La tecnica consiste nel muovere una punta di metallo (del diametro di pochi atomi) sopra il reperto. L’accurato monitoraggio dei movimenti della punta ha restituito un’immagine tridimensionale degli eritrociti di Iceman (che ricordiamo è stato probabilmente ucciso con un colpo di freccia alle spalle, e potrebbe essere morto dissanguato). Marek Janko e Robert Stark, dell’Università Ludwig-Maximilians di Monaco, e Albert Zink, dell’Istituto per le mummie e l’Iceman di Bolzano hanno pubblicato i risultati su Interface (una rivista della Royal Society, l’articolo è disponibile in open-access qui)