Nel corso del tempo le proteine in questione si sono evolute per lavorare insieme e rispondere meglio al fattore di crescita di quanto farebbe una singola proteina. Le diverse copie infatti permettono di moltiplicare il segnale più volte. Questa “moltiplicazine” ha però un aspetto negativo. Se la proteina esistesse in una sola copia, la sua perdita comporterebbe la morte (e dunque non protebbe propagarsi attraverso le generazioni). Il fatto di avere più copie invece ha un risvolto “protettivo”: se più copie lavorano in gruppo e una subisce una mutazione, l’organismo potrebbe comunque sopravvivere e propagare il gene difettoso. Malattie con questo meccanismo potrebbero essere il diabete di tipo 2 e il cancro.
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