Questa osservazione pone Lutetia fra i corpi più antichi del Sistema Solare, probabilmente fra i “planetesimi” e cioè quegli elementi che sono andati a formare i pianeti che consciamo oggi.
Le osservazioni di Osiris (insieme ad altre) hanno permesso di stimare la densità dell’asteroide, molto alta e pari cioè a 3,4 grammi per centimetro cubo (5,5 è quella media della Terra). Questa compattezza potrebbe essere dovuta a un processo di fusione interna provocato da calore sviluppato dal decadimento radiottivo. Per questo, ipotizzano gli scienziati, l’asteroride potrebbe avere un nucleo ferroso, e un mantello e una crosta superficiale (formate da silicati leggeri), come un piccolo pianeta.
Discordanti sono invece i dati raccolti da VIRTIS che hanno rilevato una notevole omogeneità della superficie che appare invece formata da “condriti carbonacee ed enstatitiche” (che riportano a una crosta primoridiale, e alla composizione di meteoriti primitive) e ricoperta di regolite (come la Luna) una polvere finissima di dimensioni fra i 50 e i 100 micron. Virtis ha inoltre stabilito la temperatura media del corpo celeste, che varia fra i -210 e i -28.
Esclusa, sempre da Virtis, la presenza anche passata di acqua (nessuna presenza di minerali idrati).