CRONACA – È il pianeta dei primati, dei fenomeni che gli astronomi non sono in grado di spiegare, eppure sembra il gemello della Terra. Stiamo parlando di Keplero 78b, scoperto dal telescopio spaziale Keplero, lanciato dalla NASA alla ricerca di pianeti con caratteristiche simili alla Terra.
Un gruppo di ricerca internazionale si è dato appuntamento presso l’Osservatorio Roque de los Muchachos a La Palma, e ha cercato di spiegare le particolarità di questo pianeta.
I risultati, pubblicati su Nature il 30 ottobre scorso, hanno confermato che Keplero 78b fa parte dei pianeti simili alla terra – i cosìdetti esopianeti – perché ha un diametro simile a quello terrestre, e un tempo di rotazione intorno alla stella a cui è associato pari a otto ore e mezza.
Quello che ha lasciato esterefatti gli astronomi, è l’orbita che il pianeta disegna intorno alla sua stella: è un centesimo di quella terrestre. L’orbita è troppo piccola perché il pianete abbia avuto origine lì dove si trova ora: infatti, all’epoca della sua formazione la stella che lo illumina era molto più grande, ed è impossibile che Keplero 78b sia nato all’interno di quel corpo incandescente. Quindi stiamo parlando ci un pianeta nato altrove e poi migrato vicino a questa stella.
Le condizioni particolari in cui ruota questo pianeta, hanno offerto agli studiosi la possibilità di raccogliere per la prima volta informazioni sulla sua massa. Infatti, la rotazione così vicina alla stella fa sì che il pianeta eserciti un’attrazione gravitazionale sul suo sole. È come se il pianeta riuscisse a dare uno strattone alla stella, tanto più forte quanto più grande è la sua massa. Dalla terra questo fenomeno è visibile ed appare come un ondeggiamento della stella, noto come effetto Doppler. A partire dalla massa, gli astronomi hanno potuto calcolare la densità del pianeta, trovandola identica a quella terrestre. Keplero 78b potrebbe essere quindi formato da ferro e rocce molto simili a quelle terrestri.
La vicinanza alla stella tuttavia ha anche i suoi svantaggi. Le temperature sul pianeta sono incandescenti: gli astronomi parlano di 2000-2800°C, che rendono la superficie del pianeta ricoperta di lava.
Anche il destino di Keplero 78b è legato alla stella che ora lo illumina: finirà per precipitarvi dentro nel giro di tre miliardi di anni, un tempo breve dal punto di vista astronomico.
Crediti immagine: NASA Blueshift, Flickr