Molti si staranno affannando per accaparrarsi una copia della sua opera omnia, ma senza successo. Sì perché perché solo alcune delle opere di Modiano sono tradotte in italiano, precisamente da Guanda, che ha tradotto il romanzo Dora Bruder, e da Einaudi, a cui invece si debbono le traduzioni di Sconosciute, Bijou, Un pedigree, Nel caffè della gioventù perduta e L’orizzonte.
Durante la guerra i Modiano non erano infatti una famiglia francese qualsiasi, erano ebrei, destino che pervaderà tutta l’opera di Modiano, a partire da La place de l’Etoile pubblicato nel 1968 che gli valse il premio Roger-Nimier e il premio Fenenon, che insieme al Premio Goncourt nel 1978 per il romanzo Rue des boutiques obscures, sono gli unici premi vinti dallo scrittore prima dell’inaspettato Nobel.
Scorrendo le trame dei suoi romanzi però si scopre che Modiano non è solo sinonimo di Seconda Guerra Mondiale, di terrore, di morte e paura. Un po’ come accadeva per la tragedia Greca, è la scena a rimanere la stessa: la Francia. La Parigi occupata dai Nazisti, ma anche la Parigi “segreta e misteriosa del IX e X arrondissement” come si legge nella presentazione che fa Einaudi dell’ultimo libro di Modiano edito in Italia nel 2012: l’Orizzonte. La storia noir di una giovane donna che fugge da un uomo che dice di amarla, tra le strade di Parigi e tra gli anfratti del tempo che passa.
Insomma, sì Modiano è stata una scelta inaspettata, ma forse per i lettori, soprattutto per noi italiani così poco avvezzi ad accostarci ad autori non ancora tradotti in italiano, può essere l’occasione per scoprire un pezzo di letteratura che probabilmente non avremmo mai incontrato.
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