Città della Scienza in stato di agitazione
CRISI - Il 2010 potrà essere ricordato come l’anno nero per cultura, istruzione e università in Italia. I tagli finanziari si stanno abbattendo in maniera sistematica in quasi tutti i settori. Qualche settimana fa abbiamo assistito alla crisi degli “enti inutili”, e solo qualche giorno fa abbiamo avuto notizia del dimezzamento dei fondi a parchi e riserve marine nazionali. Le università in tutto il nostro territorio sono in rivolta (ricordiamo per esempio i professori della Sapienza di Roma che tengono gli esami di notte a lume di candela per protestare contro i tagli). La scuola, soprattutto quella primaria è reduce da un anno di scontri, principalmente dovuto al taglio massiccio di insegnanti. Uscendo dall’ambito strettamente scientifico poi non sono stati risparmiati altri settori importantissimi della cultura, dal teatro al cinema. Ora è il momento dei musei scientifici e in particolare è notizia di pochi giorni fa che i lavoratori di Città della Scienza, il science centre – museo scientifico di concezione moderna – più grande d’Italia che ha sede a Napoli, sono in stato di agitazione. Questo succede perché da primo luglio non potranno più ricevere lo stipendio. Centinaia di famiglie resteranno senza una fonte di reddito, e ovviamente anche l’attività culturale e didattica svolta dall’importante istituto verranno meno. Questo succede perché da primo luglio non potranno più ricevere lo stipendio. Centinaia di famiglie resteranno senza una fonte di reddito, e ovviamente anche l’attività culturale e didattica svolta dall’importante istituto verranno meno.