Nell’esperimento Scott Boback, del Dickinson College in Pennsylvania, e colleghi hanno usato topi rigorosamente morti, ma attrezzati con un congegno idraulico che simulava un cuore. I boa che stringevano un topo morto ma con il dispositivo acceso continuavano a stringere per un tempo ben più prolungato di quello che fanno normalmentein condizioni reali, spiegano gli autori. Quando invece il cuore a pompa veniva spento il rettile rilasciava la preda (la stretta del boa veniva monitorata attraverso un dispositivo che misurava la pressione del corpo del rettile su quello del roditore). Inoltre i ricercatori hanno osservato che anche i boa più giovani mostravano lo stesso pattern comportamentale, suggerendo un’origine innata.
In base a questa osservazione gli autori hanno dedotto che il rettile cerca di usare meno energia possibile per nutrirsi, anche se non è ancora noto quale sia il meccanismo sensoriale che permette all’animale di rilevare il battito cardiaco.