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Un sistema solare senza il botto

CRONACA - Una nuova e e forse più misteriosa (di quella attualmente in voga) teoria sull'origine del nostro Sistema Solare è stata formulata, a seguito dell'analisi "cosmochimica" condotta da alcuni ricercatori dell'università di Chicago. Secondo i dati ottenuti da Haolan Tang e Nicola Dauphas il nostro Sistema Solare non si sarebbe formato dopo l'esplosione di una supernova, come sostiene l'idea imperante, e anzi che non si sarebbe stata proprio alcuna esplosione. Un inizio tranquillo, dunque, il nostro. Ma andiamo per ordine. Come hanno fatto gli scienziati a ottenere prove che smentiscono l'idea che il nostro Sistema Solare si sarebbe formato "con il botto" e cioè dopo l'esplosione di una supernova? Il segreto è nel ferro-60, un'isotopo radioattivo, che come spiega Dauphas è "la pistola fumante" dell'avvenimento (in passato) di una grande esplosione stellare. Questo pesante isotopo infatti si forma soltanto all'interno di una supernova.

Luna: più terra che altro

NOTIZIE - La composizione chimica delle rocce lunari è straordinariamente simile a quella terrestre. Così simile da creare qualche problema all'ipotesi prevalente sull'origine della Luna, detta dell'impatto gigante. Secondo questa ipotesi, all'incirca 4,5 miliardi di anni fa un pianeta delle dimensioni di Marte (Theia per i planetologi) si sarebbe scontrato con la Terra, allora non completamente solidificata, liberando in orbita una gran quantità di detriti che avrebbero formato la Luna per condensazione. Ora, i modelli informatici per un evento di questo tipo indicano che almeno il 40% dei materiali che hanno dato origine al nostro satellite dovrebbe derivare da Theia. Significa che la composizione isotopica (cioè l'abbondanza relativa di isotopi, forme differenti di uno stesso elemento) per campioni lunari e terrestri dovrebbe essere differente. Questa, però, non è la storia che ci raccontano le rocce lunari, come conferma uno studio appena pubblicato su Nature Geoscience

Occhi sul sistema solare

NOTIZIE - "Eyes on the Solar System" è la nuova piattaforma web intarattiva lanciata dalla NASA che offre una spettacolare visione del sistema solare dal punto di vista degli satelliti NASA sparsi qui e lì in orbita intorno al Sole. Il nuovo strumento (anche 3D, bastano un paio di occhialetti con le lenti colorate) è l'unico a usare i dati reali e continuamente aggiornati delle missioni NASA, e oltre a dare la visione corrente del Sistema Solare dal satellite, riesce anche a viggiare indietro nel tempoi ricostruendo i passaggi precedenti della missione

Ritratto di Nettuno

NOTIZIE - Il più lontano pianeta del Sistema solare comincia a rivelare alcune delle sue caratteristiche, in particolare sulla composizione dell’atmosfera e la durata esatta del giorno, pari a 15 ore 57 minuti e 59 secondi. Ma molto altro resta ancora da scoprire.

Nuove prove sulla formazione del sistema solare

NOTIZIE - Nel numero di Science di questa settimana sono pubblicati due articoli che riportano i risultati delle prime misure dell'ossigeno e dell'azoto del Sole, dimostrando che l'abbondanza delle diverse specie isotopiche è diversa da quella presente sulla Terra. La missione Genesis della NASA, iniziata nel 2001, aveva proprio lo scopo di osservare il vento solare, intrappolare le particelle e riportarle sulla Terra. Per più di 2 anni ha raccolto gli atomi del vento solare (le particelle cariche espulse dall'atmosfera del Sole), posizionandosi al punto di Lagrange L1 a circa 1,5 milioni di km dalla Terra per evitare le complicazioni dell'atmosfera terrestre e del campo magnetico, che avrebbero potuto ostacolare le misure. L'equilibrio delle forze gravitazionali in corrispondenza del punto di Lagrange ha permesso inoltre al veicolo di mantenere un rapporto fisso con la Terra e il Sole con un consumo minimo di carburante.

Quando Giove era al posto di Marte

CRONACA - Un nuovo scenario, che descrive una tappa-chiave nella formazione del sistema solare, è stato proposto da una collaborazione franco-statunitense, che include ricercatori del Cnrs (il Cnr francese) e delle università di Nizza e Bordeaux. Secondo questo modello, Giove sarebbe migrato verso il Sole, e più esattamente verso la posizione in cui è oggi Marte, prima di cominciare un'ulteriore migrazione verso l'esterno e raggiungere la sua posizione attuale, molto più lontana dal Sole. Attraverso il nuovo modello, i ricercatori spiegano sia la formazione della cintura di asteroidi sia la differenza di dimensioni tra i pianeti terrestri (Mercurio, Venere, Terra e Marte). Il gruppo sta ora cercando d'includere in questo scenario Urano e Nettuno, i pianeti del sistema solare più distanti dal Sole. Lo studio è pubblicato sul sito web di Nature (mentre la pubblicazione dell'articolo su carta è prevista per luglio 2011)

Polvere dallo spazio

NOTIZIE - Una missione giapponese riporta con successo sulla Terra un campione di polvere raccolto su un asteroide. Il campione è incontaminato e sono cominciate le prime analisi.

Aurora spaziale

NOTIZIE - Un video e nuove immagini dell’aurora su Saturno sono oggi disponibili per tutti gli appassionati di astronomia. Il nuovo studio, oltre a fornire una visione stupefacente di uno dei più stupefacenti fenomeni del Sistema solare, permetterà di capirne meglio le cause.

Vulcani su Mercurio: nuove osservazioni

NOTIZIE - La terza ricognizione della sonda Messenger attorno al pianeta più vicino al Sole ha rivelato la presenza di attività vulcanica nelle vicinanze di un bacino osservato per la prima volta.
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