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C’è bisogno di aria fresca

Perché parlare di attualità in una rubrica che vuole raccontare la scienza nella narrativa, nel cinema e sul piccolo schermo?

Crediti immagine: NASA

STRANIMONDI – Per una volta, in questo spazio collettivo, sentiamo l’esigenza di essere più personali. Sarà perché dopo qualche settimana lontano dall’Italia per questioni lavorative, il rumore generato da polemiche sterili e prese di posizione medievali sembra più forte di quando, con la forza dell’abitudine, si riesce a relegarlo sullo sfondo.

Limitandoci al mondo della scienza e della ricerca, un evento come l’annuncio della conferma sperimentale delle onde gravitazionali previste da Albert Einstein ha fatto tornare l’impresa scientifica in prima pagina in tutto il mondo. Un padre del giornalismo italiano come Eugenio Scalfari le ha fatte subito proprie, in un articolo in cui si passa senza apparente soluzione di continuità da Einstein a papa Francesco e Renzi. Con in più una spiegazione della gravitazione universale di cui, onestamente, facciamo fatica a capire qualcosa:

La struttura gravitazionale è un equilibrio che cambia di continuo di attimo in attimo, quando i corpi celesti, ciascuno dei quali ha una sua propria densità, entrano in contatto e il corpo più denso attira quello più leggero fino a modificare le orbite della gravitazione e talvolta addirittura a inghiottirlo.

Fino a concludere che

la conclusione è che l’universo è cangiante. Se vogliamo applicare queste verità scientifiche ai valori che interessano più da vicino la nostra specie, ne deduciamo che il potere domina l’universo intero, le sue densità, le sue gravitazioni, le sue velocità fino a quando quel potere passerà di mano ad altri corpi celesti, ad altri buchi neri, ad altre stelle e galassie. Ma la natura cangiante non avrà nessuna modifica: il cambiamento resta agganciato alle onde gravitazionali.

Visto il nome di questo spazio, Stranimondi, in cui ci occupiamo spesso di fantascienza, tutto sommato rimaniamo in territori familiari anche con il grande saggio di Repubblica.

Più interessante, perché ci ricorda da vicino certi romanzi religioso-distopici di Thomas Disch, il rapporto tra la conferma delle onde gravitazionali e l’esistenza di Dio. Alla prova sperimentale che una previsione razionale effettuata da un essere umano in un contesto codificato dall’abolizione del sovrannaturale (il metodo scientifico), Antonio Socci riesce a vedere, al contrario, la conferma dell’esistenza del Superiore. Tralasciando il dotto ragionamento generale, nello specifico bisogna ricordare a Socci che le idee di Einstein e Pasteur (che cita nel finale) non possono essere prese fuori dal contesto socio-culturale in cui erano immersi. Se, quindi, Pasteur e soprattutto Einstein parlavano di Dio, non si riferivano certo a quello cristiano, tanto meno a quello cattolico, che invece è quello a cui pensano oggi i credenti che vedono il male nelle coppie di fatto o nella stepchild adoption. Cioè, l’idea di Dio di Einstein non era certo quella di un Dio che dettava la legge morale che l’uomo deve seguire, ma qualcosa di più vicino a un’idea platonica o a un Dio di tipo spinoziano.

Ci sarebbe da aggiungere, a questo punto, anche la polemica nata attorno alle assegnazioni delle borse di studio ERC, sulla quale tutto è già stato detto da Marco Cattaneo. La questione è, in realtà, delicata e centrale per la ricerca italiana. Ma invece di aprirsi un dibattito serio sui fondi per la ricerca, sugli sbagli sia del Ministero e del Governo che della comunità scientifica, si preferisce buttarla sul personale, attaccando la D’Alessandro o cercando di farne un’eroina. Anche questo, per modalità e toni, è tipicamente italiano, ma è anche da Stranimondi…

Permetteteci allora di prendere una boccata di aria fresca recuperando qui sotto un gioiello di comunicazione scientifica del 2014. Si tratta di uno spezzone di Last Week Tonight con John Oliver, la trasmissione di un comico inglese trapiantato in USA, che ha il pregio di trattare qualsiasi argomento a partire dai fatti. In questo caso specifico, si occupa del cambiamento climatico, un tema che vista la vicinanza con la COP21 di Parigi torna di attualità.

Ma il punto, qui, è che John Oliver (e i suoi bravissimi autori) si limita ai fatti e smonta le opinioni prive di un sostegno argomentato. Qualcosa di opposto a quello che abbiamo riassunto brevemente qui sopra, dove invece sono le opinioni a prevalere sui fatti e a generare gran parte del rumore assordante che impedisce una discussione serena. Su questi cinque minuti di televisione di John Oliver ci sarebbe da scrivere un articolo intero (non è detto che non lo faremo in futuro). Per il momento, limitiamoci a prenderlo come esempio di ciò che preferiremmo vedere o leggere:

@ogdabaum

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Marco Boscolo
Science writer, datajournalist, music lover e divoratore di libri e fumetti datajournalism.it