Foldit nasce dall’evoluzione del programma Rosetta, una cosa molto simile a SETI@home (e cioè un programma di calcolo disribuito per risolvere problemi complessi) nel campo però della biologia molecolare. A un certo punto coloro che parteciapavano al progetto, offrendo il proprio computer, hanno palesato di volere usare anche il prioprio computer biologico (il cervello) per risolevere i problemi. Detto fatto, nel 2008 è nato Foldit.
Foldit non richiede di avere conscenze scientifiche (solo un giocatore su otto lavora in campo scientifico e ben due terzi dei “campioni” non hanno una formazione in biochimica) è un vero gioco competitivo, e fornisce anche strumenti sociali (i giocatori possono chattare, usare dei forum, lavorare in gruppo per risolvere dei problemi). I giocatori in foldit, manipolano e ruotano nello spazio tridimensionale le proteine a vari livelli di difficoltà. Gli scienziati responsabili del progetto Foldit (al Centro di scienze dei giochi dell’Università di Washington) analizzano inoltre costantemente le strategie utilizzate dagli utenti per risolvere i problemi, aggiornando il software poi in accordo con quanto osservato.
Proprio grazie alle capacità ragionamento spaziale molto sviluppate nell’essere umano (e poco nei computer) messe per di più in collaborazione, risolvere il puzzle è stato facile. Ora grazie alla conoscenza approfondita della proteasi, la via per sviluppare farmaci in grado di disattivarla (e quindi mandare in tilt il metabolismo del virus) è più semplice.
Il successo di Foldit apre una nuova strada per i problemi scientifici complessi che possono giovare di calcoli distribuiti e partecipativi in cui le macchine sono ancora carenti (e in più sono divertenti, e magari poi capita anche di vedere la propria firma su un giornale scientifico prestigioso).