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Sequenziato il DNA umano più antico: ha oltre 400.000 anni

Un nuovo importante tassello si aggiunge alla ricostruzione dell’evoluzione umana, o almeno ai suoi recenti capitoli che si sono scritti in Eurasia: il genoma di un individuo proveniente dal celebre sito spagnolo di Sima de los Huesos, risalente a 400.000 anni fa, è stato quasi completamente sequenziato, ed è descritto nei dettagli su Nature.

Virus neandertaliani nel nostro DNA

Alcuni di noi custodiscono nel proprio DNA tracce di virus che avevano infettato i nostri dimenticati cugini eurasiatici: l'uomo di Neandertal e l'uomo di Denisova.

Neanderthal? Peccato, sarà per un’altra volta

CRONACA - Impossibile: questo è termine che ho sentito ripetere allo sfinimento quando ho cominciato a chiedere vari esperti un'opinione sulla clonazione del Neanderthal. La notizia di ieri era più o meno questa: secondo George Church, della Harvard Medical School i tempi sono maturi per clonare breve termine un individuo dell'antica specie: "serve solo una donna avventurosa che presti il suo utero" ha concluso lo scienziato. L'affermazione ha scatenato il finimondo. La discussione si è naturalmente concentrata sugli aspetti etici, sui quali al momento non mi avventuro, ma naturalmente ci si è anche chiesti se questa clonazione sia davvero possibile. "È impossibile!" afferma con sicurezza David Caramelli, esperto di DNA antico che lavora dell'unità di antropologia molecolare all'Università di Firenze. "Già la povera Dolly, clonata da DNA integro e perfettamente conservato, aveva i suoi problemi, per esempio non ha vissuto molto perché pur essendo appena nata la sua età biologica era quella del DNA da cui era stata clonata. Figuriamoci se parliamo di DNA antico." Il DNA antico ha dei problemi già per essere recuperato, ma anche riuscendo a farlo, gli errori sono tanti, perché può essere letto male. "È vero che con l'avanzare delle conoscenze e della tecnologia questi errori stanno via via diminuendo, ma anche pochissimi, anche una sola mutazione puntiforme,nell'organismo vivente può portare a gravi problemi di salute, per cui il nostro Neanderthal non se a passerebbe bene" precisa Caramelli. "A oggi comunque un genoma completo di Neanderthal non esiste. Abbiamo poco meno di 5 miliardi di paia di basi, ne manca dunque ancora un miliardo per avere un genoma completo"