabilizzato dopo il notevole aumento negli ultimi anni, ma valori ancora così elevati possono rappresentare un freno alla corretta applicazione della legge. Oltre a porre problemi organizzativi all’interno delle Asl e degli ospedali, rendono più difficile la tutela della donna, che potrebbe trovarsi nella situazione di dover abortire in una struttura ospedaliera al di fuori della propria regione di residenza.

Troppo stress? Attenzione al DNA

SALUTE - "Crediamo che il nostro studio sia il primo a proporre uno specifico meccanismo attraverso cui una delle caratteristiche dello stress, l'elevato livello di adrenalina, potrebbe a lungo andare causare un danno rilevabile al Dna", spiega l'autore senior dell'articolo, Robert J. Lefkowitz, docente di medicina e biochimica all'università americana. L'articolo è stato pubblicato sull'ultimo numero di Nature online a fine agosto, e un suo riassunto è disponibile qui. Nello studio, i medici hanno iniettato in un gruppo topi un composto simile all'adrenalina, che funziona attraverso il ricettore beta-adrenergico, che Lefkowitz studia da diversi anni, in modo da riprodurre le condizioni di stress cronico. Il gruppo ha scoperto che l'iniezione di questo composto fa scattare una risposta biologica che, in ultima istanza, risulta nell'accumulo di danni al Dna
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