LA VOCE DEL MASTER – Oggi, 31 gennaio, all’Università di Trieste si è svolto un simbolico alzabandiera per sostenere la centralità dell’università e dell’istruzione pubblica, dopo che venerdì scorso è entrata in vigore la riforma Gelmini.
La manifestazione è iniziata alle ore 13.00 quando un piccolo corteo formato da studenti e professori è sceso lungo la gradinata antistante la sede centrale dell’Ateneo e si è radunato attorno al pennone di fronte all’edificio per issare una grande bandiera gialla con la scritta “Scuola-Università Pubblica”.
L’invito a partecipare è corso anche sul web grazie a strumenti come Facebook ma, come spiega uno studente di Fisica “dispiace che si vedano sempre le stesse facce, ci sono solo quelli che hanno caratterizzato il movimento nei mesi passati”. Tra il centinaio di persone che hanno partecipato all’iniziativa c’erano molti rappresentanti degli studenti; secondo Bartolomeo Saviano, rappresentante per la facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, l’evento è puramente aggregativo, non a sfondo politico: “ora bisognerà focalizzare l’attenzione sulla riscrittura dello statuto dell’Università nell’ottica di creare nuove sinergie e collaborazioni, non solo tra gli studenti, per trovare soluzioni utili e condivise”.
La riforma prevede infatti la riscrittura dello Statuto da parte di quindici persone; l’assemblea dell’Università di Trieste ha deciso, da una proposta del Rettore, che dodici di queste persone vengano scelte “dal basso”, attraverso una procedura democratica portata avanti da professori e dipendenti. In questo modo gli studenti potranno percepirlo come un documento non calato dall’alto ma partecipato e costruito da ognuno.
La cerimonia si è conclusa con un brindisi al futuro dell’Università e con un breve discorso del Rettore, Francesco Peroni, secondo cui la riforma ci pone in una situazione di “cerniera” tra il passato e il futuro. “Le riforme sono sempre benvenute per il loro proposito innovativo ma allo stesso tempo è necessario che la scuola e l’università pubblica mantengano il ruolo centrale che la stessa Costituzione affida loro. Questo deve significare soprattutto maggiore coerenza, ad esempio nello stanziamento dei fondi”.