Mettiamo che dopo essere stata in giro alla ricerca di cibo una formica torni a casa, cioè al nido, con il corpo ricoperto di spore fungine. Non solo le compagne non la emarginano: al contrario, le si affollano intorno per sottoporla a un accurato grooming, togliendole di dosso le spore. In realtà, questo speciale comportamento sociale era già noto; con l’aiuto di un marcatore fluorescente, però, Cremer e colleghi hanno ora scoperto che fine fanno le spore. Facile: si diffondono per tutta la colonia e ogni formica si ritrova con il suo piccolo carico fungino: microinfezioni subletali che possono essere sconfitte facilmente.
I ricercatori, infatti, hanno verificato che le formiche esposte al contatto con le “untrici” esprimono un set di geni coinvolti nella difesa contro i funghi, che permettono di tenere a bada l’infezione e non farle prendere il sopravvento. Nessuna attivazione, invece, per geni antibatterici o antivirali, a dimostrazione di un’estrema specificità della risposta. Insomma, il contatto sociale con una formica infettata dal fungo permette alle altre di proteggere sé stesse e l’intera colonia. Un po’ quello che facevamo noi umani fino a due secoli fa, prima che Edward Jenner inventasse il vaccino, con la variolizzazione.
Con un modelling matematico, Cremer e colleghi hanno anche messo a confronto l’efficacia di questo sistema di immunizzazione attiva rispetto ad altri (per esempio il trasferimento di sostanze antimicrobiche, un’immunizzazione passiva). In effetti, la diffusione del fungo per contatto si è dimostrata il sistema più valido per allontanare velocemente l’infezione dal nido e quello associato a minor mortalità. Attenzione, però, i modelli dicono anche che il meccanismo funziona soprattutto per patogeni poco aggressivi. In caso di agenti più infettivi e pericolosi probabilmente non è questa la strategia più efficace a cui ricorrere. Per saperne di più anche su altri meccanismi di immunizzazione sociale negli insetti, qui c’è il podcast di PloS Biology con l’intervista a Sylvia Cremer.
Immagine: © Matthias Konrad