Abell, stella molto simile al nostro Sole e distante da noi 5.500 anni luce, morì la prima volta 12.500 anni fa, quando il suo guscio esterno fu spazzato via da un forte vento stellare. Poi, però,
circa 850 anni fa, tornò in vita grazie all’elio e al carbonio che ricominciarono a bruciare creando al tempo stesso un’accelerazione del vento della stella fino a raggiungere i 4.000 chilometri al secondo, oltre 14 milioni di chilometri all’ora. Il forte vento bombarda i grumi di materiale circostante con grande intensità e, come chiariscono gli autori della scoperta nell’articolo pubblicato su Astrophysical Journal, potrebbe rappresentare un’istantanea della nostra fine: quando il nostro Sole emetterà i suoi ultimi respiri i suoi violenti venti stellari e la radiazione che emetterà faranno esplodere ed evaporare qualsiasi pianeta eventualmente ancora in vita.
Fonte: ESA/XMM-Newton; NSF/NOAO/KPNO; NASA/CXC/IAA-CSIC/M. Guerrero et al; NASA/STScI