Un antefatto. Si sa già da tempo che la composizione isotopica dell’ossigeno è la stessa sia per la Terra, sia per la Luna. Il dato, però, non è in contrasto con l’ipotesi dell’impatto gigante, perché l’ossigeno è molto volatile ed è possibile che la Terra abbia scambiato gas con il disco di magma che ha dato origine al satellite, influenzandone la composizione. Junjun Zhang e colleghi, dell’Università di Chicago, hanno dunque deciso di battere un’altra strada, considerando un elemento più “affidabile”, il titanio. Sorpresa: anche in questo caso, le analisi di spettrometria di massa dicono che l’abbondanza relativa dei due isotopi di questo elemento è equivalente per i due corpi celesti.
Può darsi che questo significhi che la Luna si è formata in qualche altro modo, per esempio perché a un certo punto la Terra ha cominciato a girare su sé stessa così velocemente da espellere parte dei suoi materiali. Non è detto, però, che la teoria dell’impatto gigante debba essere per forza abbandonata: forse rimane valida e semplicemente ci sfuggono alcuni dettagli dell’evento. Per esempio, se il corpo che si è scontrato con la Luna fosse stato molto più grande di quanto finora ipotizzato, potrebbe aver influenzato la composizione chimica originale della Terra. Sia il nostro pianeta come lo conosciamo oggi sia il suo satellite, dunque, sarebbero in qualche modo “figli” di quel grosso pianeta.
Immagine: Syed Atif Nazir/NASA