Il senso del cervello per i ragni
L'evoluzione ha dato all'homo sapiens un senso particolarmente sviluppato per il riconoscimento dei ragni
RICERCA – Ti stai facendo la doccia e sul muro, proprio dietro la tua spalla si muove lento un ragno. Lì dietro non puoi vedere, ma hai come un presentimento. Ti giri: ecco, lo sapevi che c’era un ragno!
Stai leggendo un libro sul divano e nell’angolo c’è una “cosa” con le zampette lunghe. Sei impegnato nella lettura e l’angolo non è affatto nel centro del tuo campo visivo, ma lo vedi. Immediatamente. Pare proprio che il tuo cervello abbia un senso particolarmente sviluppato per il riconoscimento dei ragni. Ed è così, in effetti. Lo dice uno studio pubblicato su Evolution and Human Behaviour.
La ricerca, condotta dal Barnard College, indica come l’essere umano sia dotato di una sorta di “sensore” che gli fa osservare la forma del ragno spuntare da dietro un angolo anche se sta guardando altrove o se non sta prestando attenzione.
Il test proposto dal team è stato condotto su giovani universitari, che dovevano guardare alcune linee comparire su un monitor e indicare le più lunghe.
Nei primi esperimenti questo accadeva senza scherzi. Nella quarta sessione, però, per un momento – un battito di ciglia di 200 millisecondi – appariva anche un’altra immagine. In qualche caso un ago ipodermico, in qualche caso una mosca e poi, ovviamente, un ragno.
I ragazzi erano tutti impegnati a svolgere il loro compito, tanto che quando la figura-intruso era un ago ipodermico solo il 15% di loro si accorgeva della strana presenza. Appena il 10% identificava la figura quando si trattava di una mosca. Ma almeno la metà dei partecipanti si accorgeva della presenza di un ragno stilizzato e lo riconosceva come tale.
Questa “vigilanza anti ragno”, secondo i ricercatori, sarebbe il risultato dell’evoluzione. Perché un tempo, una lunga lista di ragni velenosi dovevano aver fatto compagnia all’homo sapiens che, di conseguenza, ha sviluppato una particolare abilità nel riconoscere la forma – un corpo tondo con oggetti radianti – di un essere minuscolo ma potenzialmente molto pericoloso, abilità che evidentemente conserviamo ancora oggi. E forse ci servirà nuovamente, in futuro. Una ricerca di quest’estate aveva già indicato che i ragni stanno diventando più grandi e più fertili in città, anche quelli velenosi. Esaminando 200 femmine di ragno tessitore dorato, i ricercatori dell’università di Sidney avevano concluso che in città i ragni vivono meglio: trovano più cibo, sono più forti, proliferano e hanno addirittura un’ovaia più sviluppata rispetto ai loro parenti campagnoli.
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Crediti immagine: David Featherston, Flickr