Secondo questo ultimo studio pubblicato su Nature Geoscience, le formazioni globose osservate nella roccia di quella che era un antica spiaggia australiana, sono veramente i resti di antichi batteri il cui metabolismo si basava sullo zolfo, proprio come tanti batteri oggi presenti nei luoghi più inacessibili e inospitali del nostro pianeta (per esempio le sorgenti idrotermali oceaniche).
L’analisi morfologica e la distribuzione spaziale dei fossili confermerebbe che si tratta di veri batteri e non di formazioni minerali. L’analisi isotopica invece ne dimostrerebbe il metabolismo sulfureo. La scoperta è interessante perché suggerirebbe che le prime forme di vita sul nostro pianeta avrebbero avuto un metabolismo che non necessitava ne la presenza di ossigeno ne della luce e che poteva avvenire anche in condizioni molto estreme, come per esempio in acqua molto calda (45°c, stimano Brasier e Wacey).
Naturalmente non tutti sono d’accordo e molti scienziati pensano che le prime forme di vita usassero invece la fotosintesi.