AMBIENTE – Dopo il disastro nucleare di Fukushima e la catastrofe del Golfo del Messico si sta aprendo “l’età dell’oro” per il gas naturale. Lo afferma l’ Agenzia internazionale per l’energia (IEA), che in un recente studio ha rivisto lo scenario energetico elaborato nel 2010, stimando un forte incremento del gas naturale, che dal 21% attuale arriverà a garantire oltre un quarto della produzione mondiale di energia nel 2035. Nello specifico la IEA stima una domanda di gas naturale al 2035 pari a 4.244 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti, in rialzo del 12% rispetto allo scenario “base” del 2010, con la prospettiva al 2050 di diventare la prima fonte di energia utilizzata superando il petrolio.
L’ente di Parigi individua quattro fattori che determineranno il boom della domanda di gas naturale: l’aumento dei consumi da parte delle Cina, il declino del nucleare dopo Fukushima, l’uso di gas naturale nei trasporti e le scoperte di gas non convenzionale. Elementi che influiranno sicuramente sulle rotte commerciali “già attive” (schematizzate nell’infografica), determinando nuovi equilibri. Del resto le riserve di gas naturale nel Mondo sono concentrate in pochi Paesi e destinate ad esaurirsi nel giro di una cinquantina d’anni, come mostra l’animazione.
Se consideriamo i vincoli di natura ambientale legati alla produzione di energia a partire dal carbone e dal petrolio, il gas sembrerebbe una possibile soluzione in grado di garantire un giusto equilibrio tra la sostenibilità ambientale e il soddisfacimento della richiesta di energia da qui ai prossimi decenni. Tuttavia non bisogna dimenticare che anche se il gas è il più “pulito” tra le fonti fossili, la sua combustione emette comunque gas serra. E proprio l’aumento dell’utilizzo di gas potrebbe far salire di 3,5 gradi la temperatura globale. Sembrerebbe, quindi, in arrivo un’età dell’oro per il gas, ma non per l’ambiente.