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Libertà di ricerca

CRONACA – Il processo Ergenekon che si è concluso ieri in Turchia riguardava un golpe tentato da militari e dirigenti del Partito dei lavoratori. Ma sono stati anche condannati per reati di opinioni e di “contiguità” ideologica nove ricercatori:

Il reato di Ümit Sayın consiste nell’aver fatto ricerche sulla sessualità femminile, tema vietato così come la storia delle minoranze e il genocidio degli armeni.

Sull’ingiustizia fatta negli altri casi, rimando al rapporto dell’International Human Rights Network delle accademie e società scientifiche uscito giovedì scorso. Riassume la situazione storica, ideologica e giuridica nella quale professori, medici e ingegneri sono stati detenuti, torturati e giudicati innocenti in precedenti processi.  Concludono gli autori del rapporto:

La Turchia è firmataria di vari accordi internazionali, tra cui la Convenzione europea per i diritti umani (…)  E, ovviamente, come membro delle Nazioni Unite dovrebbe aderire alla Dichiarazione universale dei diritti umani.

Dovrebbe… Dopo che avete letto il rapporto, se vi sembrano condanne ingiustificate, potreste dirlo rispettosamente all’ambasciatore della Turchia a Roma, all’attenzione di Sua Eccellenza Hakki Akil riportando parte di quanto sopra: ambasciata.roma@mfa.gov.tr

Credito immagine: Pinar SelekComitato di solidarietà di Pinar Selek, la sociologa condannata alla detenzione a vita nel gennaio scorso, non definitivamente. Continua la raccolta di firme per sostenerne la difesa.

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